Inter-Juventus, derby e veleni
Dal 9-1 di Sivori ai cori contro Balotelli
ROMA - Quando Gianni Brera lo defini' il derby d'Italia, non era ancora successo quasi nulla. Nel 1967 voleva descrivere una rivalita' acerrima, come quella tra due squadre della stessa citta'. Ma
non aveva visto Calciopoli, gli scudetti revocati, il fallo di Iuliano su Ronaldo, quello degli interisti su Buffon, i cori contro Balotelli e tutto il resto. Inter-Juventus e' La Partita, anche se l'avvento di Berlusconi al Milan 25 anni fa ha riportato stabilmente in auge il terzo, grande contendente del calcio italiano. Capo e coda della lunga vicenda hanno una cosa in comune: la Juve che vince 5 scudetti fra il 1931 e il 1935, i nerazzurri che fanno lo stesso tra il 2006 e il 2010 (con il primo titolo a tavolino). In mezzo c'e' Meazza mito dell'Inter che a fine carriera passa in bianconero, e il
9-1 del '61 con 6 gol di Sivori (record): l'unico gol nerazzurro fu di Sandro Mazzola, talento della Primavera schierata da Angelo Moratti per protesta contro la Federcalcio di Umberto Agnelli e la sua revoca di uno 0-2 a tavolino per i nerazzurri. Poi tutti gli anni Sessanta, la Grande Inter di Moratti padre e di Herrera, che incarna il potere con il manager Allodi, moderno in tutti i sensi. Arrivano i Settanta, domina la Juventus, i nerazzurri vincono uno scudetto ogni dieci anni, piu' o meno. Ci sono due 4-0 a San Siro per la Beneamata, nel '79, stagione del tricolore, e nell''85, ma i successi juventini non si contano (il bilancio del derby e' 95 a 67 per i bianconeri, 51 i pareggi).
Il presidente dell'Inter Pellegrini, imprenditore dei cibi precotti,
viene irriso come ''il cuoco degli Agnelli'' perche' rifornisce anche il nemico. Lo zenit della rivalita' si raggiunge pero' negli anni '90. Nel '98 l'Inter di Ronaldo rimonta 8 punti alla Juve nel girone di ritorno, nonostante una serie di decisioni arbitrali molto discusse a favore dei bianconeri. Nel big match di Torino
Ceccarini non da' un rigore clamoroso agli ospiti per fallo di Iuliano sul Fenomeno,
la Juventus vince 1-0 e si invola verso l'ennesimo titolo. Niente sara' piu' uguale. La pagina piu' nera dell'Inter recente, il
5 maggio 2002 (io ero ad Udine a godere
)all'Olimpico, significa un altro scudetto, insperato, per i rivali. Due club, due mondi troppo lontani, simboleggiati in qualche modo da Lippi in panchina e Cannavaro in campo:
formidabili con la Juve, fallimentari con l'Inter, tra sospetti e recriminazioni. Il conto si salda nell'estate del 2006.
Calciopoli manda in B la Juve di Moggi che si e' appena presa il 29/o titolo, poi assegnato all'Inter. La storia nerazzurra cambia di colpo, quella bianconera vive la stagione piu' buia. Ibrahimovic e Vieira si trasferiscono a Milano.
Da allora e' guerra, strisciante o dichiarata. Vecchie e nuove dirigenze non resistono alla tentazione della battuta cattiva, il fair play e' una finzione passeggera. Il (pen)ultimo terreno di scontro sono i cori bianconeri contro Balotelli, che non c'e' piu'.
Anni di fuoco prima del derby di domenica.
Fonte: ansa.it
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