| Ma quali privilegi e ICI? La Chiesa le tasse le paga! Sei non sei anche tu una pecora, leggi il documento e INFORMATI! 21 agosto 2011
Gira su FB un messaggio da "far girare", tipo quelli del cancro, del tumore, o del FB a pagamento. Il trend è sempre quello: scrivere una buffonata buonista e puntare sulla stupidità della gente che condivide. E funziona sempre. Adesso è in voga, in momenti di crisi economica, questo qui: "IL VATICANO NON PAGA ICI, IRPEF, IRES, TASSE IMMOBILIARI E DOGANALI, MA NEANCHE GAS, ACQUA E FOGNE. E' TUTTO A CARICO DEI CONTRIBUENTI ITALIANI. Possiede quasi il 30% del patrimonio immobiliare Italiano e con l'8 per mille toglie quasi 1 Miliardo di Euro all'anno all'Italia. Tassare la Chiesa e i suoi possedimenti in Italia é giusto per gli Italiani. SE CONDIVIDI COPIA E INCOLLA SULLA TUA BACHECA".
Come se non bastasse, è nata poi la pagina “Vaticano pagaci tu la manovra finanziaria” (Vaticano sarebbe un vocativo e dunque richiederebbe una virgola, ma vabbeh…), pagina che cresce di centinaia di fan al secondo, e che sta facendo parlare giornali e telegiornali.
Intanto, non bisogna essere delle cime per capire che il "Vaticano" è uno Stato sovrano e ovviamente non paga l'ICI degli immobili che si trovano nel suo territorio. Sarebbe già bastato questo errore che denota ignoranza mostruosa per farci dubitare del resto contenuto, ma cerchiamo di essere buoni e comprendere che l'autore del messaggio voleva scrivere "Chiesa Italiana" e non "Vaticano". Già le prime due parole del messaggio sono sbagliate: questo può farci capire molto.
Ma non finisce qui, perchè nella popolarissima pagina prima si diceva che il Vaticano possedeva il 20% del patrimonio immobiliare italiano, poi in qualche ora è salito al 30%, ora -udite udite- circola il messaggio che la Chiesa detiene il 22% del patrimonio immobiliare mondiale! Fra poco arriveranno a dire che Bin Laden è nascosto in Vaticano...
Qui di seguito alcune informazioni, con sottostanti fonti, utili per entrare un pò dentro alle cose con la dignità di esseri pensanti e non come pecoroni "copianti". Spero che qualcuno lo legga. Ma in media, chi condivide questo genere di messaggi, non sa leggere più dei 420 caratteri imposti da Facebook. Non è dignitoso bere bene a tutte le sciocchezze che ci vengono propinate, così come dei soggetti in coma, incapaci di rispondere o reagire. Ebbene, se rientrate nella categoria di chi, in quella circostanza, non ha saputo rispondere alcunché (se non, con malcelato imbarazzo, che la Chiesa è fatta di peccatori), vediamo di approfondire i termini della questione.
1) Questione ICI
Partiamo con il primo problema, peraltro recentemente tornato a galla dopo la decisione della Commissione europea di riaprire la procedura di infrazione nei confronti dell’Italia su questo punto.
Una premessa, a scanso di equivoci: la CEI e il Vaticano non sono la stessa cosa.
Con un po’ della vostra pazienza (vi assicuro che ne vale la pena) proviamo a capire come stanno le cose.
LA LEGGE - Nel 1992 lo Stato italiano ha istituito l’ICI, l’imposta comunale sugli immobili. Nello stesso intervento normativo (decreto legislativo n. 504/1992), dicono in giro, sono state previste delle esenzioni “alla Chiesa cattolica”. E’ un errore (che si continua a dir in buona o in mala fede), perché l’esenzione in questione ha riguardato tutti gli immobili utilizzati da un “ente non commerciale” e destinati “esclusivamente allo svolgimento di attività assistenziali, previdenziali, sanitarie, didattiche, ricettive, culturali, ricreative e sportive”. Qualsiasi ente non commerciale che rientra in questa categoria gode dell’esenzione, non importa se sia gestito da laici o religiosi, dallo Stato o dalla Chiesa! Evidente ed apprezzabile la finalità delle esenzioni: lo Stato ha voluto agevolare tutti quei soggetti che svolgono attività sociale secondo criteri di “no profit”.
