Asamoah, il ritorno del signor vittoria
Il Signor Vittoria si chiama lunedì: peraltro tornerà a giocare di sabato. Come il nome di suo figlio, neanche un anno di vita. Spiegò, dopo aver segnato un gol di straordinaria perfezione tecnica il giorno del suo esordio nella Juve, a Pechino contro il Napoli nella Supercoppa italiana: «Kwadwo, il mio nome di battesimo, significa lunedì. In Ghana si dà al bambino il nome del giorno della settimana in cui è nato. I miei tre fratelli sono Yaw, giovedì, Kwaku, mercoledì, e ancora Yaw. E mia sorella è Afia, venerdì. Hanno anche un nome inglese. Mio figlio, per esempio, si chiama Jason Kwami, perché è nato di sabato». Per il suo spirito di professionista non scevro di sensibilità per le sofferenze dei poveri del suo Paese, Kwadwo Asamoah , 24 anni, ghanese di Accra, non poteva forse che compiere la prima svolta in patria in una società denominata Liberty Professionals. Il signor Vittoria si è appena sparato tutta la Coppa d’Africa nelle vene, 6 partite con 2 gol, 3° posto finale (dal 20 gennaio al 9 febbraio, dopo 2 amichevoli di assestamento a inizio 2013: un bel tour de force). Signor Vittoria soprattutto per Conte . Date un’occhiata alla tabella: con lui la Juventus ha vinto quasi l’80% delle partite tra campionato e Coppe. Senza di lui i successi scendono ben sotto il 50%. Al di là dei progressi già solo di Peluso , con la Samp, col Milan in Coppa Italia e col Parma la Juve ha preso 3 gol dalle parti di Asamoah, quando costui era in Sudafrica: la sinistra. A Glasgow ha fatto il tifo. Conte ha rivisto Asamoah in Scozia, se lo è studiato (tanto aveva già deciso...), non ha cercato azzardi, proprio Peluso si è superato (un’altra crescita non casuale) e il ghanese va adesso a Roma in una condizione normalizzata . Cioè la condizione che ti può permettere di firmare anche gesti speciali. «Gli ho parlato al telefono, mi ha detto che sta perfettamente bene e che non vede l’ora di rientrare in squadra e dare una mano alla Juve», detta Vagheggi , il suo agente. Il paracadute potenziale: la serenità bianconera, collettiva. Il manico: la forza di Asamoah. Forza fisica: prepotente. Forza tattica: nel suo pendolarismo eclettico sulla corsia, tra spinte e rinculi. Forza psicologica: l’essere stato capace di inserirsi subito in un gruppo, esaltandosi come individuo. E ora quel saper coltivare le motivazioni con lo spirito di chi vuole meritarsi di nuovo la titolarità. Ha segnato 3 gol (a Genoa e Pescara, dopo Pechino). Si chiama lunedì, ma tornerà già domani. Più che dare un nome al suo momento, dovrà prendere il tempo a Lamela , candidato a ballare sulle sue zolle. Occhio alla pera anche per il giallorosso: sanno segnare tutti e due.
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