[Topic unico] FARSOPOLI: il complotto Moratti, Facchetti, Telecom e Gazzetta dello Sport.

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muni79
view post Posted on 23/11/2013, 16:34     +1   -1




Avv. D'Onofrio a 'Stile Juventus': "A causa di Calciopoli distrutte carriere e persone. Processo diverso dagli altri per tensioni e condizionamenti. I media hanno fatto calare il silenzio volutamente"



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Ospite della trasmissione ‘Stile Juventus’ su Radio Manà Sport, Paco D’Onofrio, docente di Diritto Sportivo all’università di Bologna e legale di Luciano Moggi nel processo sportivo di Calciopoli, ha parlato della situazione al Processo di Napoli tracciando le probabili prospettive di una sentenza che potrebbe arrivare nei prossimi giorni.

“Gli argomenti sono noti – esordisce l’avvocato al microfono di Nicola De Bonis - sono passati tanti anni in cui la verità ormai è emersa con chiarezza, ma anche ai tempi del processo sportivo c’erano tutti gli elementi per capire come non vi sia mai stata una cupola, come nessuna partita sia mai stata alterata e come ci siano stati comportamenti, peraltro consentiti dalle norme sportive dell’epoca, seguiti da molti dirigenti per tutelare le proprie società ma non per alterare le partite. C’è speranza, si confida sul fatto che i giudici d’appello, sotto un peso e una pressione mediatica minore rispetto ai giudici di primo grado, possano valutare con serenità tutti gli elementi e fare chiarezza in maniera definitiva, una verità che tutti gli addetti ai lavori ormai conoscono, non solo i tifosi e gli appassionati bianconeri”.

Il professor D’onofrio ritorna sul processo sportivo: “In un’intervista di Buffon tempo fa si leggeva che la Juve è l’alibi per la sconfitta degli altri. Ecco quando la Juve della triade vinceva lo faceva sul campo acquistando campioni di assoluto valore e vendendoli a cifre iperboliche non chiedendo nulla alla proprietà, quindi i perdenti e i detrattori dell’epoca ritenevano che questo fosse frutto di chissà quale alchimia o condizionamento, quindi quando la verità falsa fu resa ingiustamente pubblica, tutti, compresi i mezzi di informazione, si accontentarono di quella risposta perché placava molti animi e reprimeva molta insoddisfazione e sensi di frustazione. E’ un peccato che il movimento sportivo anche mediatico non sia voluto andare a fondo, ma la difesa di Moggi non ha indietreggiato di un passo, talvolta anzi si è messa sulle spalle le sorti della Juve e le ha portate avanti tanto sul campo prima che in tribunale dopo, e quindi questo merita un accertamento definitivo da parte dei giudici di Napoli. E’ una vicenda che è stata caratterizzata da molti condizionamenti, un processo che ha visto momenti di tensione sia in ambito sportivo che penale, non è un processo come tutti gli altri. Si ha l’impressione che ci siano state delle altre variabili che hanno influito, come in ambito sportivo l’estrema celerità, si sono volute disconoscere delle prove per ragioni di celerità, quando invece sarebbe stato opportuno andare a fondo. Da cittadini italiani ci dobbiamo augurare che finalmente le norme vengano applicate con serenità e trasparenza e che in qualche modo si faccia luce su una vicenda sulla quale volutamente è calato il silenzio e l’ombra”.

La Triade e la Juve nei seguenti passaggi: “Nella prima fase del processo sportivo, che ha sempre un valore mediatico maggiore rispetto al penale, le posizioni della Juve non erano allineate a quelle di Moggi, in quel momento il direttore difendeva se stesso e anche il prestigio della Juve, la difesa di quella storia sportiva fu più rintracciabile in quella di Moggi che in quella della Juve, che assunse posizioni diverse, a partire dal famoso ritiro del ricorso al Tar oppure la scelta di patteggiare nel 2008. Poi c’è stato un cambiamento nelle scelte difensive, il presidente Agnelli ha fatto della sua presidenza un punto fermo, cioè quello di rivendicare i due scudetti, e quindi in questo momento ci sono tutte le premesse perché finalmente si possa giungere in qualche modo a ridisegnare con correttezza i tratti essenziali di una vicenda ancora troppo oscura. Quando si crede in un obiettivo bisogna crederci fino in fondo, la difesa è andata avanti e, aldilà di come possa concludersi tutto questo, molte falsità sono state spazzate proprio dalla perseveranza della difesa di Moggi, come quella del “sequestro” di Paparesta nello spogliatoio. Chi oggi continua a parlare di sequestro di Paparesta non lo fa perchè è ignorante e non conosce la verità, ma quella verità fa paura ed è costretto in modo ripetitivo ad aggrapparsi a certe falsità per tenere alimentata la speranza che i 13 anni di glorisosa gestione della Triade siano stati anni di condizionamento, ma tutti lo sanno che non è così, a partire dai protagonisti sportivi di quelle vicende che pubblicamente dicono una cosa mente privatamente dicono altro”.

E infine sul processo di Napoli: “La data della sentenza è difficile da prevedere, l’udienza sarà molto lunga e probabilmente non ci sarà subito l’esito e la pronuncia, si aspetterà qualche giorno, sono passati tanti anni, sono state distrutte carriere, persone, famiglie, se l’obiettivo sarà quello di raggiungere la verità tutti confidano che anche una settimana in più d’attesa non sarà tempo sprecato".

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view post Posted on 27/11/2013, 19:22     +1   -1
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Calciopoli, sentenza appello slitta al 10 dicembre


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Slitta di un’altra settimana, al 10 dicembre, la sentenza del processo d’appello a Calciopoli, in corso dinanzi alla VI sezione penale del tribunale di Napoli. La decisione del collegio è arrivata al termine dell’udienza di oggi dedicata alle arringhe dei difensori. Oggi hanno parlato Lorenzo Radogna, legale dell’ex arbitro Dattilo, Paolo Gallinelli, avvocato di De Santis, Matteo Bonatti per l’ex deisgnatore Pairetto, Mauro Messeri per l’ex arbitro Bertini; Di Ventino per Puglisi. Nella prossima udienza in calendario, quella del 3 dicembre, la penultima prima della Camera di Consiglio, l’ex direttore generale della Juventus, Luciano Moggi, tra i principali imputati del processo, ha chiesto di poter intervenire in aula per rendere dichiarazioni spontanee. Dopo ci saranno le repliche del PG, il 10 terminerà per Moggi l’avvocato Paolo Trofino, ultimo a parlare prima della sentenza.

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view post Posted on 3/12/2013, 12:43     +1   -1
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Moggi: «Le sim per evitare spionaggio Telecom-Inter»


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"Da parte mia ci possono essere stati atteggiamenti criticabili sotto il profilo etico ma che non hanno mai sconfinato nell'illecito". Così l'ex direttore generale della Juventus, Luciano Moggi, si è difeso dinanzi alla Corte d'Appello di Napoli dove è in corso il secondo grado del giudizio su Calciopoli. Moggi - che ha reso dichiarazioni spontanee in apertura dell'udienza di oggi - ha contestato le accuse criticando l'operato degli investigatori parlando di "intercettazioni monche tagliate ad uso dell'accusa" e negando ogni vicinanza ai designatori arbitrali dell'epoca Pairetto e Bergamo. "Non mi sono mai intromesso nelle designazioni, né alterato arbitraggi".

