[Topic unico] FARSOPOLI: il complotto Moratti, Facchetti, Telecom e Gazzetta dello Sport.

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juvesteel 79
view post Posted on 4/4/2014, 17:13     +1   -1




Declino Inter: finisce in pegno alla banche per un nuovo prestito


Nuova puntata oggi di Erik Thohir in Italia e il motivo del viaggio del magnate indonesiano è tutt'altro che gradevole. Il numero uno nerazzurro si confronterà infatti con le banche creditrici: al centro delle discussioni, la pianificazione dell'operazione necessaria a ripianare i debiti del club. Secondo il "Corriere della Sera", l'Inter (il centro allenamenti di Appiano Gentile, la sede sociale, i diritti tv e i contratti di sponsorizzazione) finirà in pegno come garanzia del nuovo finanziamento da 250 milioni di euro necessario per chiudere, entro la scadenza del 27 aprile, le pendenze della gestione Moratti. All'ex presidente nerazzurro Thohir non ha infatti versato neppure un euro: i 75 milioni concordati all'atto del passaggio di mano, sono finiti nelle casse societarie come aumento di capitale necessario a ripianare una parte del buco nei conti.

Il nuovo prestito di 250 milioni di euro, verrà garantito da Unicredit e finirà inesorabilmente nelle casse di altre banche. La somma servirà principalmente per sostituire le linee di credito esistenti presso Intesa San Paolo, Banca Popolare di Milano e Banco Popolare, esposte complessivamente con il club nerazzurro per 210 milioni di euro. Di questi Moratti aveva garantito personalmente circa 80 milioni, mentre per il nuovo finanziamento la garanzia dovrebbe coprire 160-170 milioni.

E' evidente quindi che difficilmente una parte, anche minima, di questa cifra potrà essere impiegata sul mercato tanto più che Thohir intende finanziare nuovi eventuali acquisti solo con la vendita dei giocatori in rosa. Insomma, una sorta di amministrazione controllata che il tycoon indonesiano sta cercando di riportare alla normalità senza più le spese folli del suo predecessore.

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view post Posted on 10/5/2014, 16:11     +1   -1
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Moggi: Rigore Ronaldo? Più grave passaporto Recoba


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"Io non ho mai inteso dire che il rigore c'era, ho soltanto affermato che quel tipo di rigore si poteva dare e non dare e l'arbitro fu evidentemente di parere contrario alla concessione". Luciano Moggi, autore del libro 'Il pallone lo porto io' (in libreria dal 13 maggio), in una dichiarazione torna sull'episodio del contatto tra Ronaldo e Iuliano in Juventus-Inter della stagione '97-'98. "Leggo che le mie parole sono state mal interpretate", aggiunge ancora. "Mi sembra giusto precisare anche che se il rigore fosse stato concesso e trasformato in gol avrebbe portato l'Inter al pareggio e quindi ben lontano dal raggiungere la Juve, prima in classifica. Preciso questo per chi ha volutamente dato risalto alla concessione o meno di un rigore - prosegue Moggi - trascurando altrettanto volutamente fatti ben più gravi, come quelli risalenti proprio a quel passato, quando c'era chi tesserava calciatori con documenti falsi, rubando i documenti addirittura alla motorizzazione di Latina per costruire una patente falsa intestata al giocatore Alvaro Recoba, con residenza addirittura 'romana', pur giocando a Milano, per fornirgli un passaporto italiano anch'esso falso". "Le leggi sportive recitano che chi produce falsi documenti per costruire falsi passaporti allo scopo di rendere comunitari giocatori extracomunitari deve essere retrocesso - sottolinea l'ex dirigente juventino - La giustizia ordinaria condannò per il fatto un dirigente dell'Inter, e lo stesso calciatore a sei mesi di reclusione. L'Inter, invece, per volere dell'allora Presidente Franco Carraro non fu retrocessa come da regolamento, 'giustificando' l'Inter per il fiume di danaro versato negli anni da Moratti. Ancora oggi, il regolamento prevede la sconfitta a tavolino per tutte le gare in cui viene schierato il calciatore con documentazione falsa, e nei due anni in questione Recoba era titolare. E questa è l'unica cosa certa. Invece il presunto rigore su Ronaldo, di cui tanto si è parlato, si poteva dare o non dare. E l'arbitro non lo diede". "Coloro che hanno enfatizzato il presunto rigore di Ronaldo nella partita di ritorno non parlano della partita di andata Inter-Juventus - conclude Moggi - solo perché l'arbitro non punì un netto fallo da rigore di West su Inzaghi e annullò un regolare gol sempre di Inzaghi. La Juve perse 1-0. Di questo i signori di cui sopra non fanno menzione. E anche questo è un fatto certo".

