Analisi a "freddo" di Juventus-Genoa
Sarebbe troppo semplice e quanto mai errato pensare che con la vittoria di ieri la Juventus abbia risolto ogni problema.
Certo per uscire dalla convalescenza di cui parla mister Zac non c'è migliore medicina, ma per guarire dal male in cui si trova la Juve attuale ci vuole una cura ben più lunga.
Proviamo perciò in questa sede ad analizzare cosa ha funzionato ieri e sopratutto di cosa ha ancora bisogno la squadra per tornare ai livelli che le competono in questo finale di stagione.
Partiamo dal risultato. Un 3-2 all'Olimpico non è certo un punteggio di cui essere soddisfatti. La Juve ha subito, fino ad ora ben 32 gol, e non chiude un match ufficiale a porta inviolata dalla partita di Coppa Italia vinta per 3-0 contro il Napoli. Ma il dato che preoccupa maggiormente è la facilità con cui gli avversari arrivano davanti a Buffon.
Già, Buffon, sicuramente uno dei migliori portieri al mondo, forse in questo momento non il migliore, ma di sicuro non può fare i miracoli ogni domenica. Ciò che però lascia perplessi è l'atteggiamento del portierone azzurro dopo le sconfitte della Juventus: sorrisi per tutti e tanti complimenti per gli avversari, una volta in queste situazioni, per di più rare se non del tutto inesistenti, lo spogliato sarebbe tremato e di sorrisi ce ne sarebbero stati davvero pochi.
Davanti a lui una difesa che col nuovo modulo preoccupa e non poco. Ieri l'assenza di Cannavaro si è fatta sentire, la squadra ha subito troppo spesso gli attacchi avversari, sopratutto la velocità di Suazo la facilità con cui è arrivato al tiro Marco Rossi non certo Kakà. Evidenti le difficoltà di Zebina e troppo scoperta l'altra fascia con Chiellini più impegnato ad offendere che a difendere. Il solito Legrottaglie, con tutto il supporto di Gesù non può reggere una difesa da solo.
Il centrocampo ieri è apparso in confusione e pare aver risentito maggiormente del cambio di modulo. Sissoko non può perdere troppi palloni e far ripartire il contropiede avversario, ma c'è da dire che gli è mancato anche il supporto di Candreva, che continua ad essere proposto in una posizione a lui poco congeniale. Fondamentale l'ingresso di Marchisio. Sulle fasce considerando le difficoltà attuali, buona prova di Caceres che ricordiamo è un centrale difensivo ma ha carattere e voglia da vendere, ad avercene come lui in squadra. In miglioramento De Ceglie, anche se alla quantità dovrebbe abbinare anche un tantino di qualità in più.
Ieri non c'era Grosso e la differenza si è vista.
L'attacco è una delle note più positive di ieri. Diego il solito volenteroso, gira troppo e a volte a vuoto, avrebbe bisogno di maggiore supporto ma fa quello che può. Per Del Piero non ci sono aggettivi, o forse quelli usati fino ad ora sono riduttivi. Corre manco fosse un ragazzino e segna gol alla sua maniera. L'unico rammarico è che ha 35 anni...
Infine, si potrebbero scrivere tante parole su Amauri, ma una cosa è certa, se lui non segna metà della colpa è degli altri 10 uomini in campo. Corre e si batte per 90 minuti, si lancia su tutti i contrasti e va a pressare persino il portiere avversario, non gli arriva un cross manco a pagarlo ma ieri ha avuto il giusto riconoscimento dopo tante battaglie. L'augurio è che si sia finalmente sbloccato e non rimanga un episodio isolato in una stagione già deludente.
Un ultima considerazione su Alberto Zaccheroni. Il tecnico di Cesenatico è arrivato nello sconforto generale, sapendo di dover lasciare a giugno e in una situazione rifiutata da molti altri che hanno la Juventus nel cuore. Una cosa gli va riconosciuta: ha da subito espresso concetti chiari e precisi. Ha cercato di dare fiducia ai giocatori, di tranquillizzare un ambiente rovente, ha individuato un modulo e giorno dopo giorno sta ritoccando ogni dettaglio per regalare alla sua Signora il vesitio più bello: quello della vittoria.Che quella di ieri sia solo l'inizio...intanto buon lavoro Zac.
TMW.com