Si dirà: la Chiesa possiede anche ospedali, scuole, università. Ebbene, carissimi signori: su tutti questi immobili, che sono enti commerciali, la CHIESA PAGA E VERSA CONTRIBUTI ALLO STATO COME TUTTI GLI ALTRI! Ficchiamocelo bene in testa, e impariamo a sbugiardare quanti vengono maliziosamente a rivolgerci queste menzogne. (cfr. c. 2-bis dell’art. 7 del D.L.. n. 203/2005, come riformulato dall’art. 39 del D.L. 223/2006).
- “Gli alberghi sono esenti”
E’ l’ennesima falsità: gli alberghi, anche se di enti ecclesiastici, non sono esenti e devono pagare l’imposta. Ad essere esenti sono, piuttosto, gli immobili destinati alle attività “ricettive”, che è ben altra cosa. Si tratta di immobili nei quali si svolgono attività di “ricettività complementare o secondaria”. In pratica, le norme nazionali e regionali distinguono fra ricettività sociale e turistico-sociale:
La prima comprende soluzioni abitative che rispondono a bisogni di carattere sociale, come per esempio pensionati per studenti fuori sede oppure luoghi di accoglienza per i parenti di malati ricoverati in strutture sanitarie distanti dalla propria residenza. La seconda risponde a bisogni diversi da quelli a cui sono destinate le strutture alberghiere: si tratta di case per
- “Basta una cappellina per ottenere l’esenzione”
Questa è più simpatica che ridicola. È del tutto falso che una piccola cappella posta all’interno di un hotel di proprietà di religiosi renda l’intero immobile esente dall’ICI, in base al fatto che così si salvaguarderebbe la clausola dell’attività di natura “non esclusivamente commerciale”. È vero esattamente l’opposto: dal momento che la norma subordina l’esenzione alla condizione che l’intero immobile sia destinato a una delle attività elencate e considerato che – come abbiamo visto sopra – l’attività alberghiera non è tra queste, in tal caso l’intero immobile dovrebbe essere assoggettato all’imposta, persino la cappellina che, autonomamente considerata, avrebbe invece diritto all’esenzione.
- “Ma io conosco personalmente casi in cui quello che dici non viene applicato”.
Chi sbaglia, fosse anche membro della Chiesa cattolica, è tenuto a pagare, come qualsiasi altro cittadino che infrange la legge. Ciò non significa, tuttavia, che la legge sia per ciò solo sbagliata, non vi pare?
- "Persino l'Europa ci sta sanzionando"
L'Europa ha aperto due procedure d’infrazione e in entrambi i casi ha deciso per l'archiviazione.
Riassumendo: il problema dell’esenzione dell’ICI alla Chiesa cattolica non è altro che un pretesto per attaccare quest’ultima ed è portato avanti con un accecamento pari solo all’odio per chi da due millenni proclama incessantemente Gesù Cristo al mondo intero. Basti pensare che, se venisse davvero meno l’esenzione per questi immobili perché ritenuta “aiuto di Stato”, si aprirebbe la strada all’abolizione di tutte le agevolazioni previste per gli enti non lucrativi, a partire dal trattamento riservato alle Onlus. Va chiarito che la Chiesa, se usufruisce di determinate agevolazioni (esenzioni o esclusioni), lo fa in maniera identica alle altre confessioni religiose e agli altri enti non commerciali: non ha uno status "preferenziale" che la differenzi dalle une o dagli altri.
Le esenzioni Ici (tutte) nascono con la legge istitutiva dell'imposta (non sono un privilegio successivo accordato in seguito a presunte pressioni). Il decreto legislativo 504/1992, infatti, prevede una serie di esenzioni: volendo semplificare, si tratta degli immobili appartenenti allo Stato e agli altri enti pubblici, dei fabbricati appartenenti a Stati esteri, dei fabbricati destinati all'esercizio del culto, dei fabbricati appartenenti a enti non commerciali e destinati a particolari finalità ritenute meritevoli di tutela da parte del legislatore.