SCHEDE SVIZZERE - Moggi si è soffermato inoltre sul capitolo delle schede svizzere distribuite agli arbitri ribadendo che nell'ambito di uno spionaggio industriale messo in atto da Telecom per conto dell'Inter nei confronti della Juve queste ultime servivano per non essere intercettati con riferimento in particolare alle operazioni di mercato: "avevamo preso il calciatore Stankovic - ha ricordato - due mesi dopo il suo procuratore è sparito e ce lo siamo ritrovato all'Inter".

COLLINA - Moggi ne ha avuto anche per Pierluigi Collina "che passava per essere un arbitro sopra le parti, salvo poi allenarsi sul campo del Milan ed essere sponsorizzato a fine carriera dalla stessa azienda automobilistica sponsor del Milan". "Sul mio conto - ha concluso Moggi, che si è scusato con la Corte per quello che lui stesso ha definito uno sfogo - sono state raccontate tante favole come quella del sequestro all'arbitro Paparesta che non c'è mai stato e che è stato costruito solo su una battuta".

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muni79
view post Posted on 3/12/2013, 19:32     +1   -1




Calciopoli: sentenza d'appello il 17/12




Impedimento di un membro della Corte, slitta l'udienza del 10


(ANSA) - ROMA, 3 DIC - Un altro rinvio per la sentenza d'appello del giudizio su Calciopoli, in corso al Tribunale di Napoli. Per un impedimento di uno dei componenti della Corte, l'ultima udienza del processo, inizialmente fissata al 10 dicembre, è slittata al 17. In quella sede è prevista l'arringa di uno dei due legali dell'ex dg della Juventus Luciano Moggi, Paolo Trofino. Poi, i giudici si riuniranno in camera di consiglio. Il sostituto procuratore generale Antonio Ricci ha rinunciato al suo diritto di replica.

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view post Posted on 3/12/2013, 23:06     +1   -1
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Calciopoli: cupola demolita. L'arringa del legale di Moggi


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«Possono essere stati atteggiamenti criticabili eticamente ma non certo reati», la sintesi di Luciano Moggi riassume Calciopoli in una frase. Perché dopo tre processi penali e tre gradi di giudizio sportivi rimane davvero poco di realmente solido nell’impianto accusatorio. E ieri, a Napoli, l’avvocato Maurilio Prioreschi ha picconato nella sua lunga arringa le costruzioni dell’accusa. E’ stata una tappa cruciale del processo, perché il legale dell’ex dg bianconero ha analizzato tutta la vicenda, smontando dal suo punto di vista tutti i capi di imputazione. A questo punto si attende il 17 dicembre per l’ultima udienza nella quale dopo l’intervento dell’altro legale di Moggi, Paolo Trofino, il giudice Gentile emetterà la sentenza.

MOGGI Nella sua dichiarazione spontanea Moggi ha ripercorso i punti più controversi di Calciopoli a partire dalle famose schede svizzere: «Se avessi voluto fare un traffico segreto e illegale perché le avrei acquistate attraverso la Juventus? Tutte le spese della società erano tracciabili, sarei stato uno stupido». E proprio intorno alle schede si è imperniato un passaggio importante dell’arringa di Prioreschi. Nel mirino del legale l’acquisizione dell’anagrafica delle schede da parte dei Carabinieri che attraversarono il confine per andare nel negozio di Chiasso dove Moggi faceva acquisire le sim svizzere. Tutto questo senza una rogatoria internazionale: «Che sia un’attività invasiva su questo non ci sono dubbi e questa attività è stata fatta in Svizzera senza alcuna assistenza giudiziaria. Questo rende inutilizzaibili tutte le prove riguardanti le sim svizzere, anche quelle ottenute in Italia come i tabulati con i contatti».

FALSO! E Moggi ha anche spiegato il perché aveva acquistato le sim straniere che, secondo una leggenda metropolitana non erano intercettabili dalla magistratura (è un falso clamoroso, si possono intercettare e qui c’è un altro dubbio sulle indagini: perché gli inquirenti non hanno intercettato quelle utenze sulle quali - secondo loro - si consumavano i reati?). «Quando sono stato interrogato a Roma, ho detto che c’era uno spionaggio industriale e dopo nemmeno un anno è venuto fuori l’affare Telecom. La Juve era una squadra grande ma piccola, perché non aveva televisioni, né compagnie telefoniche in casa». Effettivamente, il processo Telecom ha dimostrato che l’Inter aveva commissionato dei dossier illegali e che, per esempio, le utenze telefoniche della Juventus erano sotto controllo. Insomma, il sospetto di Moggi che fosse in atto dello spionaggio industriale poteva anche essere fondato.

ALTERAZIONE Prioreschi ha poi fatto due calcoli: «Questo processo è iniziato con 48 indagati per associazione a delinquere. Oggi, abbiamo 17 imputati. Di questi 4 arbitri e 2 designatori e 3 dirigenti (Moggi, Giraudo e Mazzini), quindi ad oggi la famosa cupola conta 9 persone. Un po’ poco per condizionare interi campionati». Soprattutto alla luce del fatto che la giudice Casoria nel primo grado ha chiarito che nessun arbitro ha poi consumato l’effettivo reato di frode sportiva e che, sta scritto nella sentenza, «i campionati non risultano alterati».

FANTASMI D’altra parte la stessa giustizia sportiva non ha condannato Moggi per una partita truccata nello specifico, non essendoci prove di questo tipo di reato, ma per il rapporto privilegiato ed esclusivo con i designatori (che per altro le intercettazioni hanno dimostrato essere tutt’altro che esclusivo). E anche in questa piega si è insinuata l’arringa di Prioreschi, che ha poi rimesso in evidenza uno degli elementi più clamorosi delle indagini: la famosa prova fantasma che doveva dimostrare come fosse truccato il sorteggio. Fantasma perché il video filmato segretamente dai Carabinieri durante uno dei sorteggi arbitrali dimostrava l’esatto contrario (e numerose testimonianze in aula durante il dibattimento del primo grado lo hanno confermato). E curiosamente quel video è sparito dalle prove, sostituito da una sequenza fotografica tratta dallo stesso, ma sistemata non in modo prettamente cronologico, ma in modo da favorire l’accusa (e per altro con i protagonisti indicati nel modo sbagliato). Eppure il sorteggio rimane nell’appello dei pm: «Il tribunale nella sentenza ha detto chiaramente che non era stato truccato», dice Prioreschi: «Eppure il sorteggio truccato è ancora lì...».

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muni79
view post Posted on 5/12/2013, 19:12     +1   -1




ESCLUSIVA 'Stile Juventus' - Avv.Prioreschi: "Speranze per ottenere giustizia più che legittime, la Casoria in primo grado subì pressione esterne...




