Calciopoli-Giraudo, al via il processo d'appello
Tornano in onda le telefonate di Calciopoli. Nell'aula del Tribunale di Napoli dove si celebra il processo di appello per Antonio Giraudo e gli altri appellanti condannati in primo grado con il rito abbreviato, si ricomincia a parlare della famigerata stagione 2004-05, quella il cui campionato di Serie A secondo la sentenza del giudice Teresa Casoria non è stato "alterato". Un dettaglio fondamentale delle motivazioni scritte un anno fa, quando Luciano Moggi fu condannato dallo stesso Tribunale. Perché il giudice Stanziola ha deciso di acquisire quella sentenza, che pur essendo di condanna, contiene nelle sue motivazioni elemento che potrebbero modificare radicalmente la discussione dell'appello di Giraudo. E non solo perché si parte dal presupposto che quella stagione non fu alterata e che Moggi agiva per lo più per scopi personali, quanto per il fatto che la Casoria giudicò regolare il sorteggio degli arbitri, uno dei punti nodali del rito abbreviato che condannò Giraudo. Il giudice De Gregorio, infatti, partì dall'assunto che il sorteggio era stato, viceversa, manipolato dall'associazione a delinquere. Viene, insomma, a cadere uno dei pilastri della condanna di Giraudo.
Ma, soprattutto, la sentenza Casoria taglia fuori le parti civili alle quali venivano date poche possibilità di rivalersi nei confronti degli imputati (nella sostanza, sono costretti a mettere in piedi una causa civile, ma dovendo dimostrare in quella sede che il campionato era stato alterato a loro danno). Tant'è che questo pomeriggio, quando il giudice Stanziola ha annunciato di voler acquisire la sentenza Casoria, le parti civile sono le uniche a essersi fermamente (ma vanamente) opposte (e sono Figc, Vittoria 2000, Brescia Calcio, La casa del consumatore, Adiconsum, Bologna Calcio, AS Roma Spa, Codacons, curatela fallimentare Salernitana, U.S. Lecce e Atalanta). Da questo punto di vista tira un sospiro di sollievo anche la Juventus, sulla quale alcune delle parti intendevano eventualmente rivalersi.
L'altra novità di giornata è la decisione di ascoltare in aula le telefonate reperite dalla difesa (con l'aiuto di Nicola Penta, che torna a essere l'indispensabile ed enciclopedico compendio di Calciopoli al servizio degli avvocati). Niente trascrizioni, ma audio live in aula, per capire meglio i toni delle telefonate, che possono essere determinanti. Dalle prossime udienze, insomma, si tornerà ad ascoltare le telefonate "dimenticate" dagli inquirenti durante le indagini e che Giraudo e gli altri appellanti sperano possano ribaltare le sentenze di primo grado. Con l'ex amministratore delegato della Juventus, hanno fatto appello: Cassarà, Dondarini, Giraudo, Lanese, Pieri. Giraudo ieri non c'era, ma in compenso era presente Luciano Moggi, che segue da vicino l'evolversi del processo in attesa del suo, di appello.
Si riprende il 19 ottobre, anche se si entrerà nel vivo del processo con l'udienza del 26, quando inizieranno gli avvocati difensori, ieri piuttosto soddisfatti di come il processo è stato impostato.
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