2) 8xMILLE - IRPEF
Con il conseguimento dell’Unità e la successiva Porta Pia, lo Stato Italiano strappò via con la forza e con le armitutti i territori dello Stato Pontificio che essa aveva governato per oltre 1500 anni. Oltre alla totale scomparsa dei territori, la Chiesa perse anche la possibilità di sviluppare una politica autonoma, dunque di costruire una “societas christiana” formata in base alla dottrina sociale della Chiesa. Come se non bastasse, alla Chiesa venne strappato la quasi totalità del patrimonio immobiliare che possedeva. Da un giorno all’altro decine di migliaia di scuole, università, palazzi governativi, monasteri, conventi, abbazie, edifici collegati al culto, residenze, ville, vennero automaticamente incamerati dalla nuova Italia anticlericale su tutto il territorio, dagli Appennini alle Sicilie. Per renderci conto delle dimensioni del fenomeno basta guardare alla situazione di Roma: i principali organi del Governo e della Repubblica (Quirinale, Parlamento di Montecitorio, Palazzo Madama del Senato, Palazzo della Corte Costituzionale, ecc ecc) hanno sede in antichi palazzi papali che ancora oggi recano croci, campanili, statue papali, madonne, cristi ecc. Insomma, lo Stato italiano fece la parte del leone e, con la prepotenza delle armi, sottrasse tutto quanto non gli apparteneva. Per le vicende politiche appena accennate ci furono lunghi decenni di astio fra Stato e Chiesa durante il periodo chiamato Questione romana: si trattava di indennizzare la Chiesa dei danni arrecati e di stabilire i rapporti tra lo stato nascente e quello sconfitto.
Con i Patti Lateranensi del 1929, che codificavano i rapporti tra Stato italiano e Chiesa cattolica, lo Stato si impegnava a pagare direttamente lo stipendio al clero cattolico tramite il meccanismo della Congrua. Tale meccanismo si fondava sul riconoscimento del pregiudizio economico subito dai cattolici a causa delle molteplici confische di beni ecclesiastici nel corso del secolo XIX, fra cui in particolare le leggi Siccardi del 1850, le leggi Rattazzi del 1854 e 1855, quelle che istituirono l'eversione dell'asse ecclesiastico del periodo 1866-1867 e l'annessione dello Stato Pontificio al Regno d'Italia nel 1870 a seguito della breccia di Porta Pia. Come ebbe a dire il Ministro mussoliniano De Vecchi (sebbene noto anticlericale): “quello che l’Italia si apprestava a concedere alla Chiesa era meno che una briciola di quanto gli era stato sottratto”.
Nel 1948 la Costituzione repubblicana introdusse, con l'articolo 3, l'uguaglianza degli individui, a prescindere anche dalla religione, con la conseguente abolizione de facto della religione di Stato in Italia, cui si giunse ufficialmente solo con la revisione dei Patti Lateranensi del 1984 (protocollo addizionale, punto 1) e con la sentenza 203/1989 della Corte costituzionale, che sancisce che la laicità è il principio supremo dello Stato. Con la firma del nuovo concordato (18 febbraio 1984) tra l'allora Presidente del Consiglio italiano Bettino Craxi e il Segretario di Stato Vaticano Agostino Casaroli si stabilì che il sostegno dello Stato alla Chiesa avvenisse nel quadro della devoluzione di una frazione del gettito totale IRPEF (l'otto per mille, appunto) da parte dello Stato alla Chiesa cattolica e alle altre confessioni (per scopi religiosi o caritativi) o allo Stato stesso (per scopi sociali o assistenziali), in base alle opzioni espresse dai contribuenti sulla dichiarazione dei redditi. Insomma: l’8x1000 è una cosa sacrosanta, che non può essere toccata: dopo che lo Stato ha privato alla Chiesa dei beni che le avrebbero permesso di vivere autonomamente, ha istituito (democraticamente, e lo ha fatto anche per tutte le altre confessioni religiose) un modo per cu ai cittadini è lasciata la possibilità di versare l’8x1000 del gettito IRPEF per sostentarla. L’8xmille cura il sostentamento dei sacerdoti, esigenze di culto della popolazione, conservazione dei beni culturali ecclesiastici, interventi caritativi in Italia e nei Paesi del terzo mondo .