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Quante verità, e tutti fanno finta di nulla... :bah:
 
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view post Posted on 4/7/2014, 18:17     +1   -1
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«L'Inter commise illecito». Tre anni fa la relazione Palazzi


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Sono passati tre anni da quando, nel mezzo di un pomeriggio estivo, venne reso pubblico il documento che ha cambiato la storia di Calciopoli, certificando gli errori dell'inchiesta del 2006. Passata alla storia come "Relazione Palazzi" dal nome del procuratore federale che l'ha stilata, è in sostanza l'ideale requisitoria che avrebbe pronunciato durante un processo, se quel processo ci fosse stato. Invece, come è noto, le telefonate che riguardavano l'Inter e le altre società coinvolte furono occultate dalle indagini e, una volta riemerse nel 2009, prese in seria considerazione troppo tardi per evitare la prescrizione.

LA STORIA - Da tre anni, tuttavia, c'è la Relazione di Stefano Palazzi che non ha consentito l'applicazione della giustizia, ma se non altro ha il merito di aver riscritto ufficialmente la storia, che era già cambiata durante l'udienza penale. Perché si può pensare quello che si vuole di quel pasticcio giudiziario denominato Calciopoli, ma dal 4 luglio del 2011 non si può più ignorare che per la giustizia sportiva anche l'Inter era passibile di un processo con l'accusa di "illecito sportivo" (violazione dell'articolo 6, per dire, non fu imputato alla Juventus nei processi del 2006).

I RAPPORTI - Piaccia o non piaccia, soprattutto a chi ritenne e ritiene Moggi e la Juventus gli unici colpevoli, Palazzi - lo stesso che chiese le condanne per il club bianconero - scrive: «E' il caso di rilevare che la società Internazionale F.C. di Milano, oltre che essere interessata da condotte tenute dal proprio Presidente che, ad avviso di questa Procura federale, presentano una notevole rilevanza disciplinare per gli elementi obiettivamente emergenti dalla documentazione acquisita al presente procedimento, risulta essere, inoltre, l'unica società nei cui confronti possano, in ipotesi, derivare concrete conseguenze sul piano sportivo, anche se in via indiretta rispetto agli esiti del procedimento disciplinare... ...Dalle carte in esame e, in particolare, dalle conversazioni oggetto di intercettazione telefonica, emerge l'esistenza di una fitta rete di rapporti, stabili e protratti nel tempo, intercorsi fra il Presidente della società INTERNAZIONALE F.C. ed entrambi i designatori arbitrali, Paolo BERGAMO e Pierluigi PAIRETTO, fra i cui scopi emerge, fra l'altro, il fine di condizionare il settore arbitrale. 57 La suddetta finalità veniva perseguita sostanzialmente attraverso una frequente corrispondenza telefonica fra i soggetti menzionati, alla base della quale vi era un consolidato rapporto di amicizia, come evidenziato dal tenore particolarmente confidenziale delle conversazioni in atti».

ILLECITO - E ancora: «Pertanto, alla luce delle valutazioni sopra sinteticamente riportate, questo Ufficio ritiene che le condotte in parola siano tali da integrare la violazione, oltre che dei principi di cui all'art. 1, comma 1, CGS, anche dell'oggetto protetto dalla norma di cui all'art. 6, comma 1, CGS, in quanto certamente dirette ad assicurare un vantaggio in classifica in favore della società INTERNAZIONALE F.C., mediante il condizionamento del regolare funzionamento del settore arbitrale e la lesione dei principi di alterità, terzietà, imparzialità ed indipendenza, che devono necessariamente connotare la funzione arbitrale».

SCUDETTO DI CARTONE - Tutto questo (e altro ancora) scriveva Palazzi tre anni fa. E molti si chiesero se non fosse il caso di ripensare la questione dello scudetto del 2006, quello revocato alla Juventus e riassegnato all'Inter in «virtù dell'onestà» della società nerazzurra. Tre anni dopo lo scudetto del 2006 è ancora nell'albo d'oro ufficiale dell'Inter. E la relazione Palazzi negli archivi della Figc.

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Moggi: «Danni per Calciopoli? Abete dovrà spiegare...»


