[Topic unico] FARSOPOLI: il complotto Moratti, Facchetti, Telecom e Gazzetta dello Sport.

« Older   Newer »
  Share  
view post Posted on 22/11/2012, 13:42     +1   -1
Avatar

Image Hosted by ImageShack.us

Group:
Amministratore
Posts:
51,178
Reputazione:
+1,687

Status:


Il mistero del «Modello 45» e la Calciopoli alla milanese


C_3_Media_1586107_immagine_ts673_400


Qualcuno un giorno lo ricorderà come l’uomo del Modello 45, il fascicolo che sta inseguendo da ormai due anni. Ma l’avvocato Paolo Gallinelli è soprattutto un uomo che non ha smesso di cercare le verità nascoste di Calciopoli, esplorando fra gli atti dei processi a caccia di indizi, perché a volte si tratta solo di scavare e qualcosa si trova. Le ultime “pepite” sono di questi giorni e le racconta lo stesso Gallinelli.

Avvocato, cos’ha scoperto di nuovo?
“Analizzando fra gli atti del Processo Telecom è emerso un documento nel quale la PM Ilda Boccassini richiede dei file di logs. Si tratta di una richiesta che, ritualmente, viene effettuata dalla Polizia Postale della Lombardia verso Telecom, all’ufficio per l’acquisizione del traffico telefonico. Il fax è indirizzato a Fabio Ghioni, uno dei personaggi chiave del processo Telecom, un membro del Tiger Team. Quello che in sede di udienza preliminare, durante l’incidente probatorio ha detto al gup Panasiti che attraverso il sistema Radar si potevano alterare i tabulati, creando un contatto tra due utenze telefoniche mai avvenuto”.

Che cos’è un file di log?
“In pratica è un tabulato telefonico con le chiamate effettuate e ricevute, i numeri telefonici, i nominativi delle utenze, la durata delle chiamate, gli eventuali sms e anche gli spostamenti fisici della scheda, tracciando le celle a cui si aggancia la scheda: è una radiografia molto più approfondita di un semplice tabulato”.

Cosa rende interessante questa richiesta di file di log da parte della dottoressa Boccassini?
“Questa richiesta potrebbe essere inerente al famoso fascicolo che la Boccassini aveva aperto dopo aver ascoltato l’ex arbitro Nucini che era andato da lei dopo i colloqui con Facchetti e attraverso l’intervento di Moratti. In teoria Nucini avrebbe dovuto denunciare il “sistema Moggi”, ma qualcosa - diciamo - non funzionò e la Bocassini archivio il fascicolo come Modello 45, ovvero fascicolo non contenente notizie di reato. Un modello che una volta archiviato può anche non essere concesso in visione. Tant’è che finora non sono mai riuscito a vederlo, nonostante due richieste, la seconda delle quali risale a pochi giorni fa”.

Cosa le fa pensare che quella richiesta di file di log possa avere a che fare con quel fascicolo e quindi con una specie di “Calciopoli alla milanese”?
“Da una serie di elementi penso di poter dedurre che il numero di procedimento sia lo stesso. Ma per aver certezza, naturalmente dovrei visionare il fascicolo...”

Cosa pensa di trovare in quel fascicolo di così interessante?
“Beh, sarebbe interessante sapere qualcosa di più di quel colloquio fra Nucini e la Boccassini, che con la richiesta dei file di log voleva verificare ’l’autenticità’ di dati di traffico telefonico che potevano essere allegati ad un esposto denuncia contro Moggi, De Santis, eccetera. Quelli che potevano essere contenuti in quel famigerato Dossier Ladroni, commissionato dall’Inter e che era il frutto di indagini illegali su De Santis, Moggi, altri dirigenti della Juve, i designatori. Insomma sarebbe interessante capire perché da Milano stava partendo un’inchiesta sul calcio nel novembre 2004, ma soprattutto da quali spunti partiva quella inchiesta”

Insomma, quel fascicolo archiviato come modello 45 potrebbe raccontarci qualcosa di più su Calciopoli, che poteva partire a Milano o forse, in realtà, da Milano è proprio partita...
“Quel fasciolo chiuderebbe il cerchio rispetto alle scoperte del Processo Telecom, da dove sono emerse le indagini illegali commissionate dall’Inter”

Altri ritrovamenti interessanti negli atti Telecom?
“C’è un decreto di ispezione di materiale informatico, computer e cd rom. Questa volta però il materiale che viene sequestrato dal nucleo operativo dei Carabinieri di Milano non viene analizzato dalla sezione del maggiore Auricchio ma, come normalmente avviene in casi simili, dalla Polizia Postale e delle Comunicazioni. Ora, non abbiamo tutti gli atti di ispezione di materiale informatico, ma tutto fa pensare che la procedura fosse che i computer e i cd relativi a quell’indagine fossero ispezionati a Milano. Perché anche il computer di Tavaroli, che - secondo quanto deposto la processo Telecom da Cipriani conteneva anche materiale del Dossier Ladroni e delle altre indagini della Polis d’Istinto - non viene ispezionato dalla Polizia Postale della Lombardia? E viene spedito a Roma, nella caserma di via In Selci, quella dell’indagine di Calciopoli. E nella parte centrale dell’indagine di Calciopoli? Strano. Come quello che emerge a Napoli».

Cosa sta emergendo?
“Invece dagli atti di Napoli ho scoperto un decreto con il quale viene disposta, previa autorizzazione del Gip di Napoli, datata 29 ottobre 2004, l’esecuzione da parte dei Carabinieri della seconda sezione di Roma, comandati dal maggiore Auricchio, delle intercettazioni dei telefoni di Luciano Moggi, Massimo De Santis, Giuseppe De Mita, Francesco Ghirelli, Paolo Bergamo, Pierluigi Pairetto, Gennaro Mattei, Piero Sciascia Tullio Lanese. Ebbene quel decreto fondamentale per l’inizio dell’indagine viene firmato in data 2 novembre 2004, non da Beatrice e Narducci come ci si aspetterebbe considerata la loro titolarità sull’indagine, e nemmeno da Lepore che era il loro suepriore, bensì da Carmine Esposito, all’epoca sostituto procuratore della Repubblica della Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli. Ovvero che è colui che rappresenta l’accusa, nelle vesti di procuratore generale, nel processo di appello di Antonio Giraudo: sembra quasi ci sia una circolarità dell'accusa nel processo Calciopoli”.

TUTTOSPORT.COM
 
Web Web  Top
AlezieMD
view post Posted on 22/11/2012, 14:00     +1   -1




Un interrogativo agita i cuori dei tifosi nerazzurri: che fine ha fatto l'inno 'Pazza Inter'? Questione di diritti, Moratti sarebbe molto irritato...