Intervenuto a “Stile Juventus” su Radio Manà Sport, l’avvocato Maurilio Prioreschi, legale dell’ex dg bianconero Luciano Moggi al processo su Calciopoli, torna sulla sua arringa difensiva che martedì 3 dicembre ha smontato tutti i capi di imputazione dell’accusa.

“Non c’è molto da chiarire, la vicenda è chiarissima, - esordisce l’avvocato al microfono di Nicola De Bonis - non c’è stato nulla di penalmente rilevante, con la nostra arringa abbiamo aggiunto ulteriori tasselli, chiarendo alla corte un po’ tutti gli aspetti, ho iniziato dicendo che siamo partiti in 48 ed ora siamo in 9, una cosa davvero allucinante. I campionati non erano alterati, la sentenza lo afferma con chiarezza, ovvero non c’è nessuna prova e questo è uno dei nostri punti fermi”.

La sentenza definitiva è prevista per il 17 Dicembre e le speranze di ottenere giustizia sono più che legittime: “Continuando a cercare tra le migliaia di pagine dei tabulati delle schede svizzere – prosegue il legale di Luciano Moggi - abbiamo scoperto dei particolari importanti su due capi di imputazione riferiti a Udinese-Brescia e Milan-Juventus basati sui contatti tra le schede svizzere attribuite a Dattilo e Bertini: su Dattilo per quanto riguarda la partita del settembre 2004, il primo presunto contatto è avvenuto per fine novembre 2004, quindi non era possibile a settembre chiamare l’arbitro sulla scheda svizzera e dirgli di ammonire i calciatori che poi risultavano essere stati regolarmente ammoniti, questo è stato uno dei clamorosi abbagli della sentenza di primo grado che motiva la condanna di Dattilo e Moggi attribuendo come elemento il contatto in prossimità della partita, ma se contatto c’è stato è avvenuto il 26 novembre, quindi due mesi dopo. Per Bertini è un pò la stessa cosa perché, andando a vedere quando sarebbero state comprate queste schede, ci accorgiamo che le suddette sono state comprate a giugno 2004; quando si gioca la partita a dicembre, tra le prime 9 schede non c’è la scheda attribuita a Bertini, e anche qui la motivazione d’imputazione è il contatto tra le schede di Bertini e Moggi prima durante e dopo la partita, ma la scheda era stata acquistata per forza prima del dicembre, mentre le altre schede sono state comprate a gennaio e febbraio ma quella dell’arbitro non si trova, un altro elemento che la dice lunga su questa storia delle schede svizzere, che come ho già detto in discussione nel processo per me è una grande bufala”.

Il Giudice Casoria e le sue ammissioni: “Il Presidente Casoria quando è stata processata disciplinarmente davanti al Csm, ha confessato di aver subito delle pressioni dalla Procura per lasciare il processo, ossia la Procura aveva fatto pressione sul Presidente del Tribunale per farla astenere, sono successe tante cose davvero strane in questo processo di Napoli. Certamente il clima napoletano dopo un’indagine di 2-3 anni fatte in quella maniera non era il posto ideale per tenere un processo, e poi Napoli non è il giudice competente, certamente se si fosse fatto in un altro ambiente ci sarebbe stato un clima più sereno.

I due scudetti possono tornare a Torino? “Se ci fosse una sentenza di assoluzione di Moggi, ci sarebbe la possibilità di fare la revisione dei processi sportivi. C’è una procedura da seguire e bisognerebbe andare di nuovo davanti alla giustizia sportiva. La federazione avrebbe dovuto ridare gli scudetti dopo il primo grado della sentenza di Napoli e dopo l’archiviazione per prescrizione chiesta da Palazzi, ma abbiamo a che fare con una federazione che è una specie di setta, però la battaglia si potrebbe fare. Basterebbe leggere la sentenza per capire tutto, si dovrebbe fare il passa parola per diffondere la verità, anche se quando uno ha un’idea propinata in un certo modo dalla stampa, ossia sugli scudetti rubati dalla Juve, non è semplicissimo ribaltare la situazione”.

Intercettazioni non trascritte e filmati spariti. “Lo dico da anni che prima o poi si scoprirà cosa hanno combinato con questi tabulati, le schede sono state intercettate, ci sono 8 telefonate intercettate che vanno dai 12 ai 66 secondi, ma non abbiamo trovato alcuna trascrizione, nonostante ci siano 170 mila telefonate registrate nel database con tanto di orario, data e numero. Nessun sorteggio arbitrale era truccato, il filmato era chiarissimo, un giornalista estraeva le palline, quando si aprirono le palline due caddero per terra ma era la fase di imbussolamento non di estrazione, le palline furono rimesse regolarmente all’interno, ma quel video è sparito e sono state montate delle foto per far vedere che tutto ciò avvenne nella fase di estrazione, ma su questo noi abbiamo fatto una denuncia e vedremo come andrà”

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muni79
view post Posted on 17/12/2013, 11:31     +1   -1




LIVE CALCIOPOLI - Sentenza nel tardo pomeriggio. Prioreschi: "Racalbuto è innocente" Toccante Trofino:"I giudici passano alla storia quando..."




12:50- Giudici in camera di consiglio. La sentenza dovrebbe arrivare nel tardo pomeriggio.

12:40- Il Lecce rinuncia al risarcimento danni contro la Juventus.

12:35- L'avvocato Prioreschi evidenzia che non voleva prendere la parola ma che grazie al lavoro di Nicola Penta si è scoperta una telefonata che potrebbe essere molto interessane. La telefonata, pubblicata ieri su Tuttosport e di cui ha parlato Nicola Penta ai nostri microfoni, sarebbe la prova dell'innocenza di Racalbuto per quella partita, ma dell'estraneità di Racalbuto all'associazione. L'avvocato ha letto l'audio della telefonata citando anche una successiva dopo Bologna-Juventus, altra partita incriminata. Clicca qui per il testo

12:30- Comincia l'intervento di Prioreschi. L'avvocato parlerà brevemente di quanto uscito grazie al lavoro di Nicola Penta.

12:15- Trofino conclude dicendo che tutti sono d'accordo nel dire che la Juventus non è mai stata favorita, quindi manca l'oggetto, definito da Trofino "sociale". Trofino termina con la competenza territoriale perchè qui è in gioco non solo il futuro di Moggi ma anche della Juventus e ritorno per concludere sul fatto che i pm prima avrebbero nascosto la contestazione dei reati associativi e poi in udienza preliminare avrebbero tirato fuori l'interrogatorio di Paparesta. Ci sarebbe poi l'archiaviazione per una giornalista che la sera precedente era stata a cena con il Collonello e aveva poi pubblicato il verbale secretato. Il giudice ha ritenuto che il momento in cui si crea l'Associazione famosa avvenga in Via Petrarca a Napoli, casa Moggi, ma l'acquisto delle schede è precedente. Trofino conclude così: "L’acquisto è stato il primo atto deliberativo della associazione costituita. La competenza del tribinale di Napoli fa ridere i giuristi! Che c’entra?". Ovviamente Trofino conclude chiedendo l'assoluzione con la seguente frase: "I giudici passano alla storia quando si assumono responsabilità. I giudici di cui parleremo sono quelli che non faranno passare l’ingiustizia sulla base della quale è stato condannato Luciano Moggi!"

