| Panchina Juve: Ferrara c'è, ma Spalletti rimonta
«Il nuovo tecnico sarà italiano. Ce ne sono cinque in corsa». Prende quota il romanista, ma la squadra spinge Ferrara che da oggi è in Nazionale La Juve aspetta il vertice tra il tecnico toscano e la Sensi. Conte si chiama fuori con un sms agli amici. Cobolli: In 5 per la panchina VOTA: Chi è l'outsider? VIDEO: Cobolli cantante TORINO, 2 giugno - Diciamo la verità, se alla Juve sono davvero arrivati alla compilazione delle schede sugli allenatori, come ha sostenuto ieri il presidente Giovanni Cobolli Gigli ai microfoni di Gr Parlamento (« Blanc ne sta preparando sui candidati e su queste basi ci esprimeremo») c’è seriamente di che preoccuparsi. Non perché le schedature evochino scenari orwelliani, almeno questo non è il caso, ma per il ritardo su ogni plausibile tabella di marcia nella scelta del nuovo tecnico. Intendiamoci, nessuno pretende la firma entro domani (cosa peraltro impossibile visto che la sede è chiusa), ma almeno un’idea chiara e definitiva sul nome del prescelto sarebbe auspicabile, visto che la questione ormai va avanti da un mese. Sempre a fidarsi delle parole di Cobolli in lizza di candidati ne sarebbero rimasti però: «Tre o quattro, magari cinque».
UNA PANCHINA PER DUE - In realtà i favoriti per la panchina bianconera al momento sono due: Luciano Spalletti e Ciro Ferrara. Le chance di Antonio Conte sono in ribasso dopo che le sue richieste dallo staff, ai rinforzi (tra cui - pare - ci fossero i nomi di Arjen Robben e Theo Walcott) sono state giustificate eccessive da Blanc. Verità confermata dagli sms che ieri il tecnico leccese ha mandato ad alcuni amici: «Resto a Bari ». Mentre al premio De Agazio a Vibo Valentia ha spiegato: «Sono felice che il mio nome sia stato associato alla Juventus, ma non ho firmato nessun contratto e domani (cioè oggi) ho un appuntamento con Matarrese. Era in programma da tempo e potrei anche rimanere a Bari. Io voglio che si sposi la mia mentalità, il mio metodo e il mio progetto: l’anno scorso il Bari lo ha fatto, non è detto che lo faccia anche l’anno prossimo». E quando gli hanno chiesto se proprio questa intransigenza possa essergli d’ostacolo nella corsa alla panchina juventina ha risposto bruscamente: «Non sono problemi miei». Si è invece dilungato sulla questione della convivenza fra Diegoe Del Piero: «Diego era uno dei pochi talenti a disposizione, ha fatto bene la Juve a prenderlo, spendendo anche il giusto. Certo, anche Del Piero è un uomo simbolo e quest’anno ha risolto molto problemi della Juventus. Farli giocare insieme è un problema, ma è un bel problema, di quelli che è meglio avere».
FUGA DI NOTIZIE - Stando alle voci provenienti da Roma (curiosamente di parte laziale) la questione è già risolta, il nuovo allenatore juventino ha il volto perennemente abbronzato di Luciano Spalletti. La tesi è che la soffiata sarebbe stata fatta direttamente a un dirigente laziale da parte di Alessio Secco nell’imminenza del match. Conferme o smentite non ne arrivano, perché ieri il ds bianconero non è stato rintracciabile, ma a prescindere dalla veridicità della soffiata, gli elementi a supporto non mancano. Sempre Cobolli ha disegnato così il profilo del prescelto: «Italiano, giovane di testa, capace di caricare la squadra e di assumere schemi tattici diversi dagli attuali per inserire Diego». Il dato interessante è soprattutto quest’ultimo, perché Spalletti effettivamente con il suo 4-23-1 può pensare di inserire il brasiliano senza traumi, mentre Conte o Gasperini, profeti del 4-2-4 o del 3-4-3, in tal senso erano meno indicati. Inoltre le lungaggini a cui abbiamo fatto riferimento prima, troverebbero piena giustificazione se il prescelto fosse il giallorosso, notoriamente sotto contratto e - cosa nota da settimane - obbligato a incontrare Rosella Sensi (lo farà oggi) per provare a liberarsi da un contratto che lo lega alla Roma fino al 2011. Dall’esito di quel colloquio dipenderebbe dunque il futuro dei giallorossi, ma pure della Juve.
NON MOLLA - Ma attenzione, perché in questa strana corsa a eliminazione, Ferrara rimane saldo e senza fare particolari passi avanti non ne compie nessuno indietro. Il che è già un bel vantaggio. Da oggi Ciro sarà al lavoro a Coverciano come vice di Lippi, con la tacita promessa che se la Juve chiamasse potrebbe lasciare immediatamente la compagnia. Intanto, nei giorni scorsi un nutrito gruppo di giocatori ha fatto presente alla società che Ferrara sarebbe un’opzione assai gradita allo spogliatoio. Per carità, nessun veto su altri nomi, solo una preferenza sull’uomo che li ha guidati nell’ultimo periodo. E di questo la società terrà sicuramente conto. Perché lo stesso Cobolli ha spiegato: «Abbiamo avuto la conferma che Ferrara è gradito ai tifosi. Dobbiamo scegliere allenatori che per trascorsi o per forte capacità di adattamento abbiano un forte spirito di juventinità. Giovane di testa, con la voglia e la capacità di caricare la squadra. E italiano ». Ferrara corrisponde all’identikit, così come - volendo Gianluca Vialli, nome che striscia da tempo e che nella roulette bianconera non sfigura affatto. Anzi.
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