165299_177906555564095_4782244_n



C'è un 'giallo' in casa nerazzurra. L'inno 'Pazza Inter' non risuona più a San Siro dallo scorso 2 settembre, giorno dell'esordio interno in campionato della squadra. Da allora è subentrato il precedente 'C'è solo l'Inter', ideato e composto dal popolare Elio del gruppo Elio e le Storie Tese. Il motivo di questo cambio, però, non è mai stato chiarito.

A quanto pare, sarebbe tutta una faccenda di diritti e di sfruttamento del brano 'spodestato'. Diritti che appartengono alla 'Luna Park' di Rosita Celentano, la figlia del grande Adriano, la quale, interrogata sull'argomento, ha provato ad eludere la questione: "Non conosco i motivi reali - le sue parole alla 'Gazzetta dello Sport' - Ufficialmente nessuno ci ha detto nulla e la cosa mi rammarica. Di certo non siamo stati noi a impedire l'utilizzo della canzone allo stadio".

Effettivamente, la decisione è stata presa dalla società nerazzurra, che si sarebbe irritata non poco per una richiesta economica di sfruttamento dei diritti, rispedita al mittente dopo alcune prove di accordo. Poco male però, almeno secondo lo speaker ufficiale Mirko Mengozzi: "Io preferisco 'C'è solo l'Inter', soprattutto nell'ultima parte dove dice: "E in Serie B non sono mai stato"".

Non tutti i tifosi sembrano pensarla come lui, e sono in molti a chiedersi: "Ma 'Pazza Inter' quando tornerà?". L'inno, già composto in precedenza, fu lanciato con un video e un cd nell'aprile 2007, pochi giorni dopo la conquista del 15esimo scudetto.

fonte: goal.com

:haha: :haha: :haha: :haha: stanno alla frutta!!!!

non ho trovato il topic sulle merde e l'ho postato qui...
 
Top
TerryTerry
view post Posted on 22/11/2012, 14:38     +1   -1




hanno piu' inni che scudetti... :haha: :haha: :haha: :haha:
 
Top
view post Posted on 24/11/2012, 01:31     +1   +1   -1
Avatar

Image Hosted by ImageShack.us

Group:
Member
Posts:
3,889
Reputazione:
+82
Location:
la città più bella...Berghèm!!

Status:


283288_4888159612877_1071281224_n


due facce di mxxxa :bad: : :bad: :



CITAZIONE (TerryTerry @ 22/11/2012, 14:38) 
hanno piu' inni che scudetti... :haha: :haha: :haha: :haha:

eccone uno............. :haha: :haha: :haha: :haha:
63378_500950273271732_539507469_n
 
Top
juve61
view post Posted on 24/11/2012, 09:32     +1   -1




pure su questo hanno cercato di ladrare!!!! manco la banda bassotti sarebbe riuscita in tanto!!!!
 
Top
view post Posted on 27/11/2012, 12:55     +1   -1
Avatar

Image Hosted by ImageShack.us

Group:
Amministratore
Posts:
51,178
Reputazione:
+1,687

Status:


Avvocato Moggi: Calciopoli, enciclopedia di ingiustizie


C_3_Media_1586107_immagine_ts673_400


Esce oggi in libreria “30 sul campo: l’altra verità su Calciopoli” (Baldini&Castoldi), volume scritto da Maurilio Prioreschi, l’avvocato di Luciano Moggi, che in quasi 400 pagine ha raccontato la vicenda processuale, arricchendola di retroscena e una ricchissima documentazione. Ne è uscito un libro fedele al suo titolo nell’esporre quello che l’inchiesta ufficiale non ha esposto: un’altra verità, scritta da chi è dichiaratamente di parte, ma forse è riuscito a dare una visione di quei fatti più completa.

Avvocato Prioreschi, quali sono state le sensazioni provate scrivendo questo libro che le ha permesso di rivivere in modo analitico tutta Calciopoli?
“Mi sono reso conto di aver talmente metabolizzato questi fatti che mi è bastato mettermi al computer e scrivere. E’ venuto tutto o quasi di getto. Ho dovuto ricontrollare carte e dati solo per i capitoli più tecnici, il resto è venuto a galla in modo naturale”.

Lei e il pool di avvocati e consulenti che hanno lavorato al processo, avete il merito di aver scoperto l’altra verità di Calciopoli, quella “oscurata”. Riscrivendo questa storia è stata più la soddisfazione per l’indubbia importanza del vostro lavoro o ha prevalso la rabbia per il risultato finale?
“La soddisfazione per aver fatto emergere fatti che altrimenti non sarebbero mai stati scoperti è sicuramente grande. Ma lo è di più la rabbia di non aver visto questa verità trionfare in sede processuale”.

A posteriore, rivivendo il processo nelle pagine del suo libro, ci sono errori che avrebbe voluto evitare?
“Errori magari no... Diciamo che in tanti hanno creduto nella personalità della giudice Casoria, pensando che sarebbe riuscita a imporre una decisione che forse sarebbe stata quella giusta, mentre alla fine – almeno così si intuisce fra le righe della sua sentenza – si capisce che è capitolata rispetto alle due giudici a latere”.

Molti degli avvocati difensori hanno giudicato nel motivazioni della sentenza suicide. Concorda?
“Effettivamente sembrano motivazioni scritte per far annullare la sentenza in appello. Tuttavia bisogna essere prudenti. L’8 novembre di un anno fa, noi tutti ci aspettavamo un altro tipo di sentenza. Per primo, forse, il pubblico ministero”.

Possiamo definire Calciopoli un caso di ingiustizia all’italiana?
“Di processi ne ha fatti tanti e di situazioni anomale ne ho viste parecchie, ma tutto quello che ho visto in questa vicenda supera di gran lunga tutta la mia passata esperienza. Per quantità e qualità potremmo definire Calciopoli un’enciclopedia di ingiustizie e anomalie”.

Qual è il fatto più clamoroso di Calciopoli?
“Sarebbe facile rispondere l’accantonamento, giusto per usare un termine soft, delle intercettazioni. Ma invece dico il caso del video sul sorteggio che viene pubblicizzato come la prova del fatto che il sorteggio degli arbitri fosse truccato, viene prodotto come prova, poi a dibattimento in corso viene ritirato e sostituito con una sequenza fotografica, per altro taroccata. E’ la prima volta che vedo una prova entrare e uscire da un processo. Leggo che forse ricomparirà nel processo d’appello di Girando... vedremo”.

Consiglierebbe questo libro a un non juventino?
“Bisognerebbe avvicinarsi a questo libro senza prevenzione né nei confronti della vicenda di Calciopoli e neppure nei miei. Sono sicuramente e dichiaratamente di parte, ma tutto quello che affermo nel libro è documentato e documentabile. Chi lo dovesse leggere con spirito oggettivo avrebbe modo di scoprire tante cose di quanto accadde nel 2006 e la più importante di tutte è che furono fatti figli e figliastri”.

