Berlusconi la spunta per tre voti

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TerryTerry
view post Posted on 14/12/2010, 20:12 by: TerryTerry     +1   -1




ROMA
La sfida tra Silvio Berlusconi e Gianfranco Fini finisce 314 a 311. E ad affossare la mozione di sfiducia contro l’esecutivo in Aula alla Camera sono proprio tre deputati del gruppo di Futuro e Libertà: Maria Grazia Siliquini e Catia Polidori, indecise fino all’ultimo, votano per il presidente del Consiglio, mentre il presidente della commissione Lavoro, Silvano Moffa, non risponde alla chiama.

Dopo la vittoria ampia al Senato, dove la fiducia al governo Berlusconi passa con 162 voti a favore, 135 i contrari, 11 gli astenuti, la partita a Montecitorio si gioca in due ore circa, tra insulti, risse sfiorate, deputate che vanno al voto scortate. Al centro della partita torna ora la Lega. Maroni chiede un allargamento della maggioranza, mentre Bossi avverte che «non c’è alcun veto all’Udc». «C’è il problema del federalismo, ma non basta», dice il Senatur.

Fini contestato
Nel tratto di Transatlantico che ha attraversato, il presidente della Camera è stato oggetto di una inedita contestazione: un gruppetto di deputati di maggioranza, per lo più della Lega, ha chiesto a viva voce: «Dimettiti coglionazzo». Prima una singola voce, poi più voci hanno ripetuto la sollecitazione all’indirizzo di Fini, mentre altri leghisti intonavano “Va Pensiero”. Fini si è preso qualche minuto per riflettere, poi ha dettato alle agenzie una dichiarazione: «La vittoria numerica di Berlusconi è evidente quanto la nostra sconfitta, resa ancor più dolorosa dalla disinteressata folgorazione sulla Via di Damasco di tre esponenti di Futuro e Libertà. Che Berlusconi non possa dire di aver vinto anche in termini politici sarà chiaro in poche settimane» .

La soddisfazione del Cavaliere
Berlusconi, subito dopo il voto, si è complimentato con Verdini, e attraversando il Transatlantico tra gli applausi ha sussurrato: «Me l'aspettavo. Sono sereno ora come lo sono sempre stato». Poi ha incontrato Bossi e Tremonti a Palazzo Chigi e alle 17 è salito al Quirinale. Verso le 18 è andato alla presentazione del nuovo libro di Bruno Vespa. «C’è stata una pressione psicologica e non solo su alcuni esponenti del Fli», esordisce il Cavaliere, «per questo motivo alla Camera la maggioranza non è stata così consistente come in Senato». Ora «bisogna andare avanti», dice il premier, perché lo vuole anche Napolitano.

Come? Rinforzando la squadra di governo. Berlusconi ha citato la possibilità che alcuni parlamentari «rientrino nei ranghi del Pdl» e ha poi fatto riferimento all’Udc, ad «altri gruppi ancora» e a singoli esponenti del Pd.Con Fini, dice, è finita, perché lui e i suoi «hanno mantenuto comportamenti negativi culminati nel discorso di oggi di Bocchino. Ma il risultato di oggi dimostra che non c’è una maggioranza alternativa. Alla fine è venuto fuori che per Fini ero un ostacolo per raggiungere i suoi obiettivi». Resta però la difficoltà di governare: la riforma complessiva della giustizia sarà molto più difficile «portarla a compimento con i numeri parlamentari attuali. Non ci sarà una riforma su alcuni punti» che non trovano il consenso dell’opposizione, ma su altri, come ad esempio la «velocizzazione» dei processi, credo sia possibile portare a termine le riforme.

Il Pd: non cambia nulla
«Non cambia nulla, il governo non ce la fa», commenta Bersani. «La crisi politica ne è esce drammatizzata». E poi: «È una vittoria di Pirro. Siamo al governo Scilipoti-Razzi. Evidentemente si è verificata una vicenda totalmente scandalosa di compravendita di voti, che consegna al Paese un governo più debole e un’opposizione più ampia». D'Alema attacca: «Non è una bella pagina di storia parlamentare» perchè abbiamo assistito a questa «scena di trasformismo, questo mercanteggiare fino all’ultimo, questo aspettare la seconda chiama per sembrare decisivi. Uno spettacolo che alimenta il peggiore qualunquismo».

fonte: lastampa.it
 
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