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Scrive l'ex dg juventino Luciano Moggi: «Abete chiede i danni per Calciopoli? Dovrà spiegare molte cose. A partire da "Premiopoli"». Un articolo su Libero dove si rievocano anche intercettazioni, in particolare quella Abete-Mazzini del maggio 2005. Ecco alcuni stralci dell'articolo: «Nel lontano 2006 feci una promessa a me stesso e agli amanti del calcio: avrei fatto il guardiano del faro, sorvegliando coloro che si inventarono Calciopoli per colpire quanti avevano contributo al trionfo mondiale dell'Italia. Abete dovrà spiegare dove gli imputati hanno mancato, visto che la giustizia ha sentenziato la regolarità del campionato: nessuna partita alterata. E le intercettazioni… Si sentirà Abete quando, dopo una partita andata male per la Fiorentina, sussurrava al suo vice: «Siamo rovinati…». Abete dovrà spiegare cosa è Premiopoli e perché nascose tre radiazioni ad un presidente che aveva comprato una partita: ricordate la valigetta con 250.000 euro? Nel frattempo, è comparso il presidente del Coni Giovanni Malagò che ha capito le storture della giustizia sportiva e l'ha ribaltata. Non si potrà più condannare a piacere gli antipatici e assolvere i simpatici in processi sommari come Calciopoli. Ora non sono più gli imputati a dover provare la propria innocenza ma spetterà alla Procura provare la colpevolezza. Così nessuno avrà più in mano il giocattolo, come Abete: non ci saranno giocatori finiti in carcere per il calcioscommesse e poi riammessi, non ci saranno più dirigenti radiati da incolpevoli: lo dicono le sentenze, lo affermano le intercettazioni».

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view post Posted on 27/7/2014, 16:55     +1   -1
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view post Posted on 26/10/2014, 12:08     +1   -1
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Calciopoli: Gennaio sarà caldo, la Juve si prepara


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Una battuta fa sempre più rumore di una strategia: è la dura legge dei media, che Agnelli deve sopportare suo malgrado. E’ così che da venerdì si continua a parlare della sua frase sullo scudetto del 2006 «accettato da Massimo Moratti senza averlo mai vinto». Mentre a Torino si sta aspettando gennaio, quando l’argomento dello scudetto revocato alla Juventus e riassegnato all’Inter potrebbe tornare di stretta e caldissima attualità.

La strategia
Agnelli, che con Moratti ha uno strano rapporto che mischia rivalità, rispetto e amicizia, è abituato a scherzare. Con la Figc riderà molto di meno, se le sentenze della Cassazione che chiuderanno i processi penali di Calciopoli dovessero offrire l’assist giusto per la revisione di quelli sportivi. Lo ha chiarito lo stesso presidente bianconero durante l’assemblea dei soci di venerdì. Poco prima di pronunciare la battuta su Moratti che ha occupato le prime pagine dei giornali. «Le nostre posizioni non sono cambiate. E le iniziative vanno avanti. Non posso ripetere ogni volta che ci vuole pazienza. Stiamo aspettando che l’iter della giustizia ordinaria consolidi definitivamente quella che viene definita “realtà processuale”. La Cassazione è stata fissata a gennaio e allora avremo un quadro completo. A quel punto prenderemo in considerazione tutti gli impiantamenti e carteggi, agendo nella tutela degli interessi della società. Sia civili che economici».

Si decide il 22
Il 22 gennaio la Cassazione si esprimerà sia sul ricorso di Moggi che su quello di Giraudo. Ad ogni grado di giudizio, le certezze su cui si fondava il processo sportivo del 2006, che retrocesse la Juventus e le tolse due scudetti, hanno perso dei pezzi importanti, se non proprio essenziali. Restano le condanne che, seppure mitigate da motivazioni per nulla severe, sono macigni che pesano sull’eventuale tentativo di revisione delle sentenze sportive del 2006. La partita però è ancora tutta da giocare. E si giocherà a partire dalle sentenze della Cassazione, comunque si esprimerà. Da quel giorno la Juventus, prenderà in mano tutte le carte e andrà all’attacco.

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view post Posted on 27/10/2014, 14:42     +1   -1
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Tar, revisione e cassazione ecco la situazione di Calciopoli


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Calciopoli si è improvvisamente riaffacciata sull'orizzonte juventino. Una battuta di Agnelli su Moratti, una risposta a un azionista in assemblea, un commento di Marotta sulle strategie. Dopo un periodo di silenzio, si torna a parlare della questione più irrisolta del calcio italiano. Occasione per fare un po' d'ordine sullo stato delle cose.