Qual è la speranza che affida a questo libro?
“Innanzitutto che fatti come quelli raccontati non si verifichino più e le modalità con cui sono state svolge quelle indagini non venga più applicata. Buona parte dell’opinione pubblica ha cambiato idea su Calciopoli, rivisitando alcune delle verità iniziali. Noi, ovviamente, speriamo di ribaltare il giudizio di primo grado in appello, ma la sentenza di archiviazione con cui il procuratore federale Stefano Palazzi ha riscritto, pur senza conseguenze, la storia sportiva di Calciopoli rappresenta già una grande rivincita”.

TUTTOSPORT.COM
 
Web Web  Top
view post Posted on 28/11/2012, 16:56     +1   -1
Avatar

Image Hosted by ImageShack.us

Group:
Member
Posts:
3,889
Reputazione:
+82
Location:
la città più bella...Berghèm!!

Status:


Ulteriori dubbi sulla genesi di Calciopoli


Redazione Mercoledì 28 Novembre 2012 14:37

tavaroli



Giuliano Tavaroli
Il fascicolo del processo Telecom sembra essere un pozzo senza fondo: a scavare tra le carte si trovano infatti sempre nuovi indizi che sembrano confermare come la genesi di Calciopoli sia da individuare a Milano. E l'ultima scoperta fatta dall'avvocato Gallinelli e da lui raccontata a Vaciago di Tuttosport riguarda una richiesta fatta dal PM Boccassini al CNAG (Centro Nazionale Autorità Giudiziaria) di Milano ed in particolare indirizzata a Ghioni.
L'avvocato Gallinelli, rispondendo a Vaciago, precisa:
“Analizzando fra gli atti del Processo Telecom è emerso un documento nel quale la PM Ilda Boccassini richiede dei file di logs. Si tratta di una richiesta che, ritualmente, viene effettuata dalla Polizia Postale della Lombardia verso Telecom, all’ufficio per l’acquisizione del traffico telefonico. Il fax è indirizzato a Fabio Ghioni, uno dei personaggi chiave del processo Telecom, un membro del famoso Tiger Team. Quello che in sede di udienza preliminare, durante l’incidente probatorio, ha detto al GUP Panasiti che attraverso il sistema Radar si potevano alterare i tabulati, creando un contatto tra due utenze telefoniche mai avvenuto”.

Che cos’è un file di log?
“In pratica è un tabulato telefonico con le chiamate effettuate e ricevute, i numeri telefonici, i nominativi delle utenze, la durata delle chiamate, gli eventuali sms e anche gli spostamenti fisici della scheda, tracciando le celle a cui si aggancia la scheda: è una radiografia molto più approfondita di un semplice tabulato”.
L'aspetto interessante di questa nuova scoperta è che di questa richiesta , e del relativo file di log, vi saranno molto probabilmente tracce in quel famoso fascicolo archiviato con modello 45 (che si usa per dichiarazioni di nessuna rilevanza penale) presso il Tribunale di Milano. Fascicolo che si riferisce all'indagine aperta dal PM Boccassini dopo aver sentito come teste l'ex arbitro amico di Facchetti, Danilo Nucini. La vicenda è ormai nota e più volte ne abbiamo parlato. In particolare ci è utile riassumere i fatti, riportandoquanto da noi scritto lo scorso 4 novembre 2011 .

Le dichiarazioni dell'ex fischietto bergamasco sono state archiviate in un modello 45 impenetrabile e protetto dall'assalto delle richieste degli avvocati Morescanti e Gallinelli che ne hanno, a più riprese, chiesto copia. Di quell'incontro ha riferito lo stesso Moratti a Borrelli, all'epoca capo ufficio indagini della FIGC, quando è stato sentito il 3 ottobre 2006. Moratti ha dichiarato: "In tale epoca il compianto Giacinto Facchetti mi riferì di una serie di colloqui da lui avuti con l'arbitro Nucini il quale, a dire del Facchetti, gli manifestava l'esistenza di un clima arbitrale non particolarmente favorevole all'Inter. [...] Ricordo inoltre che il Facchetti mi disse che Nucini gli aveva raccontato di essere stato una volta accompagnato al cospetto di Moggi a Torino dove quest'ultimo gli aveva offerto la disponibilità di una utenza telefonica cellulare. [...] Ritenni opportuno fare delle verifiche in merito e a tal fine mi rivolsi a Tavaroli... [...] Colloco i fatti di cui ho detto verso la fine dell'anno 2002. Verso la metà del 2003 il Facchetti mi rappresentò l'intenzione di denunciare i fatti riferitigli dal Nucini alla Procura della Repubblica. Mi opposi ad una tale soluzione..." (pagine da 11 a 13 del ricorso di De Santis contro l'Inter).
Peccato che quattro anni dopo Moratti sia stato smentito dall'amico e socio Tronchetti Provera che, nella sua deposizione del 9 marzo 2010, nell'ambito del processo Telecom condotto dal GUP Mariolina Panasiti, ha ammesso di aver creato "il canale" con Tavaroli e dichiarato: "Moratti aveva richiesto immediatamente un aiuto alla Procura della Repubblica, perché c’era un arbitro che raccontava di strane storie a Facchetti, però questo arbitro cambiò idea, non raccontò più nulla e quindi cadde il tutto... La prima cosa che fece Massimo Moratti fu di andare dalla dottoressa Boccassini a raccontare questa vicenda. La dottoressa Boccassini gli suggerì di far venire questo giovane arbitro a denunciare la cosa".

Nucini a Napoli, durante la sua seconda testimonianza, ha dichiarato di essere andato dalla Boccassini a fare due chiacchiere e a parlare di calcio, e di aver portato con sé un articolo di Antonello Capone, che era stato pubblicato il 13 febbraio 2004 su La Gazzetta dello Sport, nel quale si commentavano alcune dichiarazioni rese da Casarin a Telelombardia il 10 febbraio.
Dalle parole di Nucini avevamo dedotto che quell'incontro fosse avvenuto sicuramente dopo il 13 febbraio 2004. Tuttavia Tronchetti Provera ha dichiarato in tribunale che, dopo le confidenze di Nucini a Facchetti, Moratti chiese “immediatamente un aiuto” alla dott.ssa Boccassini. Quindi questo incontro Moratti-Boccassini dovrebbe essere avvenuto ad inizio 2003, visto che a fine 2002 presso gli uffici Saras c'era stato l'altro fatidico incontro, quello in cui la Boccassini avrebbe consigliato a Moratti di far andare Nucini in tribunale per denunciare la cosa. Ma fra il colloquio tra Moratti e la Boccassini e quello della stessa Boccassini con Nucini sarebbero intercorsi molti mesi, se diamo credito al racconto fatto da Nucini a Napoli. Come mai tutto questo tempo tra i due eventi? Forse Moratti non si recò immediatamente dalla Boccassini dopo aver saputo da Facchetti del racconto di Nucini? O più semplicemente Nucini non ha mai raccontato nulla a Facchetti prima della metà del 2003 come dice Moratti? E allora, in quest'ultimo caso, Moratti va dalla Boccassini nella seconda metà del 2003?