12:00- L'intervento dell'avvocato Trofino volge al termine evidenziando come Moggi abbia potuto metter in piedi atteggiamente non deontlogicamente corretti ma nessuna associazione a delinquere per la Juventus. Sempre Trofino torna sulla telefonata considerata fondamentale per indicare le griglie che comincia con la frase "Hai studiato?" Insomma questo evidenzierebbe che non c'è nessun tipo di accordo. La discussione sulle griglie era praticamente inutile e la presunzione che Moggi si riferisse a Rodomonti viene praticamente smentita dai fatti.

11:50 - Bergamo è milanista! Trofino vuole evidenziare anche come Bergamo sia un "associato", o meglio "dissociato" particolare. Bergamo, infatti metterebbe in atto delle azioni che alla fine favoriscono direttamente i concorrenti della Juventus, questo è praticamente un atto di innocenza dello stesso. Addirittura la Fazi, maledice la Juventus. Trofino va altro: "Bergamo è milanista, lo dichiara lui con una genuinità straordinaria". Trofino insiste affermando che Bergamo non fa parte di nessuna associazione e di come l'associazione non esista proprio. Si torna su Nucini, su come venga ritenuto un elemento fondamentale dell'accusa, ma allo stesso tempo venga definito come uno dei teste meno affidabili. Trofino insiste: "Questa indagine è una pura invenzione".

11:40- L'avvocato Trofino è pungente, preciso e sta affondando il coltello nella piaga. Questo processo presenta veramente, tante, troppe incertezze, ovviamente invitiamo tutti i lettori a condividere il più possibile quanto sta emergendo oggi, le tante contraddizioni, tutti devono sapere le ingiustizie e le tante inesattezze che stanno emergendo da questo processo., condividete a fondo pagina il nostro live.

11:30- Ancora Trofino, veramente un fiume in piena, questa volta parla di Bertini e chiede una valutazione logica su cosa ci guadagnasse Bertini a far parte dell'associazione. Bertini, penultimo nei guadagni, cosa comune agli associati. Oltretutto Moggi lo avrebbe chiamato 20 volte prima della gara? A che pro, se uno sa già cosa deve fare? Anche questa domanda fatta dall'avvocato andrebbe chiarita, oltretutto per una gara che finisce non con la vittoria della Juventus, ma con un pareggio.

11:20- Trofino ora si concentra sulle schede e fa una domanda a cui qualcuno dovrebbe dare risposta: "Come risulta possibile che su centosettunmila telefonate, non ce ne sia una in cui si parla di mercato?". La spiegazione di Trofino è che Moggi si doveva difendere dallo spionaggio. Trofino evidenzia come le schede perdano valore per diversi motivi: 1- i soldi provenivano dalla Juventus, soldi dedicati ai gadget per questo fuori bilancio, 2- l'avvocato chiede se sia logico che se uno vuole fare un'associazione non metta in piedi una linea privata piuttosto che una mandando Bartolini a comprare delle schede con i soldi della società, tutto alla luce del sole. Tutti alla Juventus sapevano delle schede e della finalità.

11:15- Gli associati non si incontravano in una grotta! Punge Trofino anche sulle cene tra i presunti associati. L'avvocato insiste sul fatto che le cene non avvenivano in luoghi appartati: "in una grotta". L'attenzione si focalizza sulla cena del 21 maggio 2005, definito come importante perchè sarebbe prova ulteriore di innocenza in quanto il campionato era già finito per la Juventus, i bianconeri avevano già vinto il campionato. Trofino riferisce le parole di Auricchio con sarcasmo: "Si sono incontrati perché dovevano ancora accordarsi o pagare il prezzo a Bergamo". Interessante anche quanto riferisce Trofino sulla richiesta di Bergamo a Giraudo, che chiede se può far venire alla cena anche Mazzini, praticamente un associato che chiede se può portare un altro associato, la richiesta di portare le moglie e addirittura la Fazi che dice a Bergamo ciò che deve dire, praticamente l'ennesima contraddizione. Il fatto che Bergamo chieda alla sua assistente cosa dire è prova che l'associazione non esiste proprio, l'ennesima prova. Mazzini e Bergamo non sono associati, quindi, non rimane più nessuno, Trofino Dice così. "Sono rimasti in due a ballare l'Alligalli!"

11:10 - La prova diretta. Trofino arriva al dunque, la prova diretta che deve portare all'assoluzione, la definisce un vulnus, entriamo nel dettaglio. Nell'appello del rito abbreviato, sottolinea Trofino, c'è agli atti una prova che sarebbe fondamentale per ottenere l'innocenza di Bergamo e Mazzini. Secondo i giudici Lanese voleva far diventare l'Associazione Arbitri una componente Federale e per questo aveva contatti con i dirigenti. Lanese quindi era un elemento non fondamentale nel processo, senza influenza sui disegnatori e non aveva titolo. Senza Lanese, però si crea un difetto, definito da Trofino, vulnus, nella prova: "se Lanese non aveva un ruolo, non poteva dare alcun contributo". Le riunioni non avevano fine legato all'associazione ma di altro tipo.

11:07- Ancora Trofino che spiega che l'esistenza delle schede estere era soprattutto per difendersi dalla Telecom e come le risposte sulle schede, fatte da Moggi in sede di interrogatorio non siano presenti negli atti del processo, Trofino definisce questo: "una cosa gravissima!". Trofino ribadisce che Moggi doveva difendersi e lo faceva con delle "schede da 50 euro".

11:05 - La Telecom - L'avvocato Trofino continua ancora il suo intervento, sottolineando un altro aspetto molto importante che deve far riflettere tutti i nostri lettori, vale a dire il rapporto con la Telecom. Secondo Trofino, Moggi doveva difendersi anche dalla compagnia telefonica, sottolineando come i recenti episodi giudiziari abbiano evidenziato quanto sostenuto dalla difesa di Luciano Moggi.

10:55- Moggi difendeva la Juve - Importanti anche le parole di Trofino sul ruolo di Luciano Moggi, per Trofino: "Moggi difendeva la juve da Mediaset che possedeva 4 canali e un ministro per gli arbitri, Meani". Secondo Trofino, Meani non parlava con tutti ma faceva ben altro, come indicare, suggerire, un ruolo diverso da Moggi. Trofino evidenzia come i suggerimenti di Rodomonti del 9 febbraio, inizialmente, attribuiti a Moggi non siano una falsità. Il ruolo di Meani è particolare, in quanto dice chi mettere come arbitro e ride con De Santis su quanto succede alla Juventus suggerendo addirittura di non ammonire i giocatori diffidati del Milan in previsione della sfida con la Juventus.

10:52- Altro tema caldo riguarda la domanda che si fa Trofino: "Per che cosa è stata messa in piedi questa organizzazione?". L'avvocato di Moggi fa una domanda molto precisa a cui ne segue una seconda: "Per far vincere il campionato alla squadra più forte sia sul campo che nell’organizzazione societaria?". La conclusione di Trofino è ovvia: "Se anche fosse esistita non avrebbe fatto alcun danno a nessuno!", concludendo come: "Sono venute qui squadre a costuirsi parte civile (...)squadre che sono da una vita in serie B".