La posizione della Juventus - Non è cambiata: Andrea Agnelli continua ad affermare che non si è dimenticato della battaglia, né ha annacquato le sue idee. Il piano è chiaro: aspettare le sentenze della Cassazione su Moggi e Giraudo, poi agire. Il 22 gennaio è fissata l'udienza per entrambi i processi, al di là del risultato finale, la Juventus potrà acquisire tutto il materiale che è emerso nei tre gradi di giudizio e che può servire per riaprire l'aspetto sportivo della vicenda, provando la revisione dei processi del 2006.

La questione TAR - Sì, esiste ancora la causa da 444 milioni di euro che la Juventus ha intentato presso il Tar di Roma nel novembre del 2011. Ma non c'è ancora una data fissata. La sensazione è che la Juventus non abbia fretta di arrivare al dunque su quel fronte. Soprattutto prima delle sentenze della Cassazione. D'altro canto non ci sono segnali sulla possibilità che la Juventus ritiri quella causa. Situazione in stand-by, almeno fino a gennaio.

Il possibile sviluppo - Al di là dell'ottimismo da parte di Moggi e Giraudo sull'esito della Cassazione, la Juventus è consapevole di poter giocare sul tavolo della revisione dei processi sportivi delle carte importanti, emerse durante il dibattimento penale: dalle telefonate dell'Inter e degli altri dirigenti fino alla completa decostruzione di teorie come quella delle ammonizioni preventive o delle "punizioni" agli arbitri, del tutto smontate in aula (come certificano le motivazioni della sentenza Casoria). Alcuni capisaldi delle condanne del 2006 sono quindi crollati e la giustizia sportiva, nella revisione del processo, non potrà non tenerne conto. Il vero problema sarà quello di districarsi nella giungla delle competenze che già aveva visto perdersi il tentativo juventino di revocare lo scudetto assegnato frettolosamente all'Inter nell'estate del 2006. Che cosa si potrà "revisionare" di quelle sentenze? La domanda non ha una risposta semplice, ma potrebbe essere tutto più chiaro quando la Juventus - si presume fra la primavera e l'estate del 2015 - agirà nei confronti della Figc.

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juvesteel 79
view post Posted on 28/10/2014, 19:58     +1   -1




ecco spiegati i tagli al calcio e quindi alla fgc ...stanno mettendo via i soldi di risarcimento pro juve
 
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view post Posted on 29/10/2014, 14:33     +1   -1
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Il capo dei pm di Calciopoli «Stavamo arrivando all'Inter»


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Giandomenico Lepore è il super-magistrato che ha stroncato il clan dei Casalesi e che, prima di andare in pensione nel 2011, ha condotto inchieste di primo piano come quella sull'emergenza rifiuti a Napoli o sullo scandalo Calciopoli. Intervista da "Buongiorno Lombardia", ieri su TeleLombardia, ha confermato un retroscena di Calciopoli di cui aveva già parlato qualche tempo fa, proprio con Tuttosport.

L'INTER PER POCO - «Calciopoli è stata una bella inchiesta, purtroppo boicottata dalla fuga di notizie. Secondo alcuni alimentata dagli stessi magistrati, ma io lo escludo categoricamente, perché soprattutto quando ancora siamo nelle fasi di indagini la fuga pregiudica le indagini stesse. Noi abbiamo accertato le responsabilità penali di una squadra di Serie A e stavamo arrivando a un'altra squadra milanese... E, tolta il Milan, resta l'Inter no?Però molti verbali vennero rubati e pubblicati in un vero e proprio volumetto e questo rovinò l'indagine. La Juventus fu la prima della quale accertammo delle responsabilità, ma gli imbrogli non erano solo della Juventus. E c'era anche un importante giro di soldi».

TRE ANNI FA - Nel 2011, a Tuttosport, Lepore aveva raccontato: «Se mi sono chiesto perché non risultasse alcuna intercettazione relativa all’Inter? Sapevo che la Juve era sotto inchiesta, ma anche che qualcuno voleva tirare in ballo altre squadre. Ad esempio, quando chiedevo lumi sull’Inter, perché sentivo lamentele sull’inesistenza di intercettazioni relative a questa squadra, i miei colleghi mi rispondevano sempre che non c’erano elementi a sostegno di quelle voci. Gli elementi a disposizione dell’inchiesta erano quelli e basta, mentre gli altri avevano poca consistenza dal punto di vista penale. Certo, se avessimo potuto portare avanti le indagini così come stavamo facendo...In che senso? Ad un certo punto c’è stata una fuga di notizie, con tutte le intercettazioni pubblicate sull’allegato di un settimanale: in quel preciso istante la nostra inchiesta fu bruciata - aggiunge l'ex capo della Procura -. Se si è trattata di una fuga di notizia favorita dagli uomini del mio pool? Assolutamente no. La fuga di notizie avviene da persone estranee che hanno, però, interesse a bloccare le indagini. Non potemmo portare avanti altri aspetti di quell’inchiesta, perché dopo quella pubblicazione i telefoni cominciarono a tacere...».