Tutta questa vicenda sembra un rompicapo con pochi punti fermi, uno su tutti: l'indagine illegale del Tiger Team venne realizzata a partire dal gennaio 2003, quando Nucini non avrebbe ancora incontrato né Fabiani (incontro che Nucini descrive come il primo abboccamento della cupola e che colloca dopo Cosenza-Triestina del 16/03/2003 ) né tanto meno Moggi, visto che Nucini colloca il 25 settembre 2003 il colloquio al Concord. Ricordiamo, ad onor del vero, che il racconto di Nucini non è stato ritenuto affidabile da parte del tribunale di Napoli. La ricostruzione più logica in base alle prove ed alle dichiarazioni raccolte potrebbe essere la seguente:
Fine 2002: in casa Inter decidono di indagare sulle voci ed illazioni a carico di Moggi e degli arbitri, senza che Nucini avesse fatto alcuna dichiarazione. L'indagine illegale parte ad inizio 2003 e finisce dopo pochi mesi, senza scoprire niente di quanto sospettato (pagamenti di Moggi agli arbitri).
Metà 2003: Nucini, amico di Facchetti, racconta la sua insoddisfazione per come vanno le cose all'AIA. Facchetti lo incarica di indagare per suo conto e di riferire su De Santis e gli altri della combriccola romana.
Fine 2003: Moratti si reca dalla Boccassini che gli dice di far andare in Procura Nucini.
Inizio 2004 (dopo il 13 febbraio): Nucini viene sentito dalla Boccassini che apre il fascicolo d'indagine.

Adesso, con quest'ultimo documento scoperto nel fascicolo Telecom, sappiamo che il decreto di acquisizione del file di log è del novembre 2004, mentre il fax indirizzato a Ghioni è del maggio 2005. Sembra quindi che quando la dottoressa Boccassini stava ancora indagando sulle dichiarazioni di Nucini (che a Napoli dichiarò che con la dottoressa Boccassini parlarono amabilmente di calcio in genere) l'indagine di Napoli su Calciopoli fosse già partita. Il mistero si fa ancora più fitto e la “secretazione” del modello 45 sulle dichiarazioni di Nucini non fa altro che alimentare i sospetti di un collegamento tra le indagini milanesi e quelle napoletane-romane di Auricchio, Narducci e Beatrice.

Ma l'analisi di Gallinelli ha restituito un altro importante indizio che potrebbe minare alle fondamenta l'indagine di Calciopoli. La questione riguarda le famigerate schede svizzere e il metodo utilizzato dagli inquirenti per effettuare gli abbinamenti tra le singole SIM e gli imputati. Di Laroni dichiarò di aver effettuato tale lavoro totalmente a mano, con i fogli Excel, usando il famoso "olio di gomito". Tuttavia dall'analisi dei risultati, con particolare riferimento alla veste grafica con cui i risultati furono allegati alle informative, è forte il sospetto che per tale lavoro possa essere stato usato un software, in particolare il famoso "Analyst" che, come dichiarato dallo stesso Di Laroni a Napoli, era solitamente usato da alcuni consulenti della Polizia Giudiziaria, in particolare da Gioacchino Genchi. La grafica e le iconcine infatti sono molto simili a quelle contenute nelle consulenze allegate all'inchiesta "Why Not", condotta da De Magistris (amico intimo di Auricchio), il quale si avvaleva proprio della collaborazione del superconsulente Genchi. E' ipotizzabile dunque che qualche consulente abbia collaborato con gli uomini di Auricchio per la lavorazione dei tabulati? E se, come sembra, questa circostanza potrebbe essere confermata, perché non hanno firmato personalmente le perizie, evitando di farsi interrogare a Napoli e lasciando tutto sulle spalle di Di Laroni? Dalle analisi di Gallinelli emerge forte il sospetto che i tabulati possano essere stati reperiti attraverso canali non ufficiali. Se così fosse, è possibile che i consulenti possano aver rifiutato di apporre la loro "firma" in calce a quel lavoro di analisi che, come i lettori ricorderanno, conteneva più di una contraddizione.

Continueremo ovviamente a seguire la vicenda e a segnalare i lettori eventuali novità.

FONTE
 
Top
muni79
view post Posted on 29/11/2012, 17:59     +1   -1




LA DOMANDA DA FARE A MORATTI CHE NESSUNO HA IL CORAGGIO DI FARE....


Nell'edizione odierna di Gazzetta dello Sport c'è un'intervista a Massimo Moratti.

Si parla di tutto e ovviamente c'è anche una domanda su Calciopoli, che riportiamo.

Dopo Inter-Cagliari lei rilasciò dichiarazioni molto pesanti, che evocarono il fantasma di Calciopoli.
«Calciopoli è talmente presente nell’immagine del nostro calcio degli ultimi dieci anni che non serve rievocarlo: però non va neanche dimenticato, perché altrimenti non impariamo niente. Però Calciopoli era una cosa talmente complicata, "organizzata": no, quel giorno mi riferivo a distrazioni, cattiva forma, forse anche antipatia - ci sta di essere antipatici, e lo dico senza vittimismo - e sfortuna: il problema è che l’Inter era stata un po’ troppo sfortunata. Non lunedì a Parma, dove abbiamo perso e l’arbitro è stato bravissimo».

Detto, questo, nella medesima edizione di oggi di Gazzetta, c'è un trafiletto su Cipriani "piccolino, piccolino" che riportiamo: Emanuele Cipriani, 8 anni e 2 mesi a Marco Bernardini per reato associativo. Queste le richieste avanzate ieri dal Pm Stefano Civardi durante l’udienza per il procedimento penale del caso di spionaggio Telecom. E il 5 dicembre l’avvocato Paolo Gallinelli, difensore dell’ex arbitro Massimo De Santis, formalizzerà le conclusioni come parte civile chiedendo, in caso di condanna (sentenza il 22 dicembre), anche il pagamento di una «provvisionale» da destinare alla Figc per attività formative ed educative del calcio giovanile scolastico. (...) Le dichiarazioni degli imputati hanno valenza probatoria significativa per il Pm, rafforzano l’accusa. Il dossier "Ladroni" esiste eccome. E sono riscontrabili anche flussi di denaro per finanziare attività illecite, pagamenti attraverso società veicolo, e la volontà di eliminare le parti del dossier relative alle telefonate".

