Salisburgo-Juventus: note a margine
E' chiaro che vedere entrare Krasic e, due minuti dopo, vederlo segnare il gol del pareggio sia esaltante. Il Cobra Serbo, ormai, è entrato di diritto nel cuore dei tifosi bianconeri, che in lui ripongono sogni di antichi sapori. Io stesso, quando ne parlo, mi sembra di "trattare" un Pavel Nedved agli albori della sua carriera: giovane, selvatico, violento nel gioco sul pallone, travolgente, mai domo. Poi, però, si butta l'occhio a quello che, come continuiamo a dire, ancora non funziona; Sissoko, per dirne uno, non è più quello di una volta, e fa impressione dire una cosa del genere di un giocatore ancora molto giovane; la battuta che si sente spesso fare è che, dalla Coppa d'Africa, ci abbiamo mandato indietro il fratello scarso. Non sono battute che apprezzo, dato che sono sempre stato un sostenitore del maliano, però a un certo punto occorre anche arrendersi all'evidenza; forse l'ambiente bianconero non è più il suo ambiente, e lasciarlo partire potrebbe essere un bene per ambo le parti. Pepe, invece, non merita illazioni; una partita sottotono può capitare a tutti, e data l'indiscussa e indiscutibile generosità dell'elemento, aggiungo solo che il cambio era l'unica mossa possibile in quel momento, ed effettuato anche con coraggio e precisione dal mister Del Neri, che, tra parentesi, mi sta stupendo. Quest'ultimo sembra, infatti, avere quella rara dote che manca ad altri allenatori (gente come Ranieri), ovvero l'umiltà di capire gli errori e imparare da essi, migliorando così le cose.
Bonucci è una spina nel fianco; strano come il ragazzo sia un giorno l'iradiddio e il giorno dopo burro fuso nel quale riescono ad affondare anche i giocatori del Salisburgo che, con tutto il rispetto, non sono certo delle cime di tecnica. Manninger meriterebbe un monumento per un paio di interventi, primo su tutti la parata al 92esimo: bella e preziosa quanto un gol. Chiellini ha svolto bene il suo compito, ma non è una novità, e Grygera si è battuto con dignità (a lui i nostri più cari auguri!); capitan Del Piero, nonostante qualche leziosità di troppo dovuta a un rallentamento inevitabile, ha fornito pregiati spunti della solita classe, rischiando anche il gol in un paio di occasioni. Marchisio si è difeso e ha provato a pungere, smarrendosi talvolta nella ragnatela degli austriaci, ma uscendo comunque a testa alta, nonostante qualche peccato di "confusione". De Ceglie ha fatto una sola cosa buona: il cross per Amauri, che Krasic ha trasformato in gol (eh sì, quel cross era per Amauri, troppo impegnato a controllare che il ciuffo di capelli restasse in ordine sullo stacco per riuscire a raggiungerlo...), e Melo ha tenuto bene ordine nel reparto di sua competenza.
A proposito di Amauri, entriamo nelle noti dolenti; vendere. Una sola parola, semplice. Vendere. Non si può vedere un attaccante eternamente spalle alla porta, puntualmente in ritardo (di preparazione e di tempistiche), lento, in affanno, incapace di saltare l'uomo palla a terra e incapace di incornare i cross in maniera efficace. Ieri sera Amauri ha avuto tre palloni giocabili, quasi quattro. Pochi, daccordo, ma avesse fatto di quattro una cosa buona. Inzaghi, su quattro palloni, tre sono fuorigioco e uno è gol, tanto per citare un giocatore per il quale non sono mai impazzito (poco elegante, che ci volete fare...ho il palato fine). Per Trezeguet, invece, su quattro palloni giocabili, due sono gol. Questi sono attaccanti, o, almeno, questa è l'idea di prima punta. L'abbiamo aspettato, ad Amauri, visto e rivisto, bocciato e rimandato. L'impressione è che sarebbe meglio se il suo tempo alla Juventus fosse finito. Meglio per tutti, intendo.
Martinez merita una postilla a parte; confermo semplicemente la stessa cosa che ho detto ieri sera agli amici. E' troppo presto per valutarlo, gioca troppo poco, però mi ispira fiducia.
Come panchina di lusso.
Caro Marotta, ancora qualche piccolo (mica tanto) sforzo; a gennaio la rosa va rintuzzata, e in estate definita in maniera completa.
fonte: tuttojuve