Manuale del piccolo tifoso sognatore
Remuntada. Non c’è parola più brutta per esprimere un concetto. Che è quello della rivalsa, quello della rinascita dopo una delusione. Quella delusione che invadeva i cuori bianconeri dopo la sconfitta contro il Bayern Monaco. Quella delusione che è durata una nottata lasciando spazio alla speranza di riscatto nella sfida di ritorno.
Sì, perché le partite in questo caso durano 180 minuti. Il primo tempo ci ha raccontato di una squadra, il Bayern, nettamente superiore all’avversaria, la Juventus, che è uscita ridimensionata dallo scontro.
Una Vecchia Signora apparsa troppo brutta per essere quella vera. Si è detto che l’Europa è diversa dall’Italia, ma la squadra di Conte ha sempre abituato tutti a lottare, a soffrire su ogni pallone e a provare a fare la partita. Quello che non è successo martedì, quello che si augura di vedere mercoledì prossimo.
Il calcio ci ha regalato negli anni clamorose rimonte. Non accadono quasi mai - bisogna essere sinceri -, ma per fare in modo che qualcosa accada bisogna crederci, bisogna sognare per accarezzare l’obiettivo. Che resta quello di passare il turno, ma soprattutto quello di uscire dal campo a testa alta.
Crederci non significa divenire convincersi della qualificazione. Un processo di autosuggestione psicologica che sarebbe alquanto dannoso. Crederci significa sognare l’impossibile, dare il tutto per tutto con la consapevolezza di lottare contro qualcuno che è forte. Molto forte. A tal punto che tutti gli sforzi potrebbero non bastare, ma credere e sognare non costano nulla, se non sudore e fatica. Sperando che lacrime siano riservate a qualcun altro.
fonte: Tuttojuve