Direzione gara: Il casco? Non si sa perché l'ha perso
In una apposita conferenza stampa, la direzione di Gara della Motogp ha cercato di analizzare l'accaduto nell'incidente che ha visto Marco Simoncelli perdere la vita. Il responsabile medico della Direzione di gara, il Dott. Claudio Macchiagodena ha dichiarato: «Sono davvero scosso e triste all'idea di essere qui per parlare della morte di Marco Simoncelli, un amico. È rimasto coinvolto in un brutto incidente durante la gara, è stato investito dagli altri piloti, ha subito un grave trauma alla testa, al collo e al torace». «Quando il nostro staff medico l'ha raggiunto era privo di conoscenza - ha aggiunto -. In ambulanza hanno cominciato il CPR (rianimazione cardiaca polmonare ndr), e una volta arrivato al Centro Medico, grazie all'aiuto di dottori locali e della Clinica Mobile, è stato intubato ed è stato così possibile rimuovere parte del sangue presente nel torace. Il CPR è stato applicato per 45 minuti con l'obiettivo di aiutarlo il più a lungo possibile. Sfortunatamente ogni tentativo è risultato vano e alle 16:56 (ora locale, le 10.56 in Italia ndr) abbiamo dovuto ufficialmente dichiarare la sua morte». Paul Butler, membro della Direzione di Gara ha poi risposto ad una domanda riguardante la perdita del casco di Simoncelli durante lo schianto dicendo: «Se riuscirò a dare una risposta, lo farò in un'altra occasione. Le conseguenze e le circostanze che riguardano l'incidente saranno oggetto di studi approfonditi».
TUTTI I DUBBI SULLA DINAMICA - Le gomme, il casco, l'elettronica: è il momento del dolore nel paddock della Motogp per la perdita di un pilota solare, forte e simpatico come Marco Simoncelli, ma in molti si stanno chiedendo se questa tragedia si potesse evitare. Le immagini dell'incidente continuano a girare sui computer e sugli schermi tv di tutto il mondo, e subito si nota come sulla scivolata all'origine dell'incidente mortale la moto del pilota italiano sia ulteriormente slittata in modo anomalo in pista: la la perdita di aderenza della ruota anteriore dovrebbe infatti spedire moto pilota all'esterno della curva, e non dalla parte opposta sulla traiettoria delle altre moto in arrivo, come invece è successo. Una delle cose che potrebbe non aver funzionato o aver lavorato troppo bene è il controllo della trazione della sua Honda: il sistema elettronico potrebbe aver letto lo scivolare del pneumatico posteriore come una anomalia, anche per il fatto che il pilota di Coriano non ha lasciato del tutto cadere la moto. Correggendo dunque questa anomalia, il sistema ha sostanazialmente fatto riprendere il moto della ruota in linea con la velocità dell'asfalto. E dunque nel senso sbaqliato. Chi era dietro a Simoncelli, tranne Alvaro Bautista che è riuscito a sfilarlo mentre scivolava, non ha potuto evitarlo. Il primo a centrare Simoncelli è stato l'americano Colin Edwards, poi è stata la volta di Valentino Rossi, che incolpevolmente lo avrebbe colpito in testa, sfilando il casco. Anche in questo caso si tratta di un evento imprevedibile: la ruota che gira, impatta sul casco di Simoncelli bloccato sulla testa, e lo fa volar via col suo movimento rotatorio rompendo il cinturino. Tra tutte le parti del corpo che i piloti proteggono, quella rimasta più esposta è di certo il collo. Nonostante l'introduzione dell'airbag nelle tute (e Simoncelli l'aveva), è praticamente impossibile proteggere la regione cervicale se si viene investiti. In questo momento molte sono le speculazioni che si inseguono, potranno essere in parte risolte dall'autopsia che verrà disposta sul corpo di Simoncelli da domani.
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