LE TELEFONATE SPARITE - Resta tuttavia un grosso dubbio. Ben prima che la fuga di notizia condizionasse l'indagine, come sostiene Lepore, era stato registrate delle intercettazioni giudicate rilevanti (se non "rilevantissime") dagli stessi inquirenti che riguardavo i dirigenti dell'Inter, così come di altre squadre non coinvolte. Le famose intercettazioni con i "baffi" (il contrassegno che i Carabinieri apponevano per segnalere le conversazioni con contenuto rilevante) che sparirono dall'indagine e ricomparirono nel processo penale grazie al lavoro degli avvocati di Luciano Moggi. Il materiale per allargare l'indagine ad altre società, insomma, c'era.

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muni79
view post Posted on 30/10/2014, 18:31     +1   -1




La memoria ballerina di Giandomenico Lepore



L’ex Procuratore capo di Napoli, Giandomenico Lepore, ha rilasciato in questi giorni un'inattesa intervista a Telelombardia, durante la quale è tornato sulla vicenda Calciopoli. Chi conosce bene i fatti e le carte di Calciopoli non può non accorgersi che le dichiarazioni di Lepore sono l’ennesima mistificazione perpetrata ai danni della Juventus e dei suoi tifosi. L’intervista contiene una lunga serie di contraddizioni e di concetti smentiti dai fatti e in alcuni casi persino dai Tribunali.

Non è la prima volta che Lepore parla di questa vicenda, ma stavolta ha aggiunto alcuni particolari che hanno davvero dell’incredibile, agli occhi di chi, appunto, conosce bene le carte. Ma procediamo punto per punto, e analizziamo le parole di Lepore. Ecco i passi salienti dell’intervista, e le nostre considerazioni al riguardo:
“Calciopoli è stata una bella inchiesta, purtroppo boicottata dalla fuga di notizie. Secondo alcuni alimentata dagli stessi magistrati, ma io lo escludo categoricamente, perché soprattutto quando ancora siamo nelle fasi di indagini la fuga pregiudica le indagini stesse. Noi abbiamo accertato le responsabilità penali di una squadra di Serie A e stavamo arrivando a un'altra squadra milanese... E, tolta il Milan, resta l'Inter no? Però molti verbali vennero rubati e pubblicati in un vero e proprio volumetto e questo rovinò l'indagine.La Juventus fu la prima della quale accertammo delle responsabilità, ma gli imbrogli non erano solo della Juventus. E c'era anche un importante giro di soldi".
Durante l’intervista Lepore fa riferimento ad una fuga di notizie che avrebbe impedito di incriminare altre squadre ed altri dirigenti, in particolare l’Inter. Si riferisce, in particolare, al Libro Nero delle intercettazioni pubblicato dall’Espresso. Peccato che in quel libro non vi era alcuna traccia delle intercettazioni che poi sono state scoperte successivamente da Nicola Penta nel 2010 (anche con la piccola collaborazione di Ju29ro....).

La fuga di notizie del 2006 riguardò solo il primo filone di intercettazioni, quelle su Juventus, e in misura minore, Milan, Fiorentina e Lazio. Durante il Processo di Napoli è emerso, peraltro, che l’Inter “non interessava”. Fu dichiarato, sotto giuramento, da un testimone, il guardalinee Coppola, il quale si era fatto interrogare dagli uomini di Auricchio, aveva parlato di pressioni ricevute dall'Inter e si era sentito appunto rispondere che l’Inter non interessava. E' importante ricordare inoltre che fu proprio l'ex Capo della Procura FIGC, Francesco Saverio Borrelli, durante l'audizione al Senato, a dichiarare che proprio grazie a quella fuga di notizie riuscirono ad avere le carte di Napoli e a imbastire il Processo Sportivo. Carte che in teoria non dovevano essere rese disponibili, in quanto l'indagine non era stata ancora chiusa. Invece gli uomini di Lepore le concessero a Borrelli, che si reco personalmente a Napoli per il ritiro, quando non aveva ancora ricevuto ufficialmente l'incarico presso la FIGC.

