Mose, una voragine a Venezia

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Brig@nTonio™
view post Posted on 30/12/2010, 19:17     +1   -1




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Il sistema di dighe mobili contro l'acqua alta doveva costare 1,6 miliardi di euro. Siamo già a 5 miliardi e mezzo. Tutti a un consorzio privato. Con l'augusta protezione di Gianni Letta

Il morbo infuria, il pan ci manca e lo Stato assegna altri 1.225 milioni di euro al Mose, il sistema modulare di dighe mobili che dovrebbe salvare Venezia dall'acqua alta. Il conto, la cuenta, l'addition, the bill, arriva a 5.496 milioni complessivi. Soldi veri, contanti e abbondanti in tempo di carestia generale. Accade il 18 novembre, nel disinteresse nazionale. A mala pena un vicesindaco, Sandro Simionato, fa notare come il Comune aspetti da due anni i 42 milioni di euro promessi da Gianni Letta al sindaco di allora Massimo Cacciari.

Contro ogni buonsenso, lo tsunami di denaro deliberato dal Cipe il 18 novembre non bagnerà le casse municipali. Per tenerle asciutte c'è il Modulo Tremonti, che non lascia filtrare liquidi verso gli enti locali. L'onda benefica colpirà soltanto il Consorzio Venezia Nuova (Cvn), interamente privato. Il Consorzio è il potere a Venezia. Ed è il potere in Veneto. Prende i soldi pubblici e li gira a chi esegue i lavori, cioè alle stesse imprese socie del Consorzio che, grazie al Mose, sono diventate così grandi e ricche da reinvestire i guadagni in altri appalti.

È un circolo virtuoso, con rischio di impresa a zero. Soprattutto, con zero concorrenza. Sui 3.243 milioni già finanziati (circa 2.500 milioni effettivamente disponibili), il Consorzio ha messo a gara opere per meno di 10 milioni, una percentuale ben lontana da quanto aveva imposto la Commissione europea durante il governo Berlusconi 2 a Gianni Letta, al ministro ai rapporti con l'Ue Rocco Buttiglione e al diplomatico di lungo corso Umberto Vattani. Per sospendere la procedura di infrazione sull'eccessivo ricorso ai lavori in-house, l'Unione aveva chiesto che andasse a gara quanto meno il 45 per cento dei lavori, ed era già una deroga eccezionale. Raggiungere questa quota è ormai matematicamente impossibile.

Ma le quote non appaiono un problema per il Cvn. Il 22 e il 23 novembre, cioè pochi giorni dopo il ritocco del 25 per cento sui finanziamenti al Mose, a Venezia si è discusso di quote di marea. Durante un convegno organizzato dall'Unesco, agenzia Onu alla quale l'Italia sta dando parecchio filo da torcere fra Pompei e Colossei cadenti, alcuni scienziati hanno contestato il sistema delle 79 dighe mobili disposte alle tre bocche di porto del Lido (40 paratoie), di Malamocco (20 paratoie) e di Chioggia (19 paratoie).

Sulla base della variazione delle maree ipotizzata dall'Ipcc (Intergovernamental panel on climate change), la tesi di Paolo Antonio Pirazzoli del Cnrs (il Cnr francese) è che il Mose è pensato per maree inferiori, che lascia comunque filtrare l'acqua e che è necessaria una "drastica revisione del progetto". Nel breve termine si dovrebbero seguire le prescrizioni suggerite del Comune, che si rifacevano all'opera costante di manutenzione dei dogi con lo scavo dei canali, il rifacimento delle rive, la protezione delle barene e vari altri interventi che non si possono più fare per assenza di "schei". Su posizioni critiche si sono espressi anche Georg Umgiesser (Cnr) e Albert Ammerman (Colgate university of New York).
Per quel che può servire, la pensa così anche Arrigo Cipriani, patron dell'Harry's bar di calle Vallaresso. "Non ci sono più fondi per la manutenzione. Le pietre sono lasciate a se stesse", ha detto Cipriani, non precisamente un fondamentalista dell'ambiente, men che meno un uomo di sinistra.

Del resto, per capire quello che succede a Venezia bisogna cancellare quel che resta degli schieramenti politici. Il Mose è stato propagandato come una battaglia per la modernità. Nei 25 anni di vita del progetto, ha avuto paladini a destra e a sinistra. E se oggi il santo protettore dell'opera è Letta, che incontra spesso e riservatamente - soprattutto mai colloqui telefonici - il presidente e direttore generale del Cvn, Giovanni Mazzacurati, l'opera ha sponde trasversali nel presidente dell'autorità portuale Paolo Costa, ex sindaco ed europarlamentare Pd. Lo stesso sindaco democratico Giorgio Orsoni non è certo un oppositore del progetto.
 
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view post Posted on 18/1/2011, 20:46     +1   -1

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stanno facendo danni soltando a venezia... tutti quei soldi spesi potevano essere utili per rifare alcune zone di venezia prese molto male...
 
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view post Posted on 18/1/2011, 23:21     +1   -1

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CITAZIONE (juventissimo @ 18/1/2011, 20:46) 
stanno facendo danni soltando a venezia... tutti quei soldi spesi potevano essere utili per rifare alcune zone di venezia prese molto male...

:.quoto:
 
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Abbott_Juve
view post Posted on 19/1/2011, 00:01     +1   -1




Si, ma un'opera malridotta come il Mose puoi sfruttarla in campagna elettorale, sfruttando l'ignoranza dell'italiota medio. L'opera di riqualificazione di alcuni quartieri o intere zone della città, no.
 
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view post Posted on 19/1/2011, 00:37     +1   -1

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CITAZIONE (Abbott_Juve @ 19/1/2011, 00:01) 
Si, ma un'opera malridotta come il Mose puoi sfruttarla in campagna elettorale, sfruttando l'ignoranza dell'italiota medio. L'opera di riqualificazione di alcuni quartieri o intere zone della città, no.

io nn so dove abiti, ma venezia nn è come la si vede solo dal lato bello... ci sono quelle zone che fanno veramente paura ad andarci perché hai paura di finire in acqua... poi l'acqua alta "serve" per pulire le calli visto che c'e gente che fa i suoi bisogni la... e nn sai gli odori che vengono su...
 
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4 replies since 30/12/2010, 19:17   87 views
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