A 9 anni dalla morte di MARCO PANTANI: il ricordo del PIRATA è vivo

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muni79
TOPIC_ICON12  view post Posted on 14/2/2013, 16:30     +1   -1




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Sono passati già 9 anni da quella maledettissima notte. Da quella notte in cui un uomo fragile e solo ha ceduto alla voglia di metter fine al proprio malessere interiore. Quell'uomo si chiamava Marco Pantani, uno dei più grandi ciclisti italiani di tutti i tempi, e con ogni probabilità il miglior scalatore.

DALLA GLORIA AL FANGO. Pantani debuttò da professionista nel 1993, ma nonostante le enormi potenzialità una lunga serie di duri infortuni non gli permisero di esplodere definitivamente nei primi anni di carriera. Mentre stava preparando il Giro del 1995, un auto lo travolse e lo costrinse a saltare la corsa rosa. Puntò quindi tutto sul Tour de France, dove sull'Alpe d'Huez inanellò la prima perla della sua leggendaria carriera, prima di vincere ancora a Guzet Neige. Ai mondiali si classificò terzo dietro a Olano e Indurain, ma il 18 ottobre un altro incidente durante un allenamento lo costrinse ad una lunga degenza.

Dopo aver saltato quasi tutto il 1996, nell'anno seguente Pantani passa alla Mercatone Uno, ma la sfortuna continua a perseguitarlo. Al Giro, nella discesa del valico Chiunzi, un gatto gli taglia la strada e ne provoca una brutta caduta che gli comporta la lacerazione delle fibre muscolari della coscia sinistra, costringendolo ad abbandonare la corsa. Il recupero però è rapido, e Pantani fa ancora benissimo al Tour, dove chiude terzo dietro ad Ulrich e Virenque, e dopo un'altra vittoria magnifica sull'Alpe d'Huez.

L'anno d'oro è però il 1998, quando il 'Pirata' conquista sia il Giro d'Italia che il Tour de France. Memorabili le tappe di Plan di Montacampione, del colle del Galibier e di Les Deux Alpes. Marco Pantani irrompe definitivamente nell'Olimpo dei più grandi di sempre. Nel 1999 però arriva una sorta di fulmine a ciel sereno. Pantani si scatena sul Gran Sasso, ad Oropa, sull'Alpe di Pampeado e a Madonna di Campiglio: è di un altro pianeta, irraggiungibile per tutti gli altri. Il 5 giugno però, proprio dopo la tappa di Madonna di Campiglio, arrivano i dati di alcuni controlli effettuati dai medici dell'Uci ad alcuni corridori. Tra questi c'è anche Pantani, ed il suo ematocrito (concentrazione dei globuli rossi nel sangue) e del 52%, un punto in più rispetto al margine di tolleranza. Il Pirata viene immediatamente sospeso dalla corsa, e Paolo Savoldelli (secondo in classifica) si rifiutò di indossare la maglia rosa, che fu poi vinta da Ivan Gotti.

La cosa che ancora oggi fa discutere è che quelli a cui fu sottoposto Pantani (per ben 3 volte nello stesso Giro) non erano dei controlli antidoping, ma dei test voluti dall'Uci per tutelare la salute dei corridori. Il nome del corridore cesenate fu accostato al doping dal reo confesso Jesus Manzano, che tirò in ballo numerosi grandi nomi delle due ruote. Le sue dichiarazioni non vennero però mai provate. Il Pirata avverte un'aria di complotto nei suoi confronti, non si capacita di tutto ciò. All'uscita dall'albergo di Madonna di Campiglio dichiara: "Mi sono rialzato, dopo tanti infortuni, e sono tornato a correre. Questa volta, però, abbiamo toccato il fondo. Rialzarsi sarà per me molto difficile". E' l'inizio dell'oblio, di una fine scandita dai rintocchi mortiferi della depressione e della dipendenza dalla cocaina.

LA MORTE MISTERIOSA. Pantani prova a tornare in gara nel 1999, ma del campione degli anni precedenti è rimasta un'ombra sbiadita. Marco non è più il campionissimo, e si riscopre un uomo fragile e lasciato solo da quanti nel momento della gloria gli erano invece stati vicini. Pantani torna sul sellino trascinando con sé l'insopportabile alone del doping e le maldicenze degli addetti ai lavori, tutt'ora prive di fondamenta certe. Corre ancora per qualche anno, ottenendo scarsi risultati. Nel 2003 scegli di ritirarsi per curarsi dalla depressione e dalla dipendenza dalla cocaina. Pantani viene ritrovato morto il 14 febbraio del 2004 in una camera d'albergo a Rimini, stroncato da un'overdose di cocaina. E' lì che è iniziata la sua ultima salita, per arrivare ad una liberazione che Marco immaginava essere la sua più grande vittoria.

it.ibtimes.com

:pianto: RIP MARCO bye2

Stadio - E mi alzo sui pedali