Referendum per abrogare il Porcellum. Una legge elettorale che trucca la democrazia

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TerryTerry
view post Posted on 8/9/2011, 12:11     +1   -1




Uno dei temi caldi che questi giorni riempie pagine di giornale e i siti web è il referendum per abrogare il Porcellum,la legge elettorale porcata varata dal Governo Berlusconi il 2005. Nel Paese e sul web è partita l’iniziativa che punta a raccogliere 500 mila firme entro il 30 settembre,in modo da poter votare il referendum abrogativo in primavera 2012 e il 2013 (scadenza di mandato governativo) ritornare a scegliere i deputati. All’iniziativa hanno aderito ufficialmente Idv,Sel,Pli,Rete Referendaria,Unione Popolare e i Democratici(l’Asinello di Parisi). La non adesione ufficiale del Partito Democratico ha alzato un polverone che sta investendo la segreteria guidata da Bersani. Molti dirigenti nazionali come Fassino,Errani,Rossi,Veltroni,Franceschini,l’ex premier Prodi e altri dirigenti territoriali hanno firmato il quesito. Il segretario ha commentato l’iniziativa così :” i partiti hanno il loro da fare in Parlamento e lo facciano perbene, la società civile, che ha la sua politicità, esprima 2-3 anche 7 referendum e il Pd dirà come si attesta ma sosterrà la sua proposta. I referendum sono uno stimolo per trovare una soluzione parlamentare.”

C’è chi sprona il Pd come Parisi(tra i promotori dell’iniziativa),il giornale Europa,Marino,Civati con la “sua” Prossima Fermata Italia ad aderire ufficialmente alla raccolta firme. Alcuni sostengono che la posizione Pd ha l’obiettivo di mantenere aperto il dialogo con l’Udc, che ha già avvisato i democratici in caso di appoggio ufficiale all’iniziativa è pronto a sbattere la porta in faccia a Bersani e Co.
Io personalmente ho firmato,però rispetto e condivido la scelta del segretario, in quanto il Pd ha già depositato in Senato una proposta di legge per superare il Porcellum,pur sapendo che senza le firme del Pd il referendum è a rischio e Bersani in caso di fallimento sarebbe il primo a subire critiche di ogni genere. Ma entriamo nel merito della questione :questo referendum rappresenta un’opportunità per superare il Porcellum , non c’è alcun dubbio che la legge Mattarellum è migliore dell’attuale . Viene eliminato il premio di maggioranza e per il 75% dei seggi si torna finalmente ai collegi uninominali.

Ma ricordiamo che il maggioritario ad un turno ha favorito l’aumento dei micro – partiti e il loro potere di ricatto;ha consentito ad un negoziato sui collegi sicuri non dissimile dalle attuali liste bloccate.
E forse per questo che il Pd non aderisce all’iniziativa referendaria, infatti la proposta presentata in Parlamento propone:riforma coerente con la logica bipolare,che consente all’elettore attraverso un semplice voto sulla scheda di determinare anche la maggioranza di governo,che prevede il doppio turno e induce alle convergenze,che garantisce il diritto di tribuna,la presenza femminile e il fatto che i gruppi parlamentari possono essere formati soltanto da forze presentate alle elezioni.

Ma visto il disinteresse della maggioranza Pdl-Lega per un dialogo e confronto in Parlamento, il referendum resta la strada da percorre per cambiare ciò che altri non vogliono cambiare,del resto dopo il referendum si spera ci sia un confronto in Parlamento.


zazoom.it
 
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Leonidas.
view post Posted on 9/9/2011, 10:56     +1   -1




Ma và? Siamo in democrazia? Mica lo sapevo io...
 
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MrKrinkle
view post Posted on 9/9/2011, 13:36     +1   -1




Finché non cominciano a cambiare gli uomini da poter "eleggere" non cambierà mai nulla. Allora prima azzerare questa classe politica, poi mettere ordine agli orrori fatti.
 
