Juventus-Catania 2-2: squadra da psicanalisi

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principiopaolino1974
view post Posted on 24/4/2011, 10:18 by: principiopaolino1974     +1   -1




JUVENTUS-CATANIA 2-2
Buffon 5.5; Motta 5.5 (Sorensen 5), Barzagli 6.5, Bonucci 6, Grosso 6; Krasic 5.5, Felipe Melo 6.5, Aquilani 6, Marchisio 5.5; Matri 5 (Toni 5), Del Piero 7.5 (Pepe 5).

Partiamo dalla cosa più bella che c'è: Alessandro Del Piero. Il nostro capitano da ieri può vantare altri due record. E' il giocatore che ha segnato più gol (283) con la maglia di uno stesso club (ha superato Meazza, 282 reti nell'Inter). E' il giocatore che è andato più volte in doppia cifra, con questa doppietta è arrivato a quota 10 ed è la 15.a volta che agguanta o supera la decina (Filippo Inzaghi è a 14 stagioni in doppia cifra). Rimaniamo sempre su Alessandro Del Piero per enucleare una constatazione riguardante il nostro allenatore. Delneri ultimamente fa due cose, una buona e l'altra - eufemismo - un po' meno buona: è bravissimo a individuare il migliore in campo poi, una volta individuato, lo toglie. Un'inspiegabile forma di masochismo che ben rispecchia l'annata della nostra povera Juventus. Del Piero stanco vale ancora molto di più di tanti altri, se non di tutti. Nel contesto di un gruppo che denota un deficit di personalità assolutamente raccapricciante. Una grande squadra non si fa rimontare due gol in casa da una modesta formazione che lotta per non retrocedere. Una grande squadra, quando vince 2-1 e mancano pochi minuti, la partita la porta a casa perché riesce a mantenere il possesso palla, perché riesce a fare melina fino al triplice fischio. Noi invece non siamo in grado di tenere il pallino del gioco: sembra che il pallone scotti fra i piedi, come dimostra quell'azione in cui ci siamo ritrovati in quattro contro uno e siamo riusciti a sbagliare. Una squadra con personalità in un'azione del genere chiude i conti in maniera spietata, i nostri invece hanno sempre paura di sbagliare. E, quando giochi con la paura di sbagliare, l'unica cosa che può succedere è che sbagli. Insomma, una squadra da psicanalisi, che quando incassa il gol del 2-1 ti dà subito la sensazione che possa prendere anche il secondo. Andando in affanno, in apnea, e sperando che in un qualche modo la palla non entri più. Ma nel calcio non ci si può affidare al caso. Che poi nel nostro finale tragicomico ci abbia messo lo zampino il solito Bergonzi, questo è un altro discorso. Il fischietto genovese ha concesso il primo rigore della sua carriera a favore della Juve (dopo i 6 assegnati contro), poi ha deciso che il recupero si sarebbe protratto fino al pareggio del Catania. Scaturito da una punizione discutibile, perché Melo lì il braccio non se lo può tagliare. Due le considerazioni sulla direzione di gara. Se guardate le prestazioni del signor Mauro Bergonzi anche nelle partite in cui non ci siamo noi, vi rendete conto che questo è un arbitro mediocre, che non dovrebbe dirigere le gare di serie A e forse neanche quelle di serie B. Altra cosa da notare è che il rispetto della classe arbitrale bisogna guadagnarselo sul campo: il regolamento del calcio è pieno di situazioni che si prestano a un'interpretazione soggettiva; la differenza la fa l'autorevolezza della squadra che c'è in campo. Oggi per un arbitro fischiare contro la Juve è la cosa più semplice di questo mondo. E' più normale aver paura di danneggiare un club che lotta per lo scudetto piuttosto che uno impegnato nella rincorsa al preliminare di fine luglio di Europa League. Questo perché poi tanto nessuno ne parlerà: oggi la Juve finisce a pagina 16 nei giornali che non trattano essenzialmente le vicende bianconere. Può sembrare poco ma, in un paese in cui la stampa è molto di più del quarto potere (basti pensare che il processo Calciopoli si è celebrato sui giornali), questo è l'aspetto che più dà la dimensione della nostra impotenza.
 
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