10:50- Prova Matematica - Prosegue l'intervento di Trofino finalizzato a dimostrare come la prova definita come indiziara sia fragilissima ed esista una prova diretta che testimoni come Moggi sia totalmente innocente, prova che si ottiene dalle motivazioni della condanna. Da questa prova si ottiene anche l'innocenza di Bergamo e Mazzini, Trofino definsce questa come: "una prova matematica"

10.40- L'avvocato Trofino comincia il suo intervento avvertendo che avrà tempi umani spiegando che porterà come prova tre documenti: la sentenza di primo grado e le due sentenze del rito dell’abbreviato.
Importanti le rilevazioni sulle tre sentenze che presentano ognuna un vizio. Quella del magistrato De Gregorio, poggia le proprie motivazioni sul sorteggio definito come pilotato, la sentenza del giudice Stanziola dà attendibilità al sorteggio e si concentra sull'interpretazione delle telefonate, ma qui si può contestare la mancanza di collegamento tra le diverse telefonate. Trofino si concentra sull'analisi di questo vizio e su come per acoltare tutte quante le telefonare ci vorrebbero ben tre anni e nove mesi con un lavoro da otto ore al giorno festivi compresi. Trofino evidenzia come tutte e tre le sentenze si siano fermate su dei momenti specifici in cui si sono formate le prove concentrandosi su: riunioni tecniche, schede e telefonate.

10.15- Comincia ora l'appello, sarà una lunga giornata

10.00 - L'aula è gremita, sta per iniziare l'appello

09.30- L'udienza non è ancora incominciata, oggi è previsto l'intervento dell'avvocato Trofino il cui intervento dovrebbe durare circa un'ora e venti minuti.

09.00- Il quadro di Tuttosport: Il secondo grado di giudizio metterà un punto piuttosto fermo alla vicenda. Gli avvocati di Luciano Moggi cercheranno nell’ultima ora e mezza a loro disposizione di dimostrare quanto bislacca sia la teoria dell’associazione a delinquere. Resta, tuttavia, la massiccia eredità che dal 2008 a oggi si è accumulata grazie ai vari dibattimenti, arricchiti dalle scoperte da parte delle difese, quella di Luciano Moggi in particolare, che hanno via via rivoluzionato la storia di quel pasticcio giudiziario che si nasconde sotto il nome di Calciopoli. Dal 2008 a oggi, insomma, abbiamo scoperto tante cose nuove. Per esempio che: Paparesta non fu chiuso nello spogliatoio, il sorteggio arbitrale non era truccato, i campionati in esame non erano alternati, le famose sim svizzere si potevano intercettare; i dati relativi alle suddette sim sono stati acquisiti senza una rogatoria internazionale, violando quindi la legge; alcune prove sono misteriosamente sparite; ma soprattutto abbiamo scoperto che quello che faceva Moggi, ovvero chiamare i designatori per lamentarsi o chiedere arbitri per le proprie partite, lo facevano tutti, ma proprio tutti. Oggi è difficile prevedere un’assoluzione di Luciano Moggi. Troppo complicato per il Tribunale di Napoli sbugiardare l’indagine della Procura di Napoli, per quanto sgangherata e imprecisa. Ma oggi potrebbero per esempio essere assolti gli arbitri, come d’altronde è avvenuto nel rito abbreviato.

08.30- Ecco come la Gazzetta presenta la giornata di oggi. Come ricorda la Gazzetta dello Sport, oggi è il giorno della sentenza d’appello del processo Calciopoli. Paolo Trofino concluderà le arringhe difensive per Luciano Moggi, poi il collegio giudicante entrerà in camera di consiglio. Per Moggi rimane in piedi solo l’associazione a delinquere. Pairetto (un anno e 11 mesi in primo grado), Bergamo (3 anni e 8 mesi) e Mazzini (2 anni e 2 mesi), riconosciuti in primo grado come semplici partecipi dell’associazione, vengono nelle richieste della procura generale equiparati a Moggi. Per la frode sportiva è intervenuta invece la prescrizione, con eccezione dei tre ex arbitri che vi hanno rinunciato Massimo De Santis, Paolo Bertini e Antonio Dattilo. Il non luogo a procedere per intervenuta prescrizione è stato chiesto per il patron della Fiorentina Diego Della Valle e per suo fratello Andrea, per il presidente della Lazio Claudio Lotito, per l’ex d.s. del Messina Mariano Fabiani, per il presidente della Reggina Lillo Foti, per l’ex arbitro Salvatore Racalbuto, per l’ex dirigente della Fiorentina Sandro Mencucci, per l’ex dirigente del Milan Leonardo Meani, per gli ex guardalinee Puglisi e Titomanlio.

In vista della Sentenza di Secondo Grado del processo di Napoli su Calciopoli, Nicola Penta, consulente di Moggi a espresso ai microfoni di Tuttojuve.com i propri pensieri, alla luce dell’intercettazione inedita tra Meani e Racalbuto pubblicata oggi su Tuttosport

Dott. Penta, secondo lei perché sono scomparse o trascritte solo in parte alcune intercettazioni telefoniche?

Non posso dirlo con esattezza, ma sicuramente chi ha investigato doveva tener conto di tutte le intercettazioni che oggi siamo in grado di riascoltare, queste migliaia di telefonate ci danno ragione, dimostrano il contrario di quanto avanzato dall’Accusa. Le ipotesi accusatorie erano basate sull’idea che gli arbitri favorivano la Juventus per avere un vantaggio economico e in carriera,poi ascoltiamo telefonate come questa (riportata oggi su Tuttosport, ndr) e vediamo un dirigente del Milan, Meani, competitore della Juventus, che parla con Racalbuto e gli anticipa la sospensione su un presunto favore alla Juventus. Racalbuto era un arbitro che faceva il suo lavoro e sbagliava. Già questa era una cosa che Moggi non faceva: parlare con gli arbitri. Viene riportato nella Sentenza di Primo Grado: “L’Associazione fermò Racalbuto per nove giornate per mettere un freno alle polemiche” questa telefonata però sconfessa questa tesi in cui noi venivamo condannati, perché dimostra che era un modus operandi dei designatori: fermare gli arbitri che con errori favorivano la Juventus.

Ci dobbiamo aspettare altri colpi di scena?

Si, ci saranno alcuni colpi di scena ed elementi inediti nell’arringa finale dell’avvocato Prioreschi

Cosa si aspetta domani dalla sentenza?

Io mi aspetto Giustizia. Con tutte le prove portate e l’evidenza dei fatti c’è una sola soluzione possibile: l’assoluzione piena. Una conferma della condanna sarebbe una grave ingiustizia, spero che i giudici siano sereni e ci diano ragione. Per quello che sono le prove, per quello che sono gli indizi e il processo, ripeto, c’è solo una soluzione possibile.

