zebrone84 |
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| Juve, mercato difficile senza grandi investimenti Jean Claude Blanc in tempi nemmeno troppo lontani, varò un piano quinquennale per riportare la Juve ai vertici. Ne bastarono 4 per convincere John Elkann a togliergli il timone. Andrea Agnelli al momento dell’insediamento non regalò scadenze temporali in merito alle vittorie, la storia racconta che dopo 2 anni la questione era risolta. Almeno in Italia. Questo per dire che nel calcio è bene programmare, i piani industriali sono benvenuti, ma non bisogna dimenticare che la materia trattata è mutevole. E dimostrarsi flessibili resta un merito. Qui arriviamo all’attualità. La Juve di recente ha patito defezioni importanti e tra queste includiamo anche quella parziale di Vucinic. Mentre nello scorso campionato gli infortuni, al pari delle sconfitte, non la colpirono. E’il pedaggio da pagare all’aumento degli impegni (e delle loro difficoltà). La conseguenza è che le cosiddette seconde linee sono state chiamate in causa con risultati quantomeno contraddittori. Visti gli impegni che attendono il gruppo di Conte, sarebbe opportuno prenderne atto e intervenire a dispetto dei disegni iniziali. Il piano industriale però non prevede investimenti in questo mese di gennaio. Bisogna ricorrere ai prestiti. Domanda: sono i prestiti la soluzione al problema? La risposta è scontata: chi viene lasciato partire a quella condizione di favore (perl’acquirente) normalmente qualche controindicazione ce l’ha. Peraverne conferma basta pensare ad Almiron, Tiago Mendes, Felipe Melo, Krasic, Ziegler. Tutti prestati dalla Juve perché non facevano la differenza. Vale anche per i prestiti concessi dalla concorrenza. TUTTOSPORT.COM
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