La domanda che ci facciamo è come mai nessun giornalista ha mai voluto chiedere quanto meno un commento a Massimo Moratti su questa vicenda? La risposta trovatela voi....

fontE: Tuttojuve
 
Top
view post Posted on 4/12/2012, 13:15     +1   -1
Avatar

Image Hosted by ImageShack.us

Group:
Amministratore
Posts:
51,178
Reputazione:
+1,687

Status:


Calciopoli, Bertini: Mai possedute schede svizzere


C_3_Media_1612392_immagine_ts673_400


Mai posseduto schede telefoniche svizzere, "verrà dimostrata la mia innocenza". Lo assicura l'ex arbitro Paolo Bertini, di cui domani è prevista la sentenza su rito abbreviato per Calciopoli. "Dire che mi è piaciuto bene poco di quello che è successo fin qui è naturale - ha dichiarato oggi parlando alla Rai al programma di RaiSport, "Mattina Sport" -. Cosa mi aspetto? Mi aspetto dal processo di appello che vengano esaminate le carte che già sono a disposizione con maggiore serenità, in un processo con ventiquattro imputati non è semplice dare giusta attenzione ad ogni imputato. Con quei carteggi dimostrerò che non facevo parte di nessuna organizzazione e sinceramente sarebbe già sufficiente che la mia figura venga estrapolata da questa situazione". "Le sentenze dicono qualcosa - concludono -, dicono che ci sono state delle condanne. Sui presupposti nei quali sono state prese avrei anch'io molto da dire, lascio a persone più competenti di me di parlare di queste questioni. Schede svizzere? Non ho mai posseduto nessuna scheda svizzera» ha concluso Bertini.

TUTTOSPORT.COM
 
Web Web  Top
view post Posted on 5/12/2012, 14:43     +1   -1
Avatar

Image Hosted by ImageShack.us

Group:
Amministratore
Posts:
51,178
Reputazione:
+1,687

Status:


Juve, appello Giraudo: Calciopoli ad un bivio


C_3_Media_1444157_immagine_ts673_400


Calciopoli oggi si ritrova davanti ad un bivio cruciale. La sentenza di appello che riguarda Giraudo, e quelli che aveva scelto il rito abbreviato come lui, è il terzo giudizio che la magistratura ordinaria esprimerà sulla vicenda e, forse, il più importante. Perché dopo il primo grado di giudizio, a cui si arrivò senza conoscere l'altro universo di Calciopoli, nel quale intere galassie di intercettazioni dimenticate stavano lì a raccontare l'altra parte della verità, oggi il giudice Stanziola può decidere sulla base di tutte le telefonate, per altro ascoltate in aula nell'ultimo mese e mezzo. Non solo, può valutare anche alla luce di una sentenza, quella della Casoria nel primo grado del rito ordinario, che pur condannando ha cancellato alcune certezza dell'accusa, come il fatto che i sorteggi arbitrali fossero truccati (la Casoria dice espressamente che non vi sono evidenze di ciò). Non un dettaglio, visto che i sorteggi rappresentano proprio uno dei fondamentali capi di imputazione per Giraudo. Alle ore 12.00 inizia l'ultima udienza. Prenderà la parole il procuratore generale Carmine Esposito, ci sarà un possibile spazio per una controreplica, poi sarà camera di consiglio fino alla sentenza, che potrebbe arrivare già nel presto pomeriggio, anche se molti la attendono per le 17.

A Napoli c'è anche Paolo Gallinelli, nella veste di difensore dell'ex guardalinee Duccio Baglioni (già assolto in primo grado) ma anche di grande esperto di questa vicenda: "Quello che attende la Corte non è un compito facile. Perché ribaltare quella sentenza significa riaprire in modo totale la vicenda Calciopoli: per farlo ci vuole un forte e coraggioso atto di giustizia. D'altra parte ci sono tutti gli elementi per riformare in modo sostanziale la sentenze di primo grado, di fare cioè cadere il reato associativo e con questo le frodi sportive. Durante il dibattimento sono state ascoltate telefonate illuminanti su come le informative dei Carabinieri, sulla base delle quali venne emessa la sentenza di primo grado nel 2009, siano fuorvianti. Lo stesso fatto di averle 'ascoltate' e non semplicemente 'lette' ha permesso di capire ancora meglio sfumature e toni, che non erano quelli di un associazione a delinquere. Oltretutto, molte di quelle intercettazioni sono state scoperte dopo la sentenza di De Gregorio: anche questo è fondamentale, perché la Corte non può non tenere conto che quel giudizio è stato espresso su uno stato degli atti incompleto e in modo assai rilevante. Un problema, quest'ultimo, che penso sia stato recepito. Certo se dovesse essere riformata la sentenza di primo grado l'effetto potrebbe essere dirompente sulle sentenze sportive del 2006 e influenzerebbe anche l'appello del rito ordinario che coinvolge Moggi. Sarebbe una svolta in tutti i sensi..."

TUTTOSPORT.COM
 
Web Web  Top
view post Posted on 5/12/2012, 15:43     +1   -1
Avatar

Image Hosted by ImageShack.us

Group:
Amministratore
Posts:
51,178
Reputazione:
+1,687

Status:


Diffamò un carabiniere Luciano Moggi a giudizio


C_3_Media_1421032_immagine_ts673_400


Altro processo in vista per Luciano Moggi, nell'ambito della vicenda calciopoli. Lo ha disposto il gup di Roma, Cinzia Parasporo, accogliendo le richieste del pubblico ministero Antonio Calaresu. Diffamazione nei confronti dell'allora tenente colonnello dei carabinieri Attilio Auricchio, uno degli investigatori sulla cosiddetta calciopoli, il reato contestato. Il processo si svolgerà il 17 luglio prossimo davanti il giudice monocratico Aurora Cantillo. Al centro della vicenda la partecipazione dell'ex direttore generale della Juventus al programma 'Porta a Porta' del 14 gennaio 2009. In quell'occasione, secondo l'accusa, Moggi avrebbe offeso la "reputazione e l'onore di Auricchio - è detto nel capo di imputazione - indicandolo come 'un ufficiale dei carabinieri che ha mentito sapendo di mentirè facendo riferimento alle indagini su calciopoli" culminate, tra l'altro, nella condanna dell'ex dirigente bianconero, a Napoli, a 5 anni e 4 mesi di reclusione. Il procedimento per diffamazione aveva preso le mosse da una denuncia presentata da Auricchio con l'assistenza dell'avvocato Diego Perugini. Quest'ultimo, nel costituirsi parte civile oggi, ha chiesto un risarcimento danni di 100 mila euro. Moggi è difeso dagli avvocati Marcello e Matteo Melandri.