FONTe: tUTTOJUVE.COM

Edited by muni79 - 17/12/2013, 16:43
 
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view post Posted on 18/12/2013, 01:52     +1   -1
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mi scusate,
solo parlerò di fatti di giurisprudenza, niente opinioni parziali.


uno. l'avvocato della società juventus un paio di anni fa, ha fatto svincolo con la dirigenza sportiva di quell'epoca (chiamasi moggi chiamasi giraudo, ecc) di una maniera molto sutile e articolare.

cosa vuol dire questo?


due. Che gli scudetti possono arrivare ai giocatori e alla maglia.

tre. che l'avvocato della società juventus attuale, c'ha il diritto di far ritornare gli scudetti (2).


che se in quel processo di 2 anni fa, quella giurata dell'avvocato della juventus di SVINCOLO (amministratori / club (quindi nome))
è stata ammessa per il giudice di quel momento in quella giornata giuridica in quel campo di legno sedie e barriette .


vuol dire che lo `posso gridare alla faccia di tutti gli antidelpietristi (alcuni "juventini" inclusi )


ALESSANDRO DEL PIERO C'HA NELLA SUA BACHECHA E ADESSO È UFFICIALE
PERCHÉ LUI NON C'HA NIENTE A VEDERE SU QUESTO, E GIÀ È STATO CHIAMATO E SEDUTO IN TRIBUNA GIURISTICA .



Alessandro Del Piero c'ha





























8 SCUDI ! ! !




e chi parlano di 5,

6 , o 7 scudetti

(alcuni ex.- inclusi )


questa è la sua immagine a vedere:
















alessandro-del-piero-04


8 scudetti , 8!

avete capito?
è giurisprudenza.
così resta e resterà.

sono fatti, no opinioni.
 
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Barone48
view post Posted on 18/12/2013, 12:35     +1   -1




Io non ho capito una beata mazza! Scusami ma è così
 
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view post Posted on 18/12/2013, 14:12     +1   -1
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Calciopoli: Moggi condannato riduzione di pene per tutti


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Conferma dell'associazione a delinquere per l'ex dg bianconero a cui è stata ridotta la pena. Per Paolo Bergamo rinvio ad altro processo con annullamento della sentenza. Arriva intorno alle 20.40, dopo quasi otto ore di camera di consiglio la sentenza di appello del processo Calciopoli. Le altre condanne: 2 anni per Pairetto, 2 anni per Mazzini; 1 anno per De Santis; 10 mesi per Dattilo e Bertini. Lotito e Della Valle prescritti. L'avvocato di Moggi, Prioreschi ha già fatto sapere che è pronto il ricorso in Cassazione. L'arbitro Rodomonti, invece, è stato assolto e questo potrebbe essere decisivo per il ricoso in Cassazione di Giraudo.

BERGAMO Moggi non era in aula al momento della lettura del verdetto, è stato condannato per il reato di associazione per delinquere, mentre le frodi sportive a lui contestate sono state dichiarate estinte per intervenuta prescrizione del reato. Due anni di reclusione per l'ex designatore arbitrale Pierluigi Pairetto e per l'ex vicepresidente della Figc Innocenzo Mazzini: sono alcune delle condanne decise dalla VI sezione penale di Napoli nell'ambito del processo d'Appello a Calciopoli. Condannati anche gli ex arbitri Massimo De Santis ad un anno e Paolo Bertini a dieci mesi. Entrambi avevano rinunciato alla prescrizione che altrimenti avrebbe estinto i loro reati. La sentenza di primo grado a carico dell'ex designatore Paolo Bergamo è stata dichiarata nulla e gli atti trasmessi al Tribunale di Napoli per un nuovo giudizio. In sostanza, per Bergamo si deve ricelebrare il processo in quanto, il processo di primo grado per lui è viziato dall'impossibilità di un'adeguata difesa. Il suo avvocato, Silvia Morescanti, aveva infatti dovuto lasciare il processo per una maternità a rischio.

PRESCRITTI Oltre alle condanne il verdetto di Appello su Calciopoli ha disposto una serie di non luogo a procedere per intervenuta prescrizione del reato. In particolare per gli imputati Diego Della Valle, Andrea Della Valle, Claudio Lotito, Leonardo Meani, Claudio Puglisi, Stefano Titomanlio, Salvatore Racalbuto, Sandro Mencucci.

GALLINELLI L'avvocato di De Santis, Paolo Gallinelli: "Sono curioso di leggere le motivazioni, perché voglio capire come può essere stata confermata per De Santis la condanna di associazione a delinquere. Se l'associazione doveva favorire la Juventus, perché il mio assistito è stato condannato per atti fraudolenti relativi a Fiorentina-Bologna e Lecce-Parma, che non c'entravano nulla con la Juventus e la lotta scudetto? E' ovvio che questa sentenza dovrà essere valutato dalla Cassazione per un giudizio di legittimità".

TUTTE LE CONDANNE:

Luciano Moggi: 2 anni e 4 mesi

Pierluigi Pairetto: 2 anni

Innocenzo Mazzini: 2 anni

Massimo De Santis: 1 anno

Antonio Dattilo: 10 mesi

Paolo Bertini: 10 mesi

Claudio Lotito: prescrizione

Andrea Della Valle: prescrizione

Paolo Bergamo: processo da rifare

Salvatore Racalbuto: prescrizione

Lillo Foti: prescrizione

Diego Della Valle: prescrizione

Leonardo Meani: prescrizione

Claudio Puglisi: prescrizione

Stefano Titomanlio: prescrizione

Sandro Mencucci: prescrizione

Mariano Fabiani: prescrizione.

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view post Posted on 18/12/2013, 14:28     +1   -1
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Moggi condannato in appello, i legali: "Ora Cassazione"


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La corte d'appello di Napoli ha dato ancora ragione alla Procura. Non sono servite le nuove telefonate prodotte dalla difesa di Luciano Moggi, non sono bastate neppure le assoluzioni di tutti gli arbitri nel rito abbreviato, che avevano molto indebolito la teoria dell'associazione a delinquere. Alla fine ha vinto la convinzione che esistesse una cupola che provava ad alterare il campionato 2004-05 (senza per altro riuscirci, come certifica la sentenza di primo grado).

NAPOLI L'avvocato di Moggi, Maurilio Prioreschi, in tarda serata annuncia: «Andremo in Cassazione, questo è certo. D’altra parte questo processo doveva finire lì e finirà lì». Non si lascia andare ad analisi («Valutare un dispositivo senza avere le motivazioni non è possibile...»), ma sospira: «Certo, qui a Napoli non c’è spazio per una dialettica processuola serena e corretta. Ci sono alcune posizioni che sono una follia, se penso i dieci mesi dati a Dattilo, per esempio!»

INCONGRUENZE Assodato che il giudice Gentile ha creduto che Moggi fosse a capo della cupola, resta il fatto che al contrario di quanto deciso dal collega Stanziola nel rito abbreviato, ha ritenuto di condannare anche gli arbitri. Un'incongruenza che verrà valutata in Cassazione, perchè i reati contestati da una parte e dall'altra sono sostanzialmente gli stessi: «Quello che ha fatto il giudice Stanziola nel rito abbreviato, ascoltando le telefonate e convincendosi della buona fede degli arbitri non è stato fatto nel rito ordinario. A questo punto ci sono arbitri assolti da una parte e condannati dall’altra per lo stesso identico reato. Vedremo in Cassazione...».