Tra l'altro pochi sanno che per quella fuga di notizie del 2006 c’è stato un processo a parte, svoltosi a Roma, che ha chiarito alcuni aspetti oscuri della vicenda: in particolare i rapporti tra il Col. Arcangioli e il Magg. Auricchio e il litigio tra i due, causato dal fatto che il primo era convinto che l’indagine fosse un grosso (e costoso) buco nell’acqua, mentre il secondo voleva continuare, e andare avanti.

Non dimentichiamo in questo periodo gli stretti legami di Auricchio sia con Narducci, titolare dell’indagine, sia con Franco Baldini, ex dirigente della Roma, con il quale è emerso avesse rapporti ben consolidati fin dai tempi della vicenda fidejussioni a Roma. Ebbene, questo processo sulla fuga di notizie, pur senza individuare la persona che ha materialmente agito, ha sancito che la fuga è avvenuta proprio dall’Ufficio dei collaboratori di Auricchio, a Roma, in via Inselci.

Grottesco poi il passaggio sulle responsabilità penali della Juventus. Atteso che le responsabilità penali non possono essere in capo ad una società, ricordiamo comunque che la Juventus è stata completamente assolta, finora, dal Tribunale di Napoli, dove era responsabile civile. Ma non solo. Non vi è alcuna traccia di soldi in tutta l’indagine, nonostante siano stati setacciati conti e situazioni patrimoniali di tutti gli indagati e nonostante le sentenze stesse ne abbiano più volte parlato, escludendolo.

Gli stessi concetti, in salsa diversa, Lepore li aveva riproposti a TuttoSport nel 2011, quando aveva condito l’intervista con un paio di dichiarazioni che i fatti hanno poi dimostrato essere assolutamente prive di fondamento: “Ad esempio, quando chiedevo lumi sull’Inter, perché sentivo lamentele sull’inesistenza di intercettazioni relative a questa squadra, i miei colleghi mi rispondevano sempre che non c’erano elementi a sostegno di quelle voci. Gli elementi a disposizione dell’inchiesta erano quelli e basta, mentre gli altri avevano poca consistenza dal punto di vista penale. Se si è trattata di una fuga di notizia favorita dagli uomini del mio pool? Assolutamente no. La fuga di notizie avviene da persone estranee che hanno, però, interesse a bloccare le indagini. Non potemmo portare avanti altri aspetti di quell’inchiesta, perché dopo quella pubblicazione i telefoni cominciarono a tacere...".
Per quanto riguarda l’Inter, sappiamo bene che i sottoufficiali dedicati all’ascolto delle utenze avevano segnalato decine di telefonate da potenziale illecito a carico di Inter e Milan. E’ la famosa vicenda dei “baffi rossi” che tutti ricorderete. Ebbene queste telefonate furono scremate e messe da parte. Se si voleva indagare sull’Inter, perché furono scartate? Assolutamente inverosimile poi il fatto che i telefoni degli indagati furono messi a tacere dalla fuga di notizie. Non è assolutamente così. La fuga di notizie avvenne a maggio del 2006. Mentre noi sappiamo che i carabinieri di Auricchio terminarono le intercettazioni un anno prima, a maggio del 2005! Significa che per oltre un anno l’inchiesta andò avanti senza intercettazioni, terminate appunto 12 mesi prima. Anzi, contrariamente a quanto affermato da Lepore, le intercettazioni ripresero nella tarda estate del 2006, dopo il processo sportivo, e andarono avanti per circa sei mesi, ovviamente a carico del solo Moggi e del suo entourage. Anche quella volta l’Inter non interessava. Fu intercettato persino Alessio Secco che parlava con Moggi e si beccò la squalifica che tutti ricordiamo. Perché furono fatte quelle intercettazioni? Probabilmente si cercava ancora qualche elemento per rafforzare il quadro accusatorio verso Moggi e la Juventus, che era apparso fin da subito molto debole e fondato su intepretazioni parziali e di parte. Quindi si continuò eccome ad intercettare, ma della seconda squadra di Milano non ci sono tracce.

Ricordiamo infine al dott. Lepore che, proprio con riferimento a quella indagine e ai metodi con cui fu condotta, ci sono almeno due episodi inquietanti. Il primo è la vicenda della tentata ricusazione del Giudice Teresa Casoria. La Casoria denuncia di aver subito pressioni per astenersi dal Processo. Gli audio raccolti davanti al CSM che sono disponibili sul nostro canale youtube restituiscono uno scenario davvero poco edificante, consiglio a tutti di ascoltarli per farsi un’idea. Il secondo è la vicenda a carico di Narducci, il PM che ha condotto l’indagine di Calciopoli e che è attualmente sotto inchiesta con l’accusa di aver sottratto il famoso video del sorteggio, sostituendolo con una errata sequenza di fotografie. Queste cose Lepore nella sua intervista non le dice, ma noi abbiamo la memoria lunga e l’archivio bello pieno.

