Medjugorje, segreti, messaggi e apparizioni. Fede cattolica e preghiere.

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TerryTerry
view post Posted on 29/9/2011, 13:02 by: TerryTerry     +1   +1   -1




San Michele Arcangelo

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Michele è un arcangelo menzionato nella Bibbia, così come Gabriele e Raffaele. Il nome Michele deriva dall'espressione "Mi-ka-El" che significa "chi è come Dio". L'arcangelo Michele è ricordato per aver difeso la fede in Dio contro le orde di Satana. Michele, capo degli angeli, dapprima accanto a Lucifero (Satana) nel rappresentare la coppia angelica, si separa poi da Satana e dagli angeli che operano la scissione da Dio, rimanendo invece fedele a Lui, mentre Satana e le sue schiere precipitano negli Inferi. Nel calendario liturgico cattolico si festeggia come San Michele Arcangelo il 29 settembre, con San Gabriele Arcangelo e San Raffaele Arcangelo.
Michele è citato nella Bibbia ebraica, nel Libro di Daniele 12,1, come primo dei principi e custode del popolo di Israele.
Nel Nuovo Testamento è definito come arcangelo nella Lettera di Giuda 9, mentre nell'Apocalisse di Giovanni 12,7-8 Michele è l'angelo che conduce gli angeli nella battaglia contro il drago, rappresentante il demonio, e lo sconfigge. Esso è implicitamente nominato in Giosuè 5:14-15 e in Zaccaria 3:2. Essendo qui chiamato Angelo Personale del Signore possiamo ritrovare la sua figura in Genesi 16,7 che rimanda a 1Corinzi 10,4 che a sua volta si ricollega a Esodo 3,2 e 23:21 che rimandano ad Isaia 9,5 e 63,9 per poi ritrovarsi in Giudici 2:1 e rivelarsi nel collegamento tra Malachia 3:1 e Marco 1,2 e Salmo 106:20 e Giovanni 1,1.
Numerosi sono gli scritti apocrifi vetero e neo-testamentari in cui l'arcangelo Michele compare a vario titolo. Per esempio, nell' Apocalisse siriaca di Baruc è scritto che detiene le chiavi del Paradiso; nella Vita di Adamo ed Eva si dice che fu lui ad insegnare ad Adamo a coltivare la terra; nell' Apocalisse di Mosè detta ai figli di Adamo ed Eva i doveri rituali verso i defunti; nel Vangelo di Bartolomeo si racconta che fu lui a portare a Dio la terra e l'acqua necessarie a creare Adamo; nella Ascensione di Isaia si racconta che fu lui a rimuovere la pietra dal sepolcro di Gesù; nella Apocalisse della Madre di Dio accompagnò la Vergine in un viaggio infernale per mostrarle le pene a cui sono sottoposti i dannati.
L'immagine di Michele arcangelo sia per il culto che per l'iconografia, dipende dai passi dell'Apocalisse. È comunemente rappresentato alato in armatura con la spada o lancia con cui sconfigge il demonio, spesso nelle sembianze di drago. È il comandante dell'esercito celeste contro gli angeli ribelli del diavolo, che vengono precipitati a terra. A volte ha in mano una bilancia con cui pesa le anime (psicostasia), particolare che deriva dalla tradizione islamica (a sua volta derivante dalla mitologia egizia e persiana), ma che non ha nessun fondamento nelle scritture cristiane o nella tradizione cristiana precedente, come dimostra M. Asìn Palacios ne L'escatologia islamica nella Divina Commedia.
Sulla base del libro dell'Apocalisse ne vennero scritti altri dedicati a Michele che finirono per definirlo come essere maestoso con il potere di vagliare le anime prima del Giudizio. L'iconografia bizantina predilige l'immagine dell'arcangelo in abiti da dignitario di corte (con il loron) rispetto a quella del guerriero che combatte il demonio o che pesa le anime, più adottata invece in Occidente.
Secondo vari studiosi, tra cui lo scrittore scozzese Robert J. Stewart, San Michele e San Giorgio sono eredi dell'immagine dell'eroe radioso che uccide un drago, parte della fase solare del mito della creazione il cui prototipo fu il dio babilonese Marduk. "In epoca ellenistica l'equinozio autunnale, come quello primaverile, era consacrato a Mitra-Sole considerato demiurgo e cosmocrator, signore e animatore del cosmo, la cui funzione era simboleggiata da una sfera che teneva in mano; ma anche mediatore cosmico e dunque, per tanti aspetti, analogo a Hermes-Mercurio. Molte funzioni equinoziali e mediatrici di Mitra-Sole-Hermes vennero ereate da san Michele la cui festa cade in Occidente nel periodo subito successivo all'equinozio...."
Il culto dell'arcangelo Michele (impropriamente ma tradizionalmente equiparato ad un Santo) è di origine orientale. L'imperatore Costantino I a partire dal 313 gli tributò una particolare devozione, fino a dedicargli il Micheleion, un imponente santuario fatto costruire a Costantinopoli. La prima basilica dedicata all'arcangelo in Occidente è quella che sorgeva su di una altura al VII miglio della Via Salaria, ritrovata dalla Soprintendenza Archeologica di Roma nel 1996; il giorno della sua dedica, officiata con ogni probabilità da un Papa prima del 450, ovvero il 29 settembre, è rimasto fino ad oggi quello in cui tutto il mondo cattolico festeggia "San Michele". La basilica "in Septimo" fu meta di pellegrinaggi fino al IX secolo, quando il riferimento geografico della festa del 29 settembre risulta trasferito al santuario garganico e alla chiesa di Castel Sant'Angelo a Roma.
