| Marotta, appena arrivato alla Juve in estate, ha avuto subito pieno potere da Agnelli ed il completo controllo sul mercato. Il suo principale obiettivo per quest’anno è stato quello di svecchiare la rosa, ringiovanirla e diminuire il monte ingaggi, quindi in questo senso si spiegano le cessioni di Poulsen, Diego, Zebina, Camo, Trez anche se, limitatamente agli ultimi due, si è parlato di un problema di spogliatoio e di rapporti con il mister visti i precedenti diverbi con Ranieri. Conferme si riscontrano soprattutto negli accordi presi con l’Hercules di Alicante per la cessione di Trezegol dal momento che la Juventus gli paga ancor metà dello stipendio di tasca propria. Non si può ignorare il caso-Diego che in estate ha diviso la tifoseria bianconera. Una metà sosteneva che fosse importante per il progetto intrapreso tenere in rosa un giocatore molto tecnico come il brasiliano, croce e delizia della precedente stagione e gestione fallimentare sotto tutti i punti di vista. Altri, invece, lo ritenevano il principale responsabile del vergognoso campionato disputato dai bianconeri. Diego ha creato disguidi anche tra Delneri, disposto a tenerlo e ad adattarlo come seconda punta al suo 442, e Marotta, intenzionato a venderlo in caso fosse arrivata una offerta conveniente, rientrante sempre nel discorso di dover far cassa. A fine estate così è stato, dando l’impressione di non guardare in faccia a nessuno, e a detta del brasiliano, la colpa è stata tutta dell’ex dg della Samp. Gli esempi di Borriello, Di Natale e Burdisso, tuttavia, fanno emergere un dato preocuppante, ovvero il fatto che Marotta visioni il solo campionato italiano e sia poco attento ai talenti che sbocciano all’estero. Motta, Martinez, Rinaudo, Pepe, Bonucci sono simbolo di un mercato italiano poco ricco e tatticamente mediocre quindi mi vien da dire, col senno del poi, che la sua scelta di puntare sul “Made in Italy” non sia stata molto appropriata per le esigenze della Juve di tornare ai vertici del campionato. Infatti la posizione in classifica che attualmente ricopre la Juve dimostra i problemi che si sono avuti in questi mesi. La cessione di Giovinco (in comproprietà), connessa con quella di Diego, ha svuotato la squadra della tecnica necessaria per vincere anche quelle partite bloccate tatticamente. Molto si è puntato sulla quantità (visti i 14 giocatori acquistati in un solo colpo) e sul modulo preferito di Delneri, il 442 con il quale ha fatto molto bene negli ultimi anni a Bergamo e a Genova. Poco sulla qualità degli interpreti. I soli acquisti di Quagliarella e di Krasic (unico stranieri, guarda caso) si sono rivelati azzeccati per le strategie di Delneri. Rispetto allo scorso anno, un miglioramento c’è stato nell’organizzazione tattica del mercato, coadiuvato da un costante confronto tra Delneri e Marotta, meno nella scelta dei giocatori visto che, a fine estate, si sono cercati giocatori un po’ a caso, appannati dalla fretta di dover trovare tasselli per la squadra invece di seguire meticolosamente giocatori capaci. I nomi accostati alla Juve, infatti, sono stati tantissimi, una miriade. Sempre in estate, a molti tifosi, compreso me, è venuto il dubbio che il parco attaccanti tanto osannato (Del Piero, Quagliarella, Amauri, Iaquinta) in realtà non fosse molto competitivo infatti, complice anche lo sfortunato infortunio di Quagliarella a Gennaio, la società è dovuta tornare sul mercato con due ottimi innesti, quelli di Matri e Toni: il primo per motivi di età e costante crescita tattica, il secondo per motivi economici. A proposito di motivi economici, Marotta quest’anno ha preso giocatori utilizzando per tutti (o quasi) sempre la stessa formula: il prestito con diritto di riscatto a rate. Ad esempio, la Juventus sta usufruendo attualmente gratis delle prestazioni di Matri. In questo modo, giustamente, si evita di sborsare una grossa somma in un sol colpo, ci si può permettere di pagare ancora lo stipendio di Trez e, soprattutto, si è potuto acquistare un potenziale campione (Krasic). Il banco di prova più importante per Marotta, però, sarà quello del rinnovo dei contratti di Buffon e Del Piero, due bandiere juventine, a patti vantaggiosi sia per la società che per loro stessi, tenendo sempre conto del parere dei tifosi. Vedremo. Lo scheletro della squadra dal quale ripartire è buono, io confermerei Marotta e Delneri e darei loro un’altra possibilità, l’ultima (ovvero due anni di tempo, come fatto per i precedenti allenatori) nella speranza di tornare, il prossimo anno, costi quel che costi, ai vertici del campionato. Tuttavia, non credo si possa barattare il fair play finanziario con la qualità e l’acquisto di CAMPIONI. Gli introiti provengono dalle posizioni in classifica e le posizioni alte le possono assicurare solo giocatori come questi.
Nome: Peschechera Davide Nickname: eldavidinho94 Età: 17 Professione: studente liceale
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