Sulla base di questa lunga analisi, ci piace pensare che le parole di Lepore siano solo una promozione per il suo libro, che ovviamente ci auguriamo resti sepolto negli scaffali. L’Inter doveva rimanere fuori, e fuori è rimasta. Ed è stata l’unica vera beneficiaria di tutto quello che hanno montato. Se non ci fosse stata gente testarda e con le orecchie lunghe, le intercettazioni di Facchetti e Moratti sarebbero rimaste sepolte, per sempre.

FONTe: ju29ro.com/
 
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juvesteel 79
view post Posted on 30/10/2014, 19:48     +1   -1




ma andate a fare in culo noi in serie B e loro una Champions (falsata) e e tre scudi ..ribadisco che se ne vadano a fare in culo tutti
 
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view post Posted on 1/12/2014, 18:45     +1   -1
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L'arbitro Bertini in aula: «Facchetti nel mio spogliatoio»



Nell'udienza di Milano, l'ex arbitro racconta la famosa visita del «5-4-4». Zanetti risponde con una serie di «non ricordo». Il 2 febbraio Moratti in aula

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MILANO – «Facchetti è venuto nel mio spogliatoio prima della partita, dove c'erano anche gli assistenti e l'ispettore della Figc, e mi ha detto: “ho letto il suo tabellino con noi, quattro vittorie, quattro pareggi e quattro sconfitte. Beh, cerchiamo di far crescere la casella delle vittorie”. All'inizio non avevo dato peso alla cosa, fu l'assistente a dirmi che Facchetti era stato sconveniente. Così la sera telefonai immediatamente a Paolo Bergamo per spiegargli l'accaduto». Questo è il nocciolo della deposizione di Paolo Bertini all'udienza di questa mattina per il processo Facchetti Jr contro Luciano Moggi. E quella telefonata a Paolo Bergamo è arcinota agli adepti di Calciopoli, perché è uno dei rari casi in cui la famigerata indagine del 2004-05 si era imbattuta in un contatto diretto fra un dirigente e un arbitro di Serie A. Solo che quel dirigente non era Luciano Moggi e la telefonata venne scartata perché ritenuta «non rilevante» da parte degli inquirenti.

LA VISITA - Adesso, quella visita nello spogliatoio dell'arbitro riemerge, non più sotto forma di racconto in un'intercettazione, ma raccontata dalla voce di Bertini che conferma come i contatti con il mondo arbitrale non fossero un'esclusiva di Luciano Moggi, ma fossero un'abitudine piuttosto diffusa e che l'Inter, che dai procedimenti sportivi si è vista assegnare uno scudetto a tavolino, non faceva eccezione. Anzi.

ZANETTI SMEMORATO - L'udienza di oggi fa parte del processo istruito per la querela di Gianfelice Facchetti nei confronti di Luciano Moggi che in una trasmissione tv aveva dichiarato che anche l'Inter e Giacinto Facchetti avevano rapporti con gli arbitri, affermazione per la quale è stata sporta querela. In quella trasmissione era presente anche Javier Zanetti, ex capitano e ora dirigente interista che ieri ha deposto a suo volta con una serie di «non mi ricordo». Si ricordavano tutto, e anche piuttosto bene, Pairetto e Bertini, che di fatto hanno confermato i contatti con la società nerazzurra. Quei contatti che, venuti alla luce nel dibattimento di Napoli, avevano innescato la “relazione Palazzi”, il documento con cui il procuratore Figc archiviò la posizione dell'Inter (e non solo) per prescrizione, ma non prima di aver scritto che i nerazzurri meritavano il deferimento per illecito sportivo. Oggi a Milano si è, in fondo, svolta una parte di quello che sarebbe potuto essere il dibattimento di quel processo sportivo se la prescrizione non avesse impedito alla giustizia sportiva di procedere anche nei confronti dell'Inter. La prossima udienza è fissata per il 2 febbraio: dovrebbe esserci Massimo Moratti che oggi ha presentato un certificato medico e, forse, anche la sentenza.

fonte: tuttosport.com
 
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view post Posted on 1/12/2014, 20:38     +1   -1

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juvesteel 79
view post Posted on 2/12/2014, 18:35     +1   -1




lo gia detto che se ne devono andare a fare in culo tutti ??? mi pare di si be ribadisco il concetto ...processo farsa
 
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juvesteel 79
view post Posted on 5/1/2015, 14:35     +1   -1




In ansia per il calciomercato? No, attendiamo trepidanti il 22 gennaio....