BABBO NATALE Ma non solo: la sentenza infatti assolve l'ex arbitro Rodomonti che, secondo l'accusa, avrebbe alterato il risultato di Udinese-Juventus. «Pensate che per quella partita sono stati assoliti gli assistenti, è stato assolto Rodomonti che era l’arbitro, ma resta un capo di imputazione... Chi ha alterato quella partita? Moggi, Giraudo e Bergamo. Bene, ma come hanno fatto? Chi è sceso in campo per alterare quella gara a favore dell’associazione? Babbo Natale? Anche Lotito è rimasto l’unico imputato nelle sue partite e chi le alterava?»

ASCOLTO Durante la sua breve arringa difensiva, durante la quale ha ripreso la telefonata Racalbuto-Meani, Prioreschi aveva chiesto alla corte di riascoltare le telefonate dimenticate dagli inquirenti che fra le 170.000 intercettazioni avevano selezionato solo quelle che favorivano l’accusa e non quelle che potevano servire a difendersi. «Alla fine non so se hanno seguito il mio consiglio.. Francamente mi viene da pensare che le nuove telefonate non le hanno ascoltate proprio. Penso alla chiamata fra racalbuto e Meani... Come si fa a non percepire la disperazione di un uomo che sa di dover pagare per errori non suoi? Come si fa a pensare che abbia volontariamente alterato la partita e che faccia parte di un’associazione tesa a favorire la Juventus?».

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view post Posted on 19/12/2013, 13:49     +1   -1
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Calciopoli la storia di Dattilo: dieci mesi, pochi perché


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C'è una storia strana da leggere fra le righe della sentenza d'appello di del processo Calciopoli. Una storia che va al di là di quello che ognuno può pensare sulla colpevolezza o innocenza di Luciano Moggi, personaggio principale della commedia (o farsa come sostengono molti). E' la storia di Antonio Dattilo, ex arbitro, condannato a dieci mesi per associazione a delinquere. Il perché della condanna verrà forse spiegato dalle motivazioni della seconda sentenza, ma adesso resta un mistero. E mica tanto buffo.

Dattilo, il 26 settembre 2004 arbitra Udinese-Brescia. Secondo chi indaga va come "killer" della cupola moggiana con l'ordine di ammonire i diffidati dell'Udinese e decimare la squadra friulana in vista della sfida con la Juventus. E in quella partita, effettivamente, Dattilo ammonisce tre giocatori dell'Udinese, così che gli ineffabili inquirenti segnalano quei tre gialli come prova inconfutabile della sua colpevolezza. Peccato che i tre ammoniti non siano diffidati e la domenica successiva, scendano regolarmente in campo contro la Juventus.
Vabbè, incassa l'accusa, ma c'è sempre l'espulsione di Jankulovski! Giusto, in quella partita, Dattilo espelle il giocatore ceco, che salta la sfida con la Juventus. Peccato però che: 1) l'espulsione viene comminata per un pugno in faccia a un avversario (è giusta, insomma); 2) l'espulsione nasce dalla segnalazione del guardalinee Camerota, mai nemmeno indagato nell'inchiesta. Chiamato come testimone in primo grado proprio da Dattilo, Camerota ricostruisce la vicenda, sotto giuramento, spiegando che è stato lui a segnalare l'espulsione a Dattilo, che non si era accorto del gesto violento di Jankulovski.

Di tutto ciò prende atto la giudice Casoria, che depenna le due prove a carico di Dattilo, ma lo condanna lo stesso, valorizzando nelle motivazioni della condanna un contatto <in prossimità della partita Udinese-Brescia>, fra la scheda telefonica svizzera che, secondo la ricostruzione degli inquirenti era in possesso di Dattilo, e quella di Moggi: un anno e tre mesi, più 25.000 euro di multa.

Ora, al di là del fatto che Dattilo sostiene di non aver mai posseduto la scheda svizzera, il problema è che da un esame più attento delle carte (quello che avrebbe dovuto fare anche l'accusa) risulta che il contatto in questione ci sia, ma il 12 novembre 2004, ovvero due mesi dopo la partita! Errore che si chiarirà facilmente in appello, pensano i legali che credono di trovarsi di fronte a un caso piuttosto semplice. E, invece, Dattilo viene condannato nuovamente in appello. Il perché resta un mistero da risolvere entro i 90 giorni che i giudici si sono presi per scrivere le motivazioni. Intanto Dattilo si è beccato 10 mesi: "forse perché la sua condanna è funzionale a reggere quella di Moggi", spiega il suo legale Alessio Palladino. E, in fondo, anche quella di Giraudo, condannato con il rito abbreviato per due sole partite, una delle quali è proprio Udinese-Brescia.

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muni79
view post Posted on 20/12/2013, 11:50     +1   -1




Della Valle delusi da sentenza Calciopoli, ma c'è chi sta peggio di loro




I fratelli Della Valle sarebbero profondamente delusi dalla sentenza d'appello prodotta dal processo napoletano su Calciopoli. A rivelarlo dagli studi di "Italia 7", è l'avvocato Nino D'Avirro:

"Ho letto sui giornali che i Della Valle avevano forti argomentazioni per essere assolti nel processo di Calciopoli. Speravano in un'esclusione dalla vicenda della famiglia Della Valle in modo che la sentenza dicesse che loro sono completamente estranei. Il problema è che quando c'è di mezzo la prescrizione spesso il giudice che è chiamato a decidere bypassa il merito e non verifica le argomentazioni di chi vuole difendersi da un'accusa. Ecco perchè secondo me i Della Valle sono delusi dalla sentenza di Calciopoli. Avrebbero preferito un'assoluzione per giustificati motivi e non per la prescrizione come è avvenuto da sentenza".

Sommessamente, facciamo presente all'avvocato che c'è chi avrebbe materia per essere ben più deluso dei proprietari della Fiorentina perché condannato sulla base di prove inesistenti ed ai limiti della illogicità.

fontE: Tuttojuve.com
 
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muni79
view post Posted on 27/12/2013, 09:59     +1   -1




Sotto la lente - Calciopoli: Avanti, fino alla fine!