TUTTOSPORT.COM
 
Web Web  Top
view post Posted on 5/12/2012, 17:55     +1   -1
Avatar

Image Hosted by ImageShack.us

Group:
Amministratore
Posts:
51,178
Reputazione:
+1,687

Status:


Giraudo, sconto in appello: un anno e otto mesi


C_3_Media_1444157_immagine_ts673_400


Un anno e 8 mesi è la condanna inflitta dalla Corte di appello di Napoli all'ex ad della Juve Antonio Giraudo che in primo grado era stato condannato a tre anni di reclusione. Giraudo è stato condannato per associazione per delinquere e un unico episodio di frode sportiva relativo alla partita Juve-Udinese (2-1). La Corte ha rigettato l'impugnazione del procuratore generale nei confronti di altri imputati che erano stati assolti in primo grado. "La Corte - ha spiegato il pg Carmine Esposito - ha riconosciuto la sussistenza del reato associativo". Sono stati assolti l'ex presidente dell'Aia Tullio Lanese e gli ex arbitri Tiziano Pieri e Paolo Dondarini che erano stati condanni in primo grado dal gup con rito abbreviato. Così ha deciso la IV sezione della Corte di appello di Napoli.

LA CRONACA DELLA GIORNATA - In attesa della sentenza. La camera di consiglio, iniziata intorno alle 15, è ancora in corso. La corte, presieduta dal giudice Stanziola, dovrebbe uscirne intorno alle 17 per leggere il dispositivo. L'ottimismo si mischia al pessimismo fra i legali e gli imputati che attendono. La replica del procuratore generale Carmine Esposito ha lasciato molto perplessi gli avvocati. Errori, a volte perfino strafalcioni, hanno fatto inarcare più di un sopracciglio. Dopo un mese e mezzo di udienze, il PG ha riassunto l'opera delle difese come un "effetto teatrale", riferendosi all'ascolto, proposto in aula, delle telefonate dimenticate dagli inquirenti (e scagionanti per gli imputati). Arrivando ad accusare gli avvocati di aver "utilizzato solo brani di telefonate, completamente decontestualizzate". Un'accusa che è stata maldigerita da chi si è visto portare al banco degli imputati per delle intercettazioni talvolta tagliate e cucite, se non malamente trascritte (e sulle cattive trascrizioni ci saranno presto delle novità, perché qualche imputato sta preparando una denuncia penale).

Altro passaggio che ha provocato mormorii in aula è stato quando Esposito ha parlato dell'ex arbitro Rodomonti come "non imputato in questo processo". Rodomonti è sì imputato nel processo Calciopoli, nel rito ordinario dove per altro è stato assolto. La telefonata proposta dagli avvocati, quindi, non può essere liquidata così come il fatto che Rodomonti, teoricamente affiliato alla cupola moggiana, svantaggia la Juventus contro l'Udinese.

Ma le telefonate, dimenticate nell'inchiesta e ascoltate in aula, non vanno proprio giù al procuratore generale (punzecchiato dall'avvocato di Pieri che ha detto: "Comunque poteva anche rimanere in aula ad ascoltarle") che sostiene siano state tenute in considerazione dal gup che ha giudicato in primo grado. Come dire che quello che è emerso per il grande lavoro delle difese (e di Nicola Penta in particolare) era già noto all'epoca del primo rito abbreviato. "Ma allora perché - gli ha fatto notare l'avvocato Paolo Gallinelli - il pm Narducci nella sua requisitoria in quel processo esordì con l'ormai celeberrimo: piaccia o non piaccia ma non ci sono telefonate tra i designatori e altri dirigenti". Proprio quelle che sono saltate fuori e hanno dimostrato come l'indagine sia stata sviluppata, quanto meno, a senso unico e senza nessuna garanzia per gli indagati.

Anche la telefonate fra Bergamo e Pieri, prodotta dalla difesa, non è piaciuta al PG. Nell'intercettazione ritrovata (e scartata al momento delle indagini), Bergamo massacra l'arbitro Pieri per aver assegnato negli ultimi secondi della partita una punizione alla Juventus contro il Bologna (da cui nacque il gol della vittoria juventina). Non sembra la telefonata di uno dei vertici della cupola a un affiliato che aveva fatto il suo "dovere", quanto un cazziatone molto deciso che, oltretutto, sfociò in una lunga messa in punizione per Pieri (alla faccia della carriera che teoricamente spettava agli affiliati). Il PG spiega che, in fondo, la Juventus era stata già avvantaggiata in quella partita con il trucco delle ammonizioni preventive, avendo l'arbitro De Santis ammonito Petruzzi e Nastase in Fiorentina-Bologna portandoli alla squalifica. Ora, al di là del fatto che Petruzzi e Nastase non erano nemmeno titolari in quel Bologna, gli avvocati fanno notare come la stessa sentenza della Casoria smonti il teorema delle ammonizioni preventive (antico come le denunce di Nucini ai dirigenti dell'Inter, ma questa è un'altra storia), scrivendo che non vi sono evidenze che lo dimostrino.

Questi e altri commenti si inseguono nervosamente nel Tribunale di Napoli, dove avvocati e imputati attendono la sentenza. Qualcuno anche con una rabbiosa rassegnazione: "Servirebbe un atto di giustizia coraggioso perché la verità trionfasse. C'è tutto questo coraggio?".

IN CAMERA DI CONSIGLIO - Si sono ritirati in camera di consiglio i giudici della IV sezione della Corte d'appello di Napoli (presidente Maurizio Stanziola) che dovranno emettere la sentenza del processo di Calciopoli con rito abbreviato che vede imputato, tra gli altri, l'ex amministratore delegato della Juventus, Antonio Giraudo. Nel corso dell'udienza c'è stata una replica del pg Carmine Esposito per contrastare le argomentazioni difensive dei legali degli imputati. Non è stato comunicato l'orario della emissione della sentenza, tuttavia si ritiene che la camera di consiglio dovrebbe avere una durata di poco più di un paio d'ore.

IL BIVIO - Calciopoli oggi si ritrova davanti ad un bivio cruciale. La sentenza di appello che riguarda Giraudo, e quelli che aveva scelto il rito abbreviato come lui, è il terzo giudizio che la magistratura ordinaria esprimerà sulla vicenda e, forse, il più importante. Perché dopo il primo grado di giudizio, a cui si arrivò senza conoscere l'altro universo di Calciopoli, nel quale intere galassie di intercettazioni dimenticate stavano lì a raccontare l'altra parte della verità, oggi il giudice Stanziola può decidere sulla base di tutte le telefonate, per altro ascoltate in aula nell'ultimo mese e mezzo. Non solo, può valutare anche alla luce di una sentenza, quella della Casoria nel primo grado del rito ordinario, che pur condannando ha cancellato alcune certezza dell'accusa, come il fatto che i sorteggi arbitrali fossero truccati (la Casoria dice espressamente che non vi sono evidenze di ciò). Non un dettaglio, visto che i sorteggi rappresentano proprio uno dei fondamentali capi di imputazione per Giraudo. Alle ore 12.00 inizia l'ultima udienza. Prenderà la parole il procuratore generale Carmine Esposito, ci sarà un possibile spazio per una controreplica, poi sarà camera di consiglio fino alla sentenza, che potrebbe arrivare già nel presto pomeriggio, anche se molti la attendono per le 17.