Da questo gennaio, più che botti dal mercato calcistico, ci aspettiamo novità importanti sul fronte Farsopoli....

04.01.2015 00:45



Più che alle vicende del calciomercato invernale, il tifoso bianconero che sanguina e sviscera amore per la Vecchia Signora, guarda con attenzione al 22 gennaio, data nella quale si avrà finalmente il quadro completo di tutto ciò che ruota ed è ruotato intorno a Farsopoli. E mentre altri si preoccupano del presunto mancato attivismo di Marotta & Co sul mercato, noi teniamo ben ritte le antenne per fare in modo che, finalmente, venga fatta giustizia. Del resto, una squadra che è in testa alla classifica, se non per mettere a segno alcune operazioni di contorno (per far fronte agli infortuni del reparto difensivo ad esempio), perchè dovrebbe fare cose folli nel cosiddetto mercato di riparazione? Se devi riparare, significa che hai sbagliato prima. Certo, il buon Suma ci fa notare che il prode Galliani ha già portato a Milano Alessio Cerci, in cambio di Fernando Torres, rispedito in Spagna. Ma Torres non era quello che, solo pochi mesi fa, lo stesso Galliani, aveva definito essere il vero colpo da novanta del mercato estivo? Forse con novanta, intendeva indicare i minuti che l'ex Chelsea avrebbe disputato con la maglia del Milan. Ancora meglio ha fatto Cerci che, sbarcato nel calcio che conta nell'estate scorsa, dopo aver giocato si e no un quarto d'ora con la maglia dell'Atletico, è tornato lemme lemme nel calcio che non conta, ma nel quale troverà spazio. Oppure, come ci racconta qualche quotidiano in queste ore, la Juve è alla finestra mentre ad esempio l'Inter ha piazzato il colpaccio Podolski. Che strano: fino a qualche giorno fa, del tedesco nessuno ricordava nemmeno l'esistenza; ora, pare che il mancino teutonico sia diventato improvvisamente più forte di Messi. Andate a vedere dove si trova l'Inter in classifica e capirete a quanti errori di mercato estivo deve porre rimedio la Società nerazzurra. Molto attivo anche il Napoli, che si è rinforzato in attacco con l'arrivo di Gabbiadini. Certo che è quanto meno bizzarro rinforzare un reparto di per sé già fortissimo, mentre i problemi evidenti, la squadra partenopea, li ha dalla cintola in giù. Misteri. Se andiamo a vedere, al momento, le uniche Società che non paiono essere particolarmente attive sul mercato, sono Juventus e Roma, ovvero le prime due della classe (Roma e Juve, per Garcia, se no poi si arrabbia). In realtà, ci sarebbe la fila per andare a Trigoria: ieri Ibra, oggi Gerrard, magari domani Messi. Peccato che tutti questi giocatori non accettino il pagamento dell'ingaggio sotto forma di sampietrini. Mannaggia. Se ci saranno opportunità, la Juve cercherà di coglierle; in caso contrario, si farà il minimo ed indispensabile per garantire ad Allegri, anche a livello numerico, un organico in grado di affrontare la parte più dura della stagione. Tornando a bomba, quindi, non ci aspettiamo i botti dal mercato bianconero; ci attendiamo invece che, completato l'iter processuale di Farsopoli, la Società metta in atto le mosse migliori per arrivare finalmente a far emergere la verità. Dovremo essere più forti di tutto e tutti, perché, come abbiamo potuto notare nelle ultime settimane, il vento del sentimento popolare anti-juventino, è tornato a soffiare prepotentemente. Anche il tifoso bianconero più scettico e più incline all'alterazione mediatica delle vicende relative a Farsopoli, in questi anni, ha potuto farsi una chiara idea di quanto è accaduto e soprattutto di quanto sia stata manipolata la verità. E' tempo di presentare il conto e di passare all'incasso. Questo potrebbe essere il vero botto di gennaio. Nel frattempo, mentre Garcia ancora rosica per la sconfitta patita ad ottobre allo Stadium, la Fifa inserisce la Juve al sesto posto nella top ten delle migliori squadre del 2014. Er sistema colpisce ancora

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