"A conclusione dell'iter svilupperemo le nostre valutazioni su che tipo di richieste presentare in base all'articolo 39 per la revisione dei processi sportivi. Però va sottolineato che questa possibilità è utilizzabile una volta soltanto: sfruttarla senza essere in possesso di tutta la documentazione significa privarsi di strumenti che potrebbero rivelarsi determinanti in quel procedimento".
Andrea Agnelli, nella sua lunga intervista a 'Tuttosport' ha così rassicurato il popolo bianconero sul fatto che la lotta perché la verità su Calciopoli, una verità che ormai conoscono anche i sassi (che fremono per non poter parlare), si traduca in atti concreti, in primis la restituzione di due scudetti strameritati sul campo in due campionati, il primo dei quali non alterato (così ha scritto persino la Casoria nelle motivazioni della sentenza di primo grado) e il secondo dei quali mai sotto inchiesta e misteriosamente (ma mica troppo) regalato dall'ex componente del CdA dell'Inter alla sua squadra del cuore, spacciata per illibata.
La Juve nel contempo, ha spiegato, mantiene viva anche la causa risarcitoria nei confronti di Figc e Inter per 444 milioni di euro di danni. Però occorre tempo: la giustizia sportiva, tanto domestica quanto arbitraria, coi suoi procedimenti inquisitori a tempo di record, con una condanna a furor di popolo (questa la traduzione corretta di 'sentimento popolare') si è vendicata di una Società che aveva vinto, stava vincendo e si apprestava a continuare a vincere troppo, tanto da togliere, nell'ottica dei perdenti, interesse al torneo, come candidamente ebbe ad ammettere Petrucci, colto in contropiede parlando di basket: "Non esiste una federazione che possa trarre giovamento dal dominio di una sola squadra per molti anni, la gente si allontana". Vale forse per coloro che considerano il calcio solo come un'arena in cui sfogare le proprie frustrazioni, e non come lo spettacolo più bello del mondo. Poi è chiaro che tutti vorrebbero vincere, ma occorre saperlo fare e saper riconoscere anche la superiorità degli avversari, le cui vittorie non dovrebbero essere motivo di invidia velenosa, ma uno stimolo a migliorarsi. Invece si sarebbe scelto di "perseguire un teorema, era più affascinante puntare al massimo, coinvolgere la Juventus", la squadra "più odiata, quella che 'doveva' cambiare dopo 15 anni di successi di una coppia di dirigenti indubitabilmente indigeribili e antipatici al mondo come Moggi e Giraudo". Son parole dell'avvocato Maurilio Prioreschi ('30 sul campo'), uno che la vicenda l'ha approfondita e compresa nelle sue più remote pieghe (ah, dimenticavo, non gobbo).

A contrasto di questa frettolosità che sospetta è dir poco (metodi tanto sbrigativi erano assolutamente imprescindibili per non far trasparire la ridicola infondatezza del tutto e le manine nascoste) la giustizia ordinaria ha, lo sappiamo, tempi biblici, cui poi è spesso costretta a mettere la sverniciata della prescrizione; diciamo che per Calciopoli è stata bellamente imitata dalla giustizia domestica della Figc, che ha pazientemente atteso la 'benefica' scadenza per scoperchiare gli illeciti dell'Inter.
Ma Andrea Agnelli e la Juve aspettano, con la forza di chi non ha nulla da rimproverarsi e con l'obiettivo di veder ristabilita la giustizia e vedersi restituire il maltolto, sia sull'albo d'oro che nelle casse societarie. Occorrerà attendere, ad esempio, la conclusione delle vicenda col terzo grado della giustizia ordinaria: per prima cosa, occorrerà vedere, quando usciranno le motivazioni, quali ventose avrà utilizzato, per arrampicarsi sui vetri di una condanna impossibile, il collegio che a Napoli in Appello ha continuato imperterrito a sostenere la tesi dell'Associazione a delinquere, un'associazione che non si capisce bene perché si sia costituita, visto che nessuno ci ha guadagnato niente a nessun livello: non la Juve (campionato non alterato), non Moggi (nemmeno un euro), non gli arbitri (nessun vantaggio in termini di carriera).

E con la Juve e il suo presidente attendono quegli imputati che si sono visti confermare le condanne, magari dopo aver rinunciato alla prescrizione (eh sì, in quest'Italia dei cachi c'è ancora chi tiene così tanto al proprio onore e alla propria dignità): paradossalmente questa rinuncia alla prescrizione da parte dei direttori di gara ha segnato forse la loro disgrazia. Infatti una volta assolti i loro colleghi dall'abbreviato, come diamine si poteva anche solo tentare (perché già eravamo a 'comportamenti al limite della sussistenza del reato di 'pericolo') di alterare qualsiasi risultato? Da prescritti si poteva più agevolmente far credere che potessero c'entrarci proprio loro, ma ahimè c'era lo stop della prescrizione; che avrebbe salvato loro e preteso di tenere in piedi la cupola sgarrupata.
E allora ecco la condanna di Dattilo in quella Udinese-Brescia dove, oltre a Jankulovski, se fosse stato meno tollerante (e forse meno frastornato da una rissa che aveva coinvolto anche le panchine) il direttore di gara avrebbe davvero 'dimezzato' le squadre, vista la virulenza della rissa che si era scatenata dopo il goal di Mannini con il portiere friulano a terra; e da questo 'deriva la constatazione POST gara di Giraudo: ma in realtà, a parte l'inevitabile rosso a Jankulovski (episodio segnalato dall'assistente Camerota), nessun altro ebbe a subire danni o ammonizioni pseudopreventive.
E ecco la condanna altrettanto incredibile di Bertini (con la strampalata storia del vantaggio di Kakà, vero predecessore del goal di Muntari); e infine quella di De Santis, i cui guai, in realtà, prendono le mosse, come ha riconosciuto anche il suo legale Paolo Gallinelli, da quella famigerata Juventus-Parma del 7 maggio 2000 con l'annullamento del goal di Cannavaro (all'epoca difensore del Parma); seguita, guarda caso (caso?), una settimana più tardi da Perugia-Juventus giocata, contro tutte le regole (del calcio) in piscina e diretta, guarda caso (caso?), da quel Collina che 'se sbaglia lui nessuno dice un cazzo', parola di Carraro, uno che se ne intende.
E naturalmente la conferma di Moggi come capocupola, di una cupola che, dopo aver perso l'originaria architrave legata alla Gea, ha perso anche tutti i suoi supporti logici e qualsiasi fatto concreto cui sostenersi e rimane legata ai gusci vuoti delle schede svizzere; minata peraltro, alla base, da quisquilie come la non competenza territoriale di Napoli (in un ambiente avvelenato, quasi non bastasse, da un clima insopportabilmente rissoso al suo interno, con i diversi tentativi di ricusazione del giudice Casoria), le indagini a senso unico con le telefonate scientemente occultate da baffi 'intelligenti', e infine un pm che si è sottratto al dettato dell'art.358 c.p.p (dovere di svolgere "accertamenti su fatti e circostanze a favore della persona sottoposta ad indagini").

C'è il terzo grado sia dell'abbreviato che dell'ordinario, c'è il ricorso di Moggi alla Corte Europea dei Diritti dell'Uomo, c'è una Juve vigile su tutti i versanti.
Serve pazienza, ma la questione è aperta. E in tanti, come me, la sorvegliano passo passo e non smetteranno mai di tenerla sotto i riflettori: perché il silenzio è il grande nemico di una verità che è stata manipolata, occultata, insabbiata.
E perché, al di là dei nuovi esaltanti successi bianconeri, il grande imbroglio di Calciopoli rimane una ferita aperta e sempre sanguinante nell'animo di ogni tifoso bianconero, che chiede e chiederà giustizia, fino alla fine.

fontE: Tuttojuve.com
 
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