A Napoli c'è anche Paolo Gallinelli, nella veste di difensore dell'ex guardalinee Duccio Baglioni (già assolto in primo grado) ma anche di grande esperto di questa vicenda: "Quello che attende la Corte non è un compito facile. Perché ribaltare quella sentenza significa riaprire in modo totale la vicenda Calciopoli: per farlo ci vuole un forte e coraggioso atto di giustizia. D'altra parte ci sono tutti gli elementi per riformare in modo sostanziale la sentenze di primo grado, di fare cioè cadere il reato associativo e con questo le frodi sportive. Durante il dibattimento sono state ascoltate telefonate illuminanti su come le informative dei Carabinieri, sulla base delle quali venne emessa la sentenza di primo grado nel 2009, siano fuorvianti. Lo stesso fatto di averle 'ascoltate' e non semplicemente 'lette' ha permesso di capire ancora meglio sfumature e toni, che non erano quelli di un associazione a delinquere. Oltretutto, molte di quelle intercettazioni sono state scoperte dopo la sentenza di De Gregorio: anche questo è fondamentale, perché la Corte non può non tenere conto che quel giudizio è stato espresso su uno stato degli atti incompleto e in modo assai rilevante. Un problema, quest'ultimo, che penso sia stato recepito. Certo se dovesse essere riformata la sentenza di primo grado l'effetto potrebbe essere dirompente sulle sentenze sportive del 2006 e influenzerebbe anche l'appello del rito ordinario che coinvolge Moggi. Sarebbe una svolta in tutti i sensi..."

TUTTOSPORT.COM
 
Web Web  Top
view post Posted on 5/12/2012, 19:21     +1   -1
Avatar

Image Hosted by ImageShack.us

Group:
Amministratore
Posts:
51,178
Reputazione:
+1,687

Status:


Legali Giraudo: «Delusi da questa sentenza»


C_3_Media_1586107_immagine_ts673_400


"Al di là delle due assoluzioni ottenute, siamo molto delusi e sorpresi dalla decisione odierna. Non ci aspettavamo questo epilogo. Aspettiamo il deposito delle motivazioni della sentenza e certamente ricorreremo in Cassazione". Lo hanno dichiarato i difensori di Antonio Giraudo, l'ex ad della Juve, gli avvocati Massimo Krogh e Michele Galasso commentando la sentenza della Corte di appello di Napoli.

PIERI - "Come esce la classe arbitrale da questa vicenda? Vorrei fermare la mente su quello che è stata questa sentenza che ha dimostrato che la parte sana di questo mondo sono gli arbitri. Questa è la vittoria dell'Aia, non la mia, io ho perso comunque nel giorno in cui mi hanno tolto la possibilità di fare ciò che più amavo": così l'ex arbitro Tiziano Pieri ha commentato alla trasmissione 'Novanta minutì la sentenza di assoluzione nel processo di Napoli su calciopoli. "Ho passato anni difficili - ha aggiunto Pieri - ma oggi voglio ringraziare i mie avvocati, anche se dopo la sentenza di assoluzione il primo pensiero è andato alla mia famiglia. Bisogna pensare alle persone - ha continuato - qui si è giocato con il fuoco, con la vita di alcune persone che hanno subito ingiustamente. Ho rinunciato alla prescrizione coordinando questa decisione con i miei avvocati che hanno capito il mio desiderio di andare avanti in questi anni sempre a testa alta anche se non è stato facile". Soddisfatto anche l'ex assistente arbitrale Duccio Baglioni. "Sono felice per me e per tutti gli altri - ha detto, intervenendo a 'Novanta minutì- oggi è stata una giornata bella, dove la giustizia ha trionfato. Ho passato sei anni d'angoscia per un errore di segnalazione di un fuorigioco, è una cosa assurda. Mi aspetto l'assoluzione, ricordiamoci che siamo in un rito abbreviato, le difese in appello si faranno sentire e speriamo possano portare all'assoluzione anche degli altri". "Sono felice per me, ma anche per Lanese, Dondarini e Pieri - le parole dell'ex arbitro Marco Gabriele -. Sono convinto che tutti quanti noi siamo persone per bene, lo dimostrano i fatti che stanno uscendo fuori".

LEGALE DONDARINI - Paolo Dondarini, appreso dell' assoluzione di Napoli, ha "tirato un sospiro di sollievo", ma "nessuno gli potrà mai ridare quella parte di vita professionale ad alto livello internazionale che ha perso". Parola del legale dell'ex arbitro, l'avv. Gabriele Bordoni, che l'ha assistito fin dall'inizio della vicenda, nel 2006. Bordoni oggi ha rimarcato "quanto fossero fondate le nostre accuse rivolte alle indagini sulla loro incompletezza e che avevano portato ad una sentenza che aveva completamente stravolto l'evidenza". Dondarini, per il suo legale, "non era stato raggiunto da nessuno pregiudizio accusatorio" e "avevamo scelto l'abbreviato nella consapevolezza che nulla ci fosse". "Dondarini ha finito anticipatamente la sua carriera - ha aggiunto - ha perso i conseguenti guadagni. Era un arbitro internazionale di punta. E ha dovuto smettere, per di più con l'infamia di essere uno 'vendutò. Tutto questo è molto amaro: quando gli ho parlato era commosso, finalmente rivede la verita".

LANESE - "Sono stati otto anni di sacrifici, ho vissuto momenti difficili e alla fine c'è stato il risultato che speravo da sempre": così Tullio Lanese, ex presidente dell'Aia (l'associazione degli arbitri) ha commentato la sentenza che lo assolve dalle accuse di "calciopoli" (in primo grado era stato condannato a due anni con rito abbreviato). Alla domanda se intende intraprendere iniziative per ottenere risarcimenti ha risposto: "Ora mi riposerò fino a gennaio, poi penserò cosa fare per tutto quello che ho subito".

MOGGI - "Non so se questa sentenza sia la fine di Calciopoli. Certo che avendo assolto tutti mi viene da chiedere: o l'associazione a delinquere la facevamo solo in due, io e Giraudo, oppure è difficile continuare a crederci...". Così Luciano Moggi commenta a Panorama.it, la sentenza d'appello di questa sera su calciopoli. "Quando vengono a cadere i capi di imputazione su quasi tutte le partite - aggiunge Moggi - vuol dire che non è stato fatto nulla", considerato, in particolare che "vengono assolti gli arbitri. Cosa rimane?". Poi Moggi continua: "Mi fa piacere in particolare l'assoluzione dell'arbitro Pieri, due figli, incriminato senza aver mai commesso nulla. È per lui e per quelli come lui che ho lottato. Per qualche tempo ha anche fatto il commesso in un supermercato per tirare avanti. E poi penso all'altro arbitro Dondarini, una brava persona. Sono contento per gli arbitri perchè sono brave persone che non avevano nulla a che fare con me - conclude Moggi - se non per i contatti sul campo".