In Oriente san Michele è venerato con il titolo di "archistratega", che corrisponde al titolo latino di princeps militiae caelestis (principe delle milizie celesti) che compare nella preghiera a San Michele.
Alla fine del V secolo il culto si diffuse rapidamente in tutta Europa, anche in seguito all'apparizione dell'arcangelo sul Gargano in Puglia. Secondo la tradizione, l'arcangelo sarebbe apparso a san Lorenzo Maiorano, vescovo di Siponto l'8 maggio 490, ed indicatagli una grotta sul Gargano lo invitò a dedicarla al culto cristiano. In quel luogo sorge tutt'oggi il Santuario di San Michele Arcangelo - Celeste Basilica - (nel mezzo del nucleo cittadino di Monte Sant'Angelo), che nel Medioevo fu meta di ininterrotti flussi di pellegrini, i quali per giungervi percorrevano un percorso di purificazione lunga la Via Francigena.
Fin dal VII secolo i pastori pugliesi che si recavano in transumanza sulla Maiella portarono con loro il culto di San Michele Arcangelo. A Lettomanoppello a circa 750 mslm c'è un'ampia grotta in cui è collocata una statua in pietra del santo particolarmente venerata nei secoli passati da tutti i lettesi (abitanti di Lettomanoppello) che, ogni anno, l'8 di maggio si recavano in processione dal paese fino alla grotta per celebrarvi messa. Pietro da Morrone, futuro Papa Celestino V, ai piedi della grotta costruì una piccola cappella. Attualmente nella grotta è collocata una copia della statua in quanto quella originale, poiché di notevole valore storico-artistico (nonché economico) dopo un tentativo di furto è custodita presso il Museo delle Genti d'Abruzzo a Pescara.
Nella vita di papa Gregorio I riportata dalla Leggenda aurea, si narra che durante una tremenda pestilenza, al termine di una processione con il canto delle litanie istituite dal papa intorno alla città di Roma, Gregorio vide apparire su Castel Sant'Angelo San Michele che deponeva la spada nel fodero, segno che le preghiere erano state ascoltate e che la terribile epidemia sarebbe cessata. Per commemorare l'episodio sul monumento fu eretta una statua raffigurante l'arcangelo.
Altro luogo di venerazione dell'arcangelo Michele è l'isolotto francese di Mont Saint-Michel. Qui, secondo la leggenda, l'arcangelo Michele apparve nel 709 a sant'Uberto, vescovo di Avranches, chiedendo che gli fosse costruita una chiesa sulla roccia. Il vescovo ignorò tuttavia per due volte la richiesta finché san Michele non gli bruciò il cranio con un foro rotondo provocato dal tocco del suo dito, lasciandolo tuttavia in vita. Il cranio di sant'Uberto con il foro è conservato nella cattedrale di Avranches.
Molto caro ai russi assieme all'arcangelo Gabriele e oggetto di diverse icone. Un monastero del XII secolo a lui dedicato, costruito sulla foce della Dvina, ha dato il nome all'intera città di Arcangelo, nel nord della Russia.
Il culto di san Michele fu assai caro ai Longobardi, e in Italia l'arcangelo Michele è patrono di molti paesi e alcune città.
Il culto fu caro anche a San Colombano ed ai monaci colombaniani di Bobbio, lo stesso santo monaco missionario irlandese fondò numerose chiese dedicati al santo nella sua opera evangelizzatrice in Europa ed eresse nel 615 l'Eremo di San Michele di Coli poco distante da Bobbio e dalla sua abbazia.
Giovanna d'Arco identificò nell'Arcangelo Michele una delle Voci che la ispirarono e la prima che le si presentò.
San Michele viene invocato per la buona morte ed è il protettore dei paracadutisti, commercianti, maestri d'arme, poliziotti, merciai, speziali, fabbricanti di bilance e schermidori.
San Michele è Patrono di Caltanissetta, insieme all’Immacolata Concezione ed al Redentore.
La statua raffigurante San Michele è opera del nicositano Stefano Livolsi. Quando San Michele liberò la città dalla peste, il Livolsi lavorava alla scultura di un angelo custode, gli fu chiesto di modificare la statua, facendola diventare un bel San Michele.
Lo scultore tolse il bambino e nella mano destra della statua mise la catena, e nella sinistra, che era rivolta in alto a indicare il Cielo, una lancia, scolpì il demonio sotto i piedi e si accinse a scolpire anche la testa.
Disperato per la difficoltà che il volto mostrava, non uscendo mai bello come egli voleva, rimase giorno e notte su quel lavoro, finché esausto si addormentò. Al suo risveglio trovò un volto vicino la statua, un volto splendido e fine, provò a porlo sulle spalle della statua e vi si incastonò perfettamente.
Così Caltanissetta ebbe la sua statua. Alle spalle della quale fu posta una cassetta con il resoconto dei miracoli.
Il simulacro è risultato essere di legno di salice, mentre la testa risulta essere di legno d'olivo.
Da allora, ogni anno, l'8 Maggio, il 29 Settembre e il 28 Dicembre la statua viene portata in solenne processione, e viene invocata nuovamente la celeste protezione dell'Angelo Splendente che aveva evitato a Caltanissetta la peste; al Glorioso Principe che ancora oggi con dolce sguardo veglia sulle case dei suoi nisseni.
 
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92 replies since 29/3/2011, 23:12   3798 views
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