Negli anni successivi lo Stato italiano ha firmato intese analoghe anche con altre confessioni: nel 1986 con le Assemblee di Dio, con gli Avventisti nel 1993 con l'Unione delle Chiese metodiste e valdesi e con i Luterani, nel 1996 con le Comunità ebraiche e ratificò una modifica all'intesa con gli Avventisti. Ad oggi sono sei le confessioni religiose che possono ricevere l'otto per mille. I Battisti hanno firmato un'intesa con lo stato nel 1993, ma rifiutano di ricevere l'otto per mille. Il 4 aprile 2007 la Presidenza del Consiglio ha firmato il concordato con l'Unione Buddista Italiana (UBI), l'Unione Induista Italiana, la Congregazione cristiana dei Testimoni di Geova, la Chiesa dei Santi degli ultimi giorni (mormoni), la Chiesa Apostolica in Italia, la Arcidiocesi ortodossa d'Italia; nella stessa data ha anche firmato la modifica delle intese con la Tavola Valdese e con l'Unione delle Chiese cristiane avventiste del Settimo Giorno.
Dunque, tutte le confessioni religiose si avvantaggiano di questa formula, persino le associazioni laiche per gli scopi più vari, e ciascuno è libero di avvantaggiare l’ente che ritiene più opportuno. Non si riesce a capire cos’è che la Chiesa “rubi” allo Stato, dato che si tratta di assegnazioni volontarie. Si proccupi piuttosto lo Stato di capire perchè i cittadini non devolvono ad esso l'8xmille.
CRITICHE AL MECCANISMO DELL’8X1000
L'aspetto più controverso dell'8 per mille è la ripartizione delle scelte inespresse. Tale ripartizione è attualmente effettuata secondo un criterio proporzionale rispetto alle scelte espresse. Ora è accaduto che solo il 39,62% dei contribuenti esprimesse una scelta, di cui a versare per la Chiesa Cattolica è stato circa il 34% della popolazione, mentre la parte restante (4% circa) ha firmato per lo più lo Stato e alla Tavola Valdese. Il restante 60,38% dei contribuenti non ha espresso alcuna scelta e, secondo la legge, il loro gettito IRPEF va ripartito secondo un criterio proporzionale rispetto alle scelte espresse. In virtù di questo meccanismo, nonostante solo il 35,24% degli aventi diritto avesse destinato nel 2000 il proprio contributo alla Chiesa cattolica, essa ha usufruito dell'87.25% dell'intero gettito dell'8 per mille. Scandalo? In parte (forse), ma la Chiesa non ha alcuna colpa, e il perché è semplice. Possiamo lamentarci di quanto vogliamo, eppure questo sistema è quello di ogni elezione democratica. Alle votazioni della Camera e del Senato in genere va solo il 70-75% degli elettori, eppure vengono assegnati il 100 per 100 dei seggi, in proporzione delle scelte fatte nel voto. E’ una “truffa”? Negli Stati Uniti i presidenti dei singoli Stati e anche il Presidente federale vengono eletti quasi sempre con i voti di poco più della metà di circa il 60% degli elettori, quindi da poco più del 30% dei cittadini. E’ una truffa? Lo Stato italiano con decisione democratica del Parlamento ha deciso che anche – anche! – nel caso dell’8 per mille valga il principio della destinazione in proporzione alle scelte effettuate. O è truffaldino tutto il sistema democratico in quanto democratico? Ammettiamo che un 30% dei cittadini firmi per la Chiesa e un 30% per lo Stato. Delle scelte inespresse entrambi prenderebbero in misura eguale quanto dalla legge è stabilito. Se alla Chiesa si destinasse meno del 34%, è ovvio che prenderebbe ancor di meno. Se al posto della Chiesa, la maggior parte dei soldi venissero destinati ad un ente di ricerca scientifica, allora sarebbe quest’ultimo a far la parte del leone. Non c’è alcun meccanismo di preferenza. Semmai, va detto, è colpa di quei cittadini che non esprimono alcuna preferenza. Se tutti i cittadini esprimessero una loro preferenza, il problema non si porrebbe. Lo Stato non ha fatto altro che elaborare un democratico meccanismo senza il quale sarebbe stato difficile stabilire a chi avrebbero dovuto beneficiare le scelte inespresse.