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Abbott_Juve
view post Posted on 30/9/2011, 11:10     +1   +1   -1




Referendum, oltre un milione di firme: "E' un miracolo popolare"

ROMA - E' "un miracolo popolare": il comitato referendario consegna oggi alle 12 in Cassazione 1.210.466 firme, raccolte in soli due mesi e sistemate in 200 scatoloni, per chiedere l'abrogazione del porcellum. Quota ben oltre le 500mila richieste e ben oltre le 700mila considerate la soglia di sicurezza, al netto delle possibili contestazioni in Cassazione. Il presidente del comitato, Andrea Morrone, nel corso di una conferenza stampa alla Camera, esulta, ma ricorda che è "solo l'inizio". Il via libera della Cassazione arriverà entro il 10 dicembre, poi ci sarà il passaggio alla Corte costituzionale, che valuterà l'ammissibilità senza poter far riferimento a precedenti referendum sulla legge elettorale, quindi sarà il momento della campagna referendaria e il voto si terrà la prossima primavera, tra il 15 aprile e il 15 giugno, sempre che le camere non vengano sciolte anticipatamente. Marrone spiega che questo, quanto a firme raccolte, è "il secondo risultato in assoluto nella storia del referendum". Ringrazia il "gruppo unito" delle forze del comitato e ricorda che "il 10 per cento delle firme è dovuto al contributo dei comuni". Anche Arturo Parisi non nasconde il proprio entusiasmo ed esalta "il lavoro corale" - di Pd, Idv, Sel, Partito liberale, Popolari (ex asinello) e Rete referendaria di Segni - parlando di firme sottoscritte dai cittadini "con rabbia e indignazione", ma anche di "speranza" per il futuro. Nessuno ormai "difende più il porcellum", continua l'ex ministro, quindi il prossimo Parlamento non deve essere rieletto con l'attuale elegge elettorale. Infine, Antonio Di Pietro esorta la politica a cambiare la legge elettorale: l'Idv pone tre condizioni: "incandidabilità per i condannati; chi è sotto processo non può ricoprire ruoli di governo e chi fa il parlamentare deve sospendere la propria attività professionale".

La Repubblica



Referendum, la grande sfida: chi lo vuole e chi lo teme

ROMA - "Pungolo" o "grimaldello" che sia, il possibile via libera al referendum elettoriale che punta ad abolire l'ormai famigerato Porcellum per tornare al Mattarellum, apre scenari e interrogativi su quello che potrà essere il nuovo sistema elettorale italiano. E su chi ne beneficerà maggiormente. Infatti, se l’attuale Porcellum sarà abolito e si ritornerà al 'Mattarellum', gli ingranaggi della politica potrebbero rimettersi in movimento. Anche perché la legge elettorale è materiale delicatissima. Al punto che la caduta del governo Prodi arrivò proprio in occasione dei negoziati sulle nuove regole elettorali (con la conseguente rivolta dei partitini). Oggi i promotori del referendum hanno consegnato le firme in Cassazione, primo vaglio di validità, in attesa della pronuncia della Corte costituzionale. Perché è quella la spada di Damocle che incombe sull’iter referendario. La possibilità che la Consulta bocci il referendum dichiarandolo incostituzionale perché porterebbe una vacatio legis del parlamento. Nell’attesa, però, le grandi manovre sono già in atto. Partendo da due punti. Il primo: il Mattarellum non piace al Pdl, alla Lega, all’Udc e anche a una parte del Pd. Il secondo: la riforma elettorale è strettamente connessa alla precaria situazione politica. E' chiaro infatti che gli scenari che si aprono divergono a seconda della permanenza dell'attuale governo fino alla scadenza naturale della legislatura, della nascita di un nuovo esecutivo di larghe intese o di elezioni anticipate.

