ora non e' che via domenicali e la ferrari riprende a girare a mille ...non cambiera' nulla o per lo meno poco ...non e' come cambiare allenatore in panchina ..qui non c'e' da motivare una squadra o cambiare stile di gioco ..la macchina non va punto e basta pero' forse prendere prima questa decisione sarebbe stato opportuno ...ora a gran premio in corso potrebbe essere un bel autogoal ...la gestione del team va fatta prima che la stagione abbia inizio ..ora solo aggiornamenti dalla fabbrica possono risollevare l'attuale situazione ..il team manager e' solo un cappio espiatorio ..il vero male sta a monte ...
Formula 1
martedì 15 aprile 2014
Ferrari, chi è Mattiacci l’uomo che deve svoltare
Nell’era social viene in soccorso Linkedin per iniziare la conoscenza di Marco Mattiacci, l’uomo scelto dalla Ferrari per sostituire Stefano Domenicali come responsabile della Gestione Sportiva. Il comunicato di Maranello dice solo che è l’«attuale presidente e amministratore delegato di Ferrari North America», mentre il presidente Montezemolo lo saluta definendolo «un manager di valore che conosce bene l’azienda e che ha accettato con entusiasmo questa sfida». Qualcosa in più si capisce dalla scelta del social preferito da Mattiacci. Quello Business oriented, per dirla in inglese. Anche se vi invitiamo a fermarvi ad «agire» come traduzione dell’execution e non consultare il vocabolario per non imbattervi in “fucilare”. Non è il caso. Comunque.
L’EDUCAZIONE Romano di 43 anni, sposato da una canadese con tre figli (una bambina di 4 anni e due gemelli di 3), appassionato di auto (anche storiche) e praticante di nuoto e tennis, dicono (Vittorio Senso, ex Ferrari Asia e Pacific ora in Aston Martin) che sia «un professionista appassionato ed entusiasta. E’ molto socievole, estremamente intelligente e ben educato» e che «la sua personalità affascinante ben si sposa con il suo coraggio e senso degli affari». Il dato più importante è che Marco Mattiacci è un manager. Come Domenicali. Ma più di Domenicali. Nel senso che Stefano di fatto è nato e cresciuto nella Gestione Sportiva Ferrari, facendosi le ossa con gente come Jean Todt e Ross Brawn. E nel paddock. Il nuovo team principal della Ferrari, a Maranello dal 1999 per occuparsi di vendite e di nuovi mercati Asia e Russia, si è quasi sempre occupato più di prodotto. Molto orientato sul fronte marketing, dov’è considerato un mago delle sue dinamiche. Sostenuto da studi a Roma (Sapienza), Singapore e New York (Columbia University). Insomma, un professionista abituato a darsi dei piani-progetti ed eseguirli. Inseguendo i numeri. O come dice lui stesso, «con grande attenzione al ROI (ritorno sugli investimenti, ndr) e a tutti gli aspetti della Finance».
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