3) SCONTO IRES
Un analogo discorso può essere fatto a proposito della riduzione dell’Ires (l’imposta sui redditi delle persone giuridiche): si tratta di un’agevolazione che riguarda molti enti non profit; l’articolo 6 del D.P.R. 601 del 1973 la prevede infatti, oltre che per gli enti ecclesiastici, per:
1) gli enti di assistenza sociale, le società di mutuo soccorso, gli enti ospedalieri, gli enti di assistenza e beneficenza;
2) gli istituti di istruzione e gli istituti di studio e sperimentazione di interesse generale che non hanno fine di lucro, i corpi scientifici, le accademie, le fondazioni e associazioni storiche, letterarie, scientifiche, di esperienze e ricerche aventi scopi esclusivamente culturali.
3) gli istituti autonomi per le case popolari, comunque denominati, e loro consorzi. Hanno inoltre diritto all’aliquota agevolata anche le ex Ipab, come prevede l’art. 4, comma 2 del D.Lgs. 207 del 2001.
Si può notare che si tratta di soggetti caratterizzati dalla rilevanza sociale delle loro attività in favore della collettività, circostanza che giustifica, anche sotto il profilo costituzionale, la previsione di agevolazioni fiscali. Vale il discorso per l’ICI: non riguarda la Chiesa in sé, ma tutti gli enti di natura non commerciale.
4) TASSE DOGANALI, ACQUA, GAS E FOGNE
E’ sottoposto, ad esenzione dall’aliquota di accisa il gas naturale destinato a particolare impieghi, come da elenco di cui alla Tabella A del D. Lgs. 26/10/1995 n. 504 – “Testo unico delle Accise”. Hanno diritto all’esenzione:
- Sedi e rappresentanti diplomatici e consolari;
- Organizzazioni internazionali;
- Forze Armate aderenti alla NATO;
- Forniture dello Stato della Città del Vaticano.
Va detta immediatamente una cosa: a dispetto di quanto facciano vigliaccamente credere gli anticlericali in rete, tutte le chiese in suolo italiano pagano, e senza EVADERE come molti italiani, acqua, gas, e fogne ma, prima di affrontare il resto del discorso, sarebbe opportuno ritornare a fare un passo indietro, riflettere senza paraocchi, con del buon senso e alla luce di quella storia maestra di vita che noi italiani siamo così disposti a dimenticare (o ad ignorare del tutto). Ebbene, carissimi signori, il Vaticano è uno Stato enclave. Enclave è un territorio interamente compreso all'interno di uno Stato, circondato del tutto. Ed è questa la chiave di lettura di tutta questa faccenda confusa ed imbrigliata. Ma andiamo per passi: si è forse questo Stato della Chiesa costituito ieri mattina per poi, non si sa per quali ragioni, esser mantenuto da un altro, in questo caso l’Italia? No. Lo Stato Pontificio esiste da qualche secolo successivo alla caduta dell’Impero d’Occidente e, con i suoi oltre 1500 anni di storia, è certo antichissimo e prestigioso, infinitamente più di quanto lo sia la neonata Italia di appena 150 anni (iniziati male e portati anche peggio, data la scarsa Unità e le forti pressioni scissioniste). Ebbene, questo Stato Pontificio, nel corso della sua storia, ha letteralmente costruito l’Italia centrale. Non è il caso di stare qui a parlare della straordinaria quantità di opere pubbliche (ospedali, ospizi, orfanotrofi, scuole, ponti, acquedotti ecc) che questo Stato del Papa ha regalato all’Italia. Non è il caso di Parlare che l’Università più grande d’Europa, la Sapienza, sia stata fondata da papa Bonifacio VIII (dopo Porta Pia espropriata con la forza), non è il caso di parlare che all’Alma Mater di Bologna, l’università più antica del Mondo (anche essa espropriata), ad aprire l'Istituto di Scienze fu proprio papa Benedetto XIV, che vi fece aprire le cattedre di matematica superiore, meccanica, fisica, algebra, ottica, chimica e idrometria, e lo arricchì con doni di materiali scientifico della propria biblioteca personale; non è il caso di parlare del fatto che l’Italia guadagni all’anno circa 8 mila miliardi di euro per il turismo. Si potrebbe dire: e questo che c’entra? C’entra cari, signori, c’entra: il patrimonio artistico italiano è costituito per il 95% dal patrimonio d’arte sacra che la Chiesa ha commissionato! Senza questa Chiesa, l’Italia non sarebbe la nazione al mondo più bella, quella che più può vantarsi di essere la regina delle arti, perché l’Italia ha avuto la fortuna di avere ben presente sul proprio suolo questa tanto odiatissima e disprezzata istituzione chiama Chiesa Cattolica.