Schierati a spada tratta per il ritirono al Mattarellum sono l’Idv di Di Pietro, Sel di Vendola, la Rete dei referendari di Segni, il Pli, Popolari (ex asinello). La logica che si porta dietro il Mattarellum è quella delle grandi coalizioni (solo il 25% è proporzionale). Ipotesi che a Di Pietro e Vendola piace. Senza contare che i due hanno da tempo sposato l’onda lunga referendaria come nel caso dell’acqua pubblica. Più complessa la posizione del Pd che, nelle settimane scorse, ha messo sul tavolo una disciplina che ricalcherebbe il sistema ungherese: in pratica un misto di maggioritario a doppio turno, proporzionale con diritto di tribuna. Bersani, viste le divisioni interne, ha evitato di schierarsi apertamente a favore del referendum. Da una parte spiegando che “non tocca ai dirigenti di partito promuovere referendum” e ribadendo che la via maestra è quella parlamentare, dall’altra mettendo a disposizione le feste del Pd per raccogliere le firme. Non è un mistero, però, che la freddezza del segretario sia anche legata alla nettà contrarietà dell’Udc nei confronti del referendum. Del Mattarellum Casini non vuol sentire parlare anche perché un sistema che privilegi le grandi coalizioni rischierebbe di mettere l’Udc (e in neonato Terzo Polo) in una situazione di marginalità. Per questo i centristi chiedono da sempre un sistema proporzionale con ritorno alle preferenze anche se Casini, convinto che l’unica via di riforma possibile debba essere quella parlamentare, ha offerto una sponda a Bersani: “Noi siamo per il proporzionale alla tedesca ma possiamo, l’ho detto anche a Bersani, a discutere del loro disegno di legge”. Apparentemente più netta la posizione di Fli: “Se il Pdl fosse tentato da una nuova legge elettorale contro il Terzo Polo si renderebbe inevitabile un’alleanza tecnica e costituzionale con il centrosinistra e con il Pd in tutti i collegi”. Come dire: a mali estremi, estremi rimedi.

Eppoi c’è la Lega che, nei mesi scorsi, non ha chiuso le porte al ritorno al proporzionale anche perché il Mattarellum obbligherebbe il Carroccio ad allearsi, in una fase in cui il dopo Pdl senza Berlusconi è tutto da disegnare. Meglio avere le mani libere, dunque. Chi invece non ha ancora scoperto le carte è il Pdl. L’attuale legge ha permesso al centrodestra di poter godere su di una solida maggioranza parlamentare e, in passato il Cavaliere ha sempre detto che non aveva intenzione di cambiarla, ritenendolo un sistema in grado di garantire la governabilità e il bipolarismo. Adesso, però, qualcosa sembra muoversi. Non a caso il neosegretario Alfano ha tratteggiato un abbozzo di proposta articolata su due punti: stop ai parlamentari nominati, ma il bipolarismo non si discute. In pratica si tratterebbe di un'ipotesi che, pur mantenendo in vita l'attuale sistema nei suoi aspetti fondamentali, andrebbe incontro alle richieste di correzioni che sono state avanzate da più parti, a cominciare dall'esigenza di superare il sistema delle liste bloccate o comunque di consentire agli elettori di scegliere i propri rappresentanti. Un altro punto sul quale intervenire potrebbe essere il premio di maggioranza e anche su questo aspetto la proposta studiata dal Pdl prevede un intervento che pur non accogliendo la richiesta di abolizione del meccanismo tuttavia lo corregge. Ma anche in questo caso, come per il Pd, la nuova legge elettorale diventa uno strumento di dialogo con l'Udc. In particolare per chi, nel Pdl, punta ad un processo di "riunificazione del centrodestra". I centristi, per adesso, frenano: "Il Terzo polo andrà da solo alle elezioni, perché serve un'alternativa di serietà ".

Ed è a questo punto che occorre fare un passo indietro e interrogarsi su quelli che potrebbero essere gli scenari politici. A partire dal fatto che Berlusconi potrebbe far saltare il banco. Lo dice, senza mezzi termini, il presidente lombardo Roberto Formigoni: "Siccome la legge elettorale che uscirebbe dal referendum è assolutamente contraria agli interessi nostri potremmo essere portati ad andare ad elezioni nel 2012". Con il Porcellum, che tante gioie a regalato al Cavaliere. E pazienza se, a dispetto di tante promesse, gli elettori si troveranno nuovamente a "scegliere" candidati imposti dall'alto.

La Repubblica
 
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TerryTerry
view post Posted on 1/10/2011, 10:45     +1   -1




Ottimo
 
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4 replies since 8/9/2011, 12:11   105 views
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