TUTTOSPORT.COM
 
Web Web  Top
view post Posted on 7/12/2012, 13:17     +1   -1

Image Hosted by ImageShack.us

Group:
Juventus Fans Member
Posts:
15,383
Reputazione:
+754
Location:
Acireale

Status:


810_391889754219589_1720518906_n

 
Contacts Contacts  Top
view post Posted on 7/12/2012, 16:13     +1   -1
Avatar

Image Hosted by ImageShack.us

Group:
Amministratore
Posts:
51,178
Reputazione:
+1,687

Status:


«Narducci non volle le carte che mi scagionavano»


C_3_Media_1613778_immagine_ts673_400


Assolto. Da mercoledì, Tullio Lanese si è risvegliato da un incubo durato quasi sette anni. L’ex arbitro e presidente dell’Associazione Italiana Arbitri non ha mai dubitato del lieto fine, ma vivere questo lungo film horror è stato impegnativo. «Ora, devo farmi scivolare di dosso questi anni di sofferenza, poi deciderò le mie prossime mosse. Credo che i margini per chiedere dei danni ci siano, ma ora non sarei lucido, ancora troppo forte è l’emozione per la fine del processo». Aveva scelto il rito abbreviato come Giraudo e, nel 2009, era stato condannato a 2 anni per associazione a delinquere finalizzata alla frode sportiva. Una condanna cancellata in appello dal giudice Stanziola, che ha smontato il castello accusatorio costruito dall’accusa intorno all’ex presidente dell’Aia.

POTERE VIRTUALE «Già, ero presidente dell’Aia. Cioè ricoprivo un ruolo che non aveva nessuna valenza tecnica e né operativa. I pm Beatrice e Narducci mi assegnavano, invece, un potere che non avevo. Pensavano che potessi influire sulle designazioni arbitrali: falso! Oppure che avessi una qualche influenza sugli arbitri: falso! Al massimo parlavo loro alle riunioni collegiali e assai raramente avevo contatti con i singoli. Non erano previsti dal mio incarico che era sostanzialmente di rappresentanza. Ora, tutto questo era scritto sulle carte federali che io ho prodotto ai pm, dicendo loro: leggete queste carte, c’è scritto che il mio ruolo è diverso da quello che mi assegnate. Loro non hanno voluto leggerle, mi hanno detto che non contavano. Ma come? Erano carte ufficiali, si trattava dei regolamenti federali! E’ una storia assurda che, per fortuna, si è conclusa nel momento in cui il giudice d’appello ha voluto prendersi la briga di leggere quelle carte e, anche sulla base di quelle, mi ha assolto», racconta Lanese che, nel frattempo, ha continuato a svolgere il suo lavoro di assicuratore Sara («I vertici dell’azienda si sono sempre fidati di me») mentre combatteva la sua battaglia legale.

DETTAGLIO «All’inizio dello scandalo mi sono autosospeso dal ruolo di presidente dell’Aia con una lettera che inviai alla Figc nel giorno della fine del campionato. E’ un dettaglio importante che molti hanno travisato, scrivendo che mi sarei dimesso. E’ una differenza solo apparentemente formale, perché c’è una differenza sostanziale tra il dimettersi e l’autosospendersi. Io ero sicuro della mia innocenza, ma non volevo che lo scandalo potesse intaccare l’associazione che presiedevo». Un’associazione che, per la cronaca, è finita dentro Calciopoli in modo rumoroso e infamante, ma a distanza di anni ne sta uscendo sostanzialmente pulita. Nel processo d’appello di mercoledì sono stati assolti 6 arbitri, 3 assistenti e il presidente dell’Aia. Nel primo grado del rito ordinario (8 novembre 2011) furono assolti l’arbitro Rodomonti, gli assistenti Ambrosino, Gemignani, Ceniccola, l’ex designatore degli assistenti Mazzei e l’ex segretaria della Can A-B Fazi. Insomma, di tutti quelli che dovevano essere il cuore dello scandalo, i burattini manovrati dalla cupola moggiana per condizionare i campionati, ne sono rimasti quattro: De Santis, Racalbuto, Dattilo e Bertini. Per altro in attesa dell’appello che inizierà il 24 maggio.

LA BOMBA Lanese sospira: «Calciopoli ha distrutto una categoria composta da persone che con molti sacrifici erano arrivati ai vertici. L’inchiesta ha amplificato, esagerato tutto. Si è indagato e si è accusato sulla base del chiacchiericcio telefonico. Ma quante stupidate si dicono al telefono? E sulla base di questo si condanna ad anni di carcere? Non mi sembra giusto. Servirebbero dei fatti, delle partite truccate, delle prove concrete della corruzione e invece ci hanno proposto solo chiacchiere. A me venivano imputate le cene con i presidenti della serie A. Ebbene, ho chiesto: avete delle intercettazioni ambientali di quelle cene? No - mi hanno risposto - bastano le cene. E che ne sanno di cosa parlavamo? Perché non hanno messo dei microfoni visto che sapevano benissimo dove si svolgevano? Avrebbero ascoltato dei grandi discorsi politici. Perché in quel periodo mi battevo perché l’Aia fosse inserita nelle componenti della Figc e, quindi, anche nel Consiglio Federale. Avevo chiesto a Carraro di poter incontrare i presidenti e avevo avviato un giro di incontri per avere i loro voti favorevoli e far passare la riforma. E gli inquirenti ci hanno visto chissà quale attività delinquenziale!».

ESAGERATO A distanza di quasi sette anni dallo scandalo, dopo tre giudizi penali (e tre sportivi), Calciopoli resta una vicenda aperta. Tanti, troppi elementi non tornano e le assoluzioni di mercoledì rendono il nuovo scenario sempre più incongruente con quello che fu fatto passare nel 2006. Resta una costanza, la colpevolezza di Moggi e Giraudo, colonna che resta in piedi nel tempio che crolla. «Moggi era un bravo dirigente. Sfido chiunque a dire il contrario. L’avevo incontrato varie volte e in tutte le occasioni si era parlato di calcio e politica, rimanendo nel lecito. Un delinquente? Non credo lo fosse e comunque non saprei rispondere, in questi anni ho vissuto solo la mia vicenda, isolandomi da tutto, ho seguito poco la sua. Ma Calciopoli è tutta un’esagerazione».

TUTTOSPORT.COM
 
Web Web  Top
6371 replies since 30/3/2010, 15:55   217597 views
  Share