Dati UNESCO alla mano, tutti i governi secolari della storia intera non eguagliano insieme ciò che da sola ha commissionato la Chiesa nel campo dell’arte. Ovunque è arrivato il Cattolicesimo, ivi c’è stata un’esplosione di mosaici e affreschi, di quadri e di fregi, di statue e colonne, di marmi, volte e vetrate dai mille colori; le terre si son riempite di quelle splendide cappelle, chiese, monasteri, abbazie, cattedrali e basiliche che ancora oggi nessun altro luogo delle nostre città può eguagliare in bellezza e prestigio. E non stupisca che sia Roma la città artisticamente più gloriosa del mondo, dopo che i Papi l’hanno trasformata in quel che Michelangelo definiva “il centro dell’Universo per un artista”. Anzi, a dirla tutta, se non ci fosse stato Papa Leone Magno lungo la strada a fermare di persona Attila che aveva intenzione di saccheggiare e distruggere Roma, quest'ultima neppure esisterebbe! Quando la smetteremo di essere ipocriti, per poi guardare in faccia la realtà e scoprire quanta eterna e impareggiabile ricchezza quella Chiesa oggi tanto odiata e offesa ha regalato all’Italia? Eppure non è per taluni ragioni che il Vaticano, non la Chiesa, non paga acqua, gas e fogne. Aggirando il fatto che Roma (escludendo qualche mezzo funzionante acquedotto di epoca romano-antica come la Cloaca Maxima) viva grazie ad importantissimi acquedotti pontifici come l’Acqua Paola, l’Acqua Felice, l’Acqua Pia Antica Marcia, il Peschiera-Capore, si ricordi che queste agevolazioni sono dovute alla semplice motivazione che la Chiesa di tutto fu spogliata con l’Unità d’Italia. Il fatto di pagare al Vaticano acqua, gas e fogne, non solo era ed è un dovere sacrosanto (condizione di cui fra l’altro godono anche ambasciate e particolari organismi per un semplice principi di “cortesia internazionale), ma è anche una necessità logica e politica in quanto il Vaticano è stato messo nelle condizioni di non riuscire ad essere del tutto autosufficiente dato che è stata l’Italia a ridurlo in un territorio tanto misero.
Smontate dunque le finte che accuse che voleva la Chiesa campare grazie ad una montagna di privilegi, e accertato che solo il Vaticano gode di qualche esenzione (come ogni altra ambasciata), siamo sicuri che il modo di risolvere la crisi e risollevare questo Paese sia staccare acqua e gas ad uno Stato di 10 metri quadrati? E' l’ennesima trovata disperata di un popolo che, invece di fare un minimo di autocritica e individuare realmente i problemi interni dell’Italia (diffusa immoralità, corruzione, delinquenza, evasione fiscale, sprechi e costi della politica ecc), inventa bufale infamanti e cerca di addebitare la crisi alla Chiesa.
libero.it
|