Niente revoca per lo Scudetto 2006. La Figc si dichiara incompetente. La tua pernacchia su Facebook
Niente revoca per lo Scudetto 2006. La Figc, ha reso noto il consigliere federale Ulivieri, si dichiara "incompetente" a riguardo, confermando di non poter revocare il tricolore assegnato all'Inter.
IL PARERE LEGALE - Lo scudetto del 2006 conquistato dall'Inter non è revocabile. È quanto emerge dopo la riunione dei presidenti delle componenti federali, nella sede della Federcalcio, che hanno fatto una valutazione sul parere legale ricevuto dagli avvocati della Figc. Parere legale che, a quanto si apprende, specifica che lo scudetto dell'Inter del 2006 non può essere revocato in quanto non c'è mai stato un atto amministrativo che lo assegnasse ai nerazzurri e che, in assenza di tale delibera, il Consiglio Federale non può sostituirsi ad un organo di giustizia sportiva.
IN-COMPETENTI - "La posizione diffusa, all'interno tra i presidenti delle componenti federali, sulla questione dello scudetto 2006, è di non competenza. Il parere legale che abbiamo ricevuto, ripeto, è che il Consiglio Federale non è competente a decidere". Queste le parole di Renzo Ulivieri, presidente dell'Associazione allenatori, al termine della riunione in Federcalcio sulla questione relativa allo scudetto del 2006. "La nostra decisione, come Consiglio Federale, dovrebbe essere quella di non pronunciarsi sulla vicenda dello scudetto del 2006 - ha aggiunto Ulivieri - Poi, però, ci sarà da valutare ogni singola posizione dei consiglieri, ma certo è che il parere legale che abbiamo ricevuto è di non competenza. Questa, personalmente, era la mia posizione anche prima di sentire il parere dei legali, perchè siamo politici e non giudici". Il presidente dell'associazione allenatori ha poi concluso: "Lunedì andrà fatta una valutazione politica in generale, non sarà una censura ma una posizione legittima del presidente Abete e del Consiglio".
LA PERNACCHIA - Di questi tempi, nel 1789, cominciavano a rotolare teste in Francia. Di questi tempi in Italia neanche gli scudetti da mandare al macero come quello vantato chissà perché dall'Inter vengono fatti cadere sulla ghigliottina di un'accusa precisa e circostanziata. E allora la risposta non può che essere lo sberleffo per un calcio imprigionato dalla paura di decidere ciò che è giusto: il direttore De Paola ha dato la linea, scegliendo la suprema interpretazione di Eduardo De Filippo. Una pernacchia non seppellirà la Figc se non sarà capace di decidere sullo sconcio di quella assegnazione mascherata da automatismo. Voi, se la pensate così, inviateci la vostra di pernacchia (o pernacchio, per dirla con Eduardo): Facebook per la condivisione dei vostri audio e video spernacchianti. C'era chi la rivoluzione la voleva fare seppellendo il vecchio con una risata, seppelliamo questo scudetto deciso dai "non competenti" della federazione con le nostre ironiche pernacchie.
TUTTOSPORT.COMTavecchio: «CF non decide. Non ci sarà revoca o censura»
«Non abbiamo fatto altro che prendere atto del parere tecnico di cinque diversi consulenti legali: il Consiglio della Federcalcio è un organo amministrativo, e come tale non può attribuire o revocare scudetti. E oggi non abbiamo parlato neppure di un'ipotesi di censura nei confronti dell'Inter». Così Carlo Tavecchio , presidente della Lega Nazionale Dilettanti e vicepresidente vicario della Federcalcio, a Radio 24, subito dopo la riunione, nella sede della Federcalcio, dei presidenti delle componenti federali, che hanno fatto una valutazione sul parere legale ricevuto dagli avvocati della Figc sul discusso scudetto 2006.
LA SPIEGAZIONE - «La linea del Consiglio non cambia - ha aggiunto Tavecchio - non possiamo revocare un titolo rispetto al quale non esiste neppure una delibera di assegnazione, ma che è stato attribuito prendendo atto della classifica dopo la sentenza sportiva su Calciopoli». «E oggi non abbiamo parlato neppure di censura etica, da parte dello stesso Consiglio, nei confronti dell'Inter: come organo amministrativo, è un atto che non ci compete», sottolinea ancora Tavecchio. Teme che la Juventus possa a questo punto rivolgersi alla giustizia ordinaria?: «Non lo so, sono scelte che fanno parte delle strategie di parte. E poi non possiamo prendere le nostre decisioni condizionati